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I Galati e l’agricoltura

I Galati e l’agricoltura

I Galati (che furono chiamati anche genericamente Galli dai Romani), erano un popolo celtico che si era stanziato dapprima in Tracia, a seguito delle loro incursioni e razzie nella penisola balcanica nel corso del III secolo a.C., ed in seguito in una regione dell’Anatolia centrale, che proprio da loro prese il nome di Galazia.

Storia –
I Galati erano un gruppo di tribù celtiche che migrarono in Asia Minore (l’odierna Turchia) durante il III secolo a.C. La loro storia è affascinante e complessa, intrecciando elementi delle culture celtiche, greche e romane.
I Galati facevano parte delle popolazioni celtiche che abitavano l’Europa centrale. Nel III secolo a.C., un gruppo di tribù celtiche, probabilmente a causa di pressioni interne ed esterne, iniziò a migrare verso sud-est. Questo movimento migratorio li portò attraverso la Tracia fino in Asia Minore.
Verso il 278 a.C., i Galati attraversarono l’Ellesponto (l’attuale Dardanelli) e si stabilirono nell’Asia Minore. Qui incontrarono l’Impero Seleucide, con il quale iniziarono a interagire e, spesso, a scontrarsi. Alla fine, riuscirono a stabilirsi nella regione centrale dell’Asia Minore, che da loro prese il nome di Galazia.
I Galati erano organizzati in tre grandi tribù: i Tectosagi, i Tolistobogi e i Trocmi. Ogni tribù era ulteriormente suddivisa in clan e aveva il proprio capo. Questa struttura tribale rimase una caratteristica distintiva della loro società anche dopo il loro insediamento in Asia Minore.
Questo popolo ebbe notevoli interazioni con i Greci e i Romani. Furono coinvolti in diverse guerre e alleanze con i regni ellenistici della regione. Uno degli episodi più significativi fu la loro sconfitta da parte del re seleucide Antioco I nel 275 a.C., evento che pose un freno alla loro espansione.
Nel 189 a.C., i Galati furono sconfitti dai Romani guidati dal console Gneo Manlio Vulsone nella battaglia di Magnesia. Questa sconfitta portò alla loro sottomissione formale a Roma, sebbene mantenessero una certa autonomia fino alla definitiva annessione come provincia romana nel 25 a.C.
Sotto il dominio romano, la Galazia divenne una provincia prospera. I Galati adottarono molti aspetti della cultura romana, pur mantenendo alcune delle loro tradizioni celtiche. La regione divenne un importante centro commerciale e culturale nell’Impero Romano.
La cultura galata era una fusione di elementi celtici, greci e romani. I Galati continuarono a praticare i loro culti druidici, ma col tempo adottarono anche divinità greco-romane. La loro lingua, il galatico, era di origine celtica, ma con influenze significative dalle lingue greca e latina.
Con il passare dei secoli, tuttavia, i Galati si assimilarono sempre più con le popolazioni circostanti. La loro lingua e molte delle loro tradizioni culturali furono gradualmente abbandonate in favore di quelle greco-romane. Entro il IV secolo d.C., la Galazia era completamente integrata nell’Impero Romano, e l’identità galata si era praticamente dissolta.
Oggi l’eredità dei Galati sopravvive soprattutto nei testi antichi e nella toponomastica della regione. Le descrizioni degli storici antichi, come quelle di Tito Livio e Strabone, offrono preziose informazioni sulla loro cultura e storia.

