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Ficus auriculata

Ficus auriculata

Il Fico di Roxburgh (Ficus auriculata Lour., 1790) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Moraceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Rosales,
Famiglia Moraceae,
Genere Ficus,
Specie F. auriculata.
Sono sinonimi i seguenti termini:
– Covellia macrophylla (Roxb. & Buch.-Ham. ex Sm.) Miq.;
– Ficus beipeiensis S.S.Chang;
– Ficus cochinchinensis Lour.;
– Ficus hainanensis Merr. & Chun;
– Ficus hamiltoniana Wall.;
– Ficus imperialis G.W.Johnson & R.Hogg;
– Ficus macrocarpa H.Lév. & Vaniot;
– Ficus macrophylla Roxb.;
– Ficus macrophylla Roxb. & Buch.-Ham. ex Sm.;
– Ficus oligodon Miq.;
– Ficus pomifera Wall. ex King;
– Ficus regia Miq.;
– Ficus rotundifolia Roxb.;
– Ficus roxburghii Wall. ex Steud.;
– Ficus sclerocarpa Griff.;
– Ficus scleroptera Griff.;
– Tremotis cordata Raf..

Etimologia –
Il termine Ficus è il nome in latino classico del fico, genere già noto allora, di probabile derivazione dall’ebraico.
L’epiteto specifico auriculata proviene dal latino “auricula”, cioè orecchio, in riferimento alla forma della foglia.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Ficus auriculata è una pianta originaria della Cina (Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hainan, Sichuan, Xizang e Yunnan), Bhutan, India, Malaysia, Myanmar, Nepal, Pakistan, Thailandia e Vietnam.
Il suo habitat naturale è quello delle foreste pluviali lungo i fiumi e nelle valli fino a circa 2100 m di altitudine; spesso viene rinvenuto lungo le sponde dei corsi d’acqua.

Descrizione –
Il Ficus auriculata è una pianta che cresce in forma di piccolo albero o arbusto sempreverde o semideciduo. Cresce fino a 10 m di altezza; ha una chioma espansa con tronco fino a 45 cm di diametro e corteccia grigio bruna; i rami giovani sono sottili, bruno rossicci, pubescenti, con le foglie concentrate nella parte terminale.
La specie è funzionalmente dioica (esistono piante a fioritura funzionalmente solo maschile, e piante femmine che producono frutti commestibili).
Le foglie si trovano su un robusto picciolo, lungo 5-20 cm; sono alterne, di forma ovato-cordate con margine leggermente dentato, lunghe 10-40 cm e larghe 8-30 cm o più, glabre superiormente, pubescenti inferiormente, con nervature evidenti; le foglie giovani sono di colore rosso.
Le infiorescenze sono dei siconi, cioè delle cavità dalle pareti carnose che racchiudono interamente i fiori, accessibili da una apertura apicale racchiusa da minuscole scaglie.
I siconi sono di colore bruno rossastro a maturità, prodotti in grappoli su particolari rami privi di foglie alla base del tronco o direttamente sui rami principali (caulifloria), sono piriformi o globoso depressi, di 4-8 cm di diametro, su un robusto peduncolo pubescente lungo 4-6 cm, con solo fiori femminili o maschili all’interno (specie dioica).
Per la fruttificazione occorre la presenza del suo insetto impollinatore. Come noto, a ciascuna specie di Ficus è associato uno specifico insetto appartenente alla famiglia delle Agaonidae (in questo caso si tratta del Ceratosolen emarginatus Mayr, 1906), che a sua volta può riprodursi solo se è presente la specie di Ficus cui è associato; i frutti sono minuscoli acheni contenenti un solo seme.

Coltivazione –
Il Ficus auriculata è un albero sempreverde che viene raccolto allo stato selvatico per i suoi frutti commestibili, per usi medicinali e per le sue foglie, che vengono utilizzate come piatti. L’albero è coltivato in India e dal Myanmar al Vietnam, nella Cina sud-occidentale e in Brasile per i suoi frutti commestibili; inoltre, talvolta viene coltivata come pianta ornamentale.
In vaso è una specie molto ornamentale, adatta per grandi ambienti luminosi; le innaffiature devono essere regolari in estate, diradate in inverno lasciando asciugare lo strato superficiale del terriccio, e le temperature superiori a 10 °C.
Per la sua coltivazione si tenga conto che è una pianta dei tropici umidi e di pianura, dove si trova ad altitudini fino a 1.700 metri. Cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 15 e 25 °C, ma può tollerare 12-32 °C.
Le piante mature possono essere uccise da temperature pari o inferiori a -2 °C, anche se la nuova crescita può essere gravemente danneggiata a 0 °C.
Preferisce una piovosità media annua compresa tra 1.200 e 1.900 mm, ma tollera 900 – 2.400 mm e cresce in pieno sole e in leggera ombra,
dal punto di vista pedologico preferisce un pH compreso tra 5,5 e 6,5, tollerando 5 – 7 e predilige terreni sciolti e umidi, ricchi di sostanza organica.
Inoltre la pianta ha bisogno di protezione dai venti secchi ed ha un tasso di crescita moderato.
La pianta è poco resistente al fuoco.
I frutti si formano in grandi grappoli sul tronco, su rami sottili derivanti dal tronco o anche sulle radici della pianta. La base, quindi, è spesso ricoperta da centinaia di frutti.
Gli alberi di fico hanno una forma unica di fecondazione, ogni specie fa affidamento su un’unica specie di vespa altamente specializzata che dipende a sua volta totalmente da quella specie di fico per riprodursi. Gli alberi producono tre tipi di fiori; maschio, un fiore femminile macrostile e un fiore femminile microstile, spesso chiamato fiore della bile. Tutti e tre i tipi di fiori sono contenuti nella struttura che solitamente consideriamo il frutto.
La vespa femmina del fico entra in un fico e depone le uova sui fiori femminili a stilo corto mentre impollina i fiori femminili a stilo lungo. Le vespe di fico maschi senza ali emergono per prime, inseminano le femmine emergenti e poi scavano tunnel di uscita dal fico per le femmine alate. Le femmine emergono, raccolgono il polline dai fiori maschili e volano via alla ricerca dei fichi i cui fiori femminili sono ricettivi. Per sostenere una popolazione del suo impollinatore, gli individui di un Ficus spp. deve fiorire in modo asincrono. Una popolazione deve superare una dimensione minima critica per garantire che in qualsiasi momento dell’anno almeno alcune piante abbiano una sovrapposizione di emissione e ricezione di vespe del fico. Senza questa sovrapposizione temporale le vespe impollinatrici di breve durata si estinguerebbero localmente.
La riproduzione avviene per seme, che va sparso sulla superficie del substrato mantenuto umido alla temperatura di 20-22 °C, per talea e margotta.

Usi e Tradizioni –
Il Ficus auriculata è una pianta conosciuta con vari nomi comuni; tra questi si riportano i seguenti: eared strangler fig, elephant ear fig tree, Eve’s apron, Roxburgh fig (inglese); da guo rong (cinese); figuier à oreilles d’éléphant, figuier de l’himalaya (francese); tirmal, tunla (hindi); nimaaro (nepalese); figueira brava, figueira-da-India (portoghese); higuera de Roxburgh, higuera del Himalaya (spagnolo); Roxburgh-feige (tedesco).
I frutti sono eduli e vengono consumati crudi o cotti, ad esempio nel curry, o utilizzati per confezionare marmellate, le foglie sono impiegate localmente come foraggio. Parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizionale per varie patologie; studi di laboratorio hanno evidenziato l’attività antiossidante degli estratti della corteccia.
Le giovani foglie prodotte dalle gemme apicali dei rami sono di colore sfumato di rossastro, diventano progressivamente verdi con la crescita, il dorso delle foglie di colore verde vivace, è liscio, mentre la parte ventrale, più chiara è tubercolata. Le foglie sono leggermente dentate (fatto inusuale nel genere Ficus).
Le foglie vengono usate come piatti ed il legno è duro e viene utilizzato per realizzare utensili domestici come combustibile.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali. L’albero è piantato nei programmi di controllo dell’erosione.

Modalità di Preparazione –
Il Ficus auriculata è una pianta coltivata sia per uso commestibile, medicinale che ornamentale.
I frutti si consumano crudi o cotti ed hanno un sapore dolce. Vengono utilizzati nella preparazione di marmellate, succhi e curry.
I frutti acerbi vengono utilizzati nelle insalate.
In campo medicinale il lattice degli steli viene applicato su tagli e ferite.
Parti della pianta vengono strofinate sulle punture delle api per lenirle.
Il frutto può avere azione lassativa.
Il frutto tostato viene utilizzato nel trattamento della diarrea e della dissenteria.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/259576658/original.jpeg
https://sernecportal.org/imglib/seinet/sernec/USCH/USCH0039/USCH0039189.JPG

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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