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Ruolo ecologico dei rettili

Ruolo ecologico dei rettili

I rettili (Reptilia Laurenti, 1768) sono la prima classe di vertebrati svincolatasi dall’ambiente acquatico e quindi adattata, per le fondamentali funzioni biologiche, alla vita in un ambiente strettamente terrestre. Il numero di specie di rettili attualmente viventi è di circa 11.341.
Ciò è dovuto innanzitutto a basilari adattamenti volti ad evitare la disidratazione di uova e animali: la pelle fortemente cheratinizzata e generalmente squamosa, le caratteristiche dell’uovo dotato di guscio è in grado di permettere la schiusa a sviluppo avanzato dell’organismo, ed i polmoni maggiormente concamerati di quelli degli anfibi, a compensare l’assenza di respirazione transcutanea.
La circolazione è doppia e incompleta, anche se nei coccodrilli il cuore ha i due ventricoli completamente divisi internamente, ma riuniti esternamente dal forame di Panizza.
Attualmente, tra gli ordini viventi dei rettili ricordiamo:
– i cheloni o testudinati, ovvero tartarughe e testuggini;
– i loricati, comprendenti coccodrilli, alligatori, caimani e gaviali;
– i rincocefali, rappresentati da una sola specie: i tuatara;
– gli squamati, comprendenti i sauri (lucertole ed affini: varani, gechi, camaleonti, iguane ecc.) e gli ofidi (i serpenti).

Ecologia –
I rettili ricoprono un ruolo ecologico fondamentale in moltissimi ecosistemi del mondo. Essi sono infatti formidabili controllori delle popolazioni di roditori e di insetti, e in alcuni casi sono i predatori più importanti di interi ecosistemi (basti pensare ai coccodrilli).
Per questo motivo giocano un ruolo significativo negli ecosistemi in cui vivono, contribuendo in diversi modi al mantenimento dell’equilibrio ecologico.
Di seguito si riportano alcuni dei principali ruoli ecologici dei rettili:
– Regolazione delle popolazioni di prede: Molti rettili sono predatori di insetti, piccoli mammiferi, anfibi e altri invertebrati. Questo aiuta a controllare le popolazioni di queste specie, influenzando indirettamente la struttura dell’intero ecosistema.
– Catena alimentare: I rettili sono spesso posizionati in diverse posizioni nelle catene alimentari. Possono essere prede per uccelli di preda, mammiferi, e altri predatori, mentre allo stesso tempo possono cacciare piccoli animali o invertebrati. Questo equilibrio nella catena alimentare è essenziale per la stabilità dell’ecosistema.
– Impatto sulla vegetazione: Alcuni rettili, come le tartarughe, possono influenzare la distribuzione delle piante in un’area attraverso il loro comportamento di alimentazione e la dispersione di semi. Possono contribuire alla creazione di habitat diversificati e favorire la biodiversità.
– Controllo delle malattie: Alcuni rettili, come i serpenti, possono controllare le popolazioni di roditori che potrebbero diffondere malattie. Questo aiuta a mantenere l’equilibrio ecologico e a ridurre il rischio di malattie trasmesse agli esseri umani.
– Riciclaggio dei nutrienti: Alcuni rettili svolgono un ruolo importante nel processo di decomposizione, contribuendo al riciclaggio dei nutrienti nell’ecosistema. Ad esempio, i detritivori come le lucertole possono consumare carcasse o materiale organico in decomposizione, aiutando a convertire i rifiuti organici in nutrienti che possono essere riassorbiti dall’ecosistema.
– Segnalatori ambientali: Le popolazioni di rettili possono risentire rapidamente dei cambiamenti ambientali. Pertanto, la loro presenza o assenza può fungere da indicatore per la salute generale dell’ecosistema. Studiare le popolazioni di rettili può fornire informazioni preziose sulla qualità dell’ambiente e sui cambiamenti che possono essere in atto.
In sintesi, i rettili svolgono ruoli chiave in numerosi ecosistemi, influenzando la struttura e la dinamica delle comunità biologiche e contribuendo all’equilibrio ecologico complessivo.
Purtroppo, soprattutto a causa della perdita degli habitat e delle attività antropiche, i rettili sono tra gli animali a più alto pericolo di estinzione.
L’estinzione di questi esseri viventi potrebbe causare un effetto domino di incalcolabili conseguenze.
I ricercatori hanno utilizzato dei modelli statistici per simulare le estinzioni di questi animali, legate all’inquinamento e all’espansione dell’uomo e per valutare quali sarebbero i loro impatti sugli ecosistemi. Tramite la stessa tecnica hanno anche osservato quali sono i fenomeni antropogenici – come cementificazione, inquinamento e costruzione di dighe negli alvi fluviali – che mettono a maggior rischio le specie di acqua dolce e quali sono i loro effetti più nascosti, ovvero difficilmente osservabili in natura.
Questi risultati hanno indicato soprattutto che se tutte le specie di tartarughe, testuggini e coccodrilli attualmente valutate come in pericolo critico dalla IUCN si estinguