Alectis alexandrina
Alectis alexandrina
Il carango africano (Alectis alexandrina Geoffroy Saint-Hilaire, 1817) è un pesce appartenente alla famiglia dei Carangidae.
Sistematica –
Dominio Eukaryota,
Regno Animalia,
Sottoregno Eumetazoa,
Phylum Chordata,
Subphylum Vertebrata,
Superclasse Gnathostomata,
Classe Actinopterygii,
Sottoclasse Osteichthyes,
Superordine Acanthopterygii,
Ordine Perciformes,
Sottordine Percoidei,
Famiglia Carangidae,
Genere Alectis,
Specie A. alexandrina.
È basionimo il termine:
– Gallus alexandrinus Geoffroy Saint-Hilaire, 1817.
Sono sinonimi i termini:
– Alectis alexandrinus Geoffroy Saint-Hilaire, 1817
– Caranx alexandrinus (Geoffroy Saint-Hilaire, 1817);
– Caranx goreensis (Cuvier, 1833);
– Blepharis alexandrinus (Geoffroy Saint-Hilaire, 1817);
– Gallichthys aegyptiacus (Cuvier, 1833);
– Hynnis goreensis (Cuvier, 1833);
– Scyris alexandrina (Geoffroy Saint-Hilaire, 1817);
– Scyris alexandrinus (Geoffroy Saint-Hilaire, 1817);
– Selene goreensis (Cuvier, 1833);
– Vomer alexandrinus (Geoffroy Saint-Hilaire, 1817).
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Alectis alexandrina è un pesce distribuito principalmente in tutto l’Oceano Atlantico orientale tropicale, abitando le acque dell’Africa occidentale dal Marocco all’Angola.
La specie ha avuto anche diversi individui prelevati soprattutto nella parte meridionale del Mediterraneo e una cattura estrema nel Mar Adriatico.
È una specie generalmente solitaria che vive, spostandosi con nuoto potente, lungo le acque costiere a profondità di 50-70 m, ma che può risalire in superficie o scendere fino a 100 m.
Descrizione –
L’Alectis alexandrina è un pesce che si riconosce per avere il corpo molto compresso e alto, a forma di un grande crick con angoli netti. Con l’accrescimento il corpo diviene più allungato. Raggiunge la lunghezza massima di 100 cm, comunemente 60 cm. Supera i 3 kg di peso.
Ha un colore argenteo, spesso con riflessi e sfumature blu e verdastre nella parte superiore del corpo e nella testa. Le pinne possono essere verde argenteo o blu pallido o jaline. Negli individui giovani, a volte, vi sono 2-5 bande nere a ziga zag nella parte superiore del corpo.
Ha una bocca larga e i denti sulle mascelle sono disposti in serie larghe. L’estremità della mascella superiore termina all’altezza della metà anteriore dell’occhio. Nel primo arco branchiale vi sono 7-11 branchiospine inferiori e 25-28 superiori.
Si caratterizza per il profilo ottuso della testa e per una leggera concavità all’altezza dell’occhio. Il profilo dorsale è più curvato del profilo ventrale e la massima altezza del corpo si trova tra l’origine dei raggi molli della pinna dorsale e dei raggi molli della pinna anale.
Tranne alcune parti della testa e del corpo, è coperto da scaglie cicloidi, apparentemente piccole, ma osservandole attentamente si nota che sono profondamente conficcate nella pelle.
La linea laterale, anteriormente, è molto curvata, ma nella seconda parte diviene rettilinea e su di essa porta 6-11(20) scudetti verso la caudale. Alla base della pinna caudale, sopra e sotto gli scudetti della linea laterale che percorre il peduncolo, vi sono due carene per ogni lato.
La pinna dorsale si distingue in due parti: la prima parte è formata da 5-7 raggi spinosi, che possono essere riassorbiti negli esemplari più grandi; la seconda parte da 20-22 raggi molli. La pinna anale, quasi simmetrica e simile alla pinna dorsale, ha inizialmente 1 raggio spinoso (con l”età viene riassorbito) e a cui seguono 18-19 raggi molli. La caudale è molto forcuta e con i lobi appuntiti. La pinna pettorale, falcata, lunga e curva, si estende oltre il punto di congiunzione della linea laterale curva e della linea laterale retta. Frequentemente negli adulti e negli stadi giovanili il primo raggio della pinna dorsale e della pinna anale sono molto lunghi e filamentosi (in alcuni giovani i raggi filamentosi possono essere di più). Le pinne pelviche sono relativamente lunghe, più estese negli esemplari giovani. Le Vertebre sono 10 preanali e 16 post-anali.
Biologia –
L’Alectis alexandrina è un pesce di cui sono disponibili informazioni limitate sulla sua biologia, con le modalità e caratteristiche della riproduzione in gran parte sconosciute, ma le osservazioni sulla specie simile Alectis ciliaris suggeriscono che i singoli pesci possono accoppiarsi e quindi deporre le uova.
Gli stadi giovanili sono pelagici e, andando alla deriva con le correnti, può ritrovarsi, a volte vicino agli estuari dei fiumi.
Ruolo Ecologico –
L’Alectis alexandrina è uno dei tre membri del genere Alectis ed ha una storia tassonomica complessa, caratterizzata da due descrizioni di specie.
La prima descrizione fu fatta dal naturalista francese Étienne Geoffroy Saint-Hilaire nel 1817, in cui chiamò la specie Gallus alexandrinus, utilizzando il nome generico Gallus che era stato creato da Lacépède.
La seconda descrizione fu fatta da Georges Cuvier nel 1833 sotto il nome di Gallichthys a Egyptiacus. Anche questo nome è stato rivalutato due volte, prima che la descrizione fosse scartata come sinonimo junior di A. alexandrina. La specie è stata anche erroneamente chiamata Alectis alexandrinus. Tuttavia il genere è femminile e quindi alexandrina è l’ortografia corretta.
Gli adulti sono generalmente solitari nelle acque costiere, occupando le parti inferiori della colonna d’acqua, fino ad almeno 70 m. I giovani sono generalmente pelagici e vanno alla deriva con le correnti oceaniche, finendo talvolta negli ambienti degli estuari.
Questo pesce si nutre di calamari e altri pesci.
La specie è di minore importanza per la pesca locale in tutto il suo areale, ed è anche considerata un buon pesce selvatico, soprattutto nelle taglie più grandi. Tuttavia, la specie è raramente presa di mira dai pescatori, a causa della sua rarità comparativa. Il pesce ottiene anche prezzi elevati sul mercato, a differenza di molti altri membri dei Carangidi. Il record mondiale IGFA per la specie è di 8,10 kg catturato al largo di Daklha, Marocco nel 1993.
La specie è distribuita lungo la costa dell’Africa tropicale nell’Oceano Atlantico orientale, estendendosi fino al Mar Mediterraneo.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Louisy P., 2016. Guida all’identificazione dei pesci marini d’Europa e del Mediterraneo. Il Castello Editore, Milano.
Fonte foto:
https://www.inaturalist.org/observations/41808220