Agricoltura –
L’agricoltura degli antichi Galati era fortemente influenzata dalle loro origini celtiche e dal contatto con le civiltà locali, come i Frigi, i Lidi e successivamente i Greci e i Romani.
I Galati coltivavano cereali come orzo e frumento, che erano fondamentali per la loro dieta e per la produzione di pane e birra. Probabilmente coltivavano anche legumi e ortaggi, che fornivano una dieta equilibrata e variata.
Con l’influenza delle civiltà greche e romane, la coltivazione della vite e dell’olivo diventò più comune. Il vino era un prodotto importante sia per il consumo domestico che per il commercio.
Nel dettaglio va sottolineato che coltivavano principalmente grano, orzo e avena. Il grano era utilizzato per fare il pane, mentre l’orzo poteva essere impiegato anche per la produzione di birra.
Piselli, lenticchie e fagioli erano comuni e fornivano una preziosa fonte di proteine.
Oltre ai legumi, coltivavano diverse varietà di ortaggi, tra cui cavoli, carote e cipolle.
Frutteti di mele, pere e prugne erano presenti e i frutti erano utilizzati sia freschi che essiccati.
Coltivazioni di lino e canapa erano utilizzate per produrre tessuti e cordami.
È possibile che i Galati coltivassero viti per la produzione di vino, un’usanza comune in molte culture celtiche e mediterranee.
Era praticato, anche ampiamente, l’allevamento del bestiame. I bovini erano utilizzati non solo per la carne e il latte, ma anche come animali da lavoro.
I suini erano comuni nelle culture celtiche per la loro capacità di adattarsi a vari tipi di ambiente e per la loro carne.
I Galati erano noti per la loro abilità nell’allevamento dei cavalli, che erano utilizzati sia per il lavoro agricolo che come cavalli da guerra.
I Galati conoscevano la tecnica della rotazione delle colture: È probabile che praticassero qualche forma di rotazione delle colture per mantenere la fertilità del suolo.
Nelle aree più aride, potevano aver sviluppato tecniche di irrigazione per sostenere le coltivazioni.
Il contatto con Greci e Romani portò a un’evoluzione delle tecniche agricole e delle colture praticate. I Romani, in particolare, introdussero tecnologie avanzate e nuovi metodi agricoli.
L’economia agricola era inizialmente autarchica, ma con il tempo il commercio diventò più importante. I Galati commerciavano cereali, vino, olio e prodotti animali con le regioni circostanti.
Con la conquista romana, i Galati furono soggetti a tributi e tasse che influenzarono la produzione agricola, orientandola verso il soddisfacimento delle esigenze dell’Impero.
Inoltre, come molte culture celtiche, i Galati praticavano rituali legati alla fertilità della terra e al raccolto, spesso associati a divinità locali o celtiche.
L’incontro tra le tecniche celtiche e quelle mediterranee portò a innovazioni che aumentarono la produttività agricola e la gestione delle risorse.

Attrezzi agricoli e coltivazioni –
I Galati avevano una cultura agricola ben sviluppata; tuttavia le informazioni sui loro attrezzi agricoli e sulle coltivazioni provengono principalmente da fonti archeologiche e storiche, poiché non esistono molti documenti scritti diretti da parte dei Galati stessi.
I Galati usavano aratri che erano essenziali per la lavorazione dei campi. Gli aratri celtici erano spesso realizzati in legno con punte in metallo per facilitare la penetrazione del terreno.
Venivano utilizzati anche falci e falcetti per mietere il grano e altri cereali, le falci erano strumenti ricurvi con lame in metallo affilate.
Zappe e vanghe erano impiegati per scavare e lavorare il terreno, preparando il suolo per la semina.
Le asce venivano utilizzate non solo per la lavorazione del legno, ma anche per liberare i campi da alberi e cespugli.
Inoltre per macinare i cereali e produrre farina, i Galati utilizzavano mulini a mano, generalmente costituiti da due pietre circolari sovrapposte.
I Galati, in definitiva, adottarono molte tecniche agricole già in uso nel mondo celtico e in quello greco-romano. L’uso della rotazione delle colture, ad esempio, permetteva di mantenere la fertilità del suolo. Le pratiche agricole erano spesso comunitarie, con grandi campi lavorati da gruppi di famiglie.
L’agricoltura dei Galati fu influenzata dalle culture vicine, in particolare dai Greci e dai Romani. Queste influenze si riflettevano sia nei metodi agricoli sia nei tipi di colture introdotte.

Guido Bissanti




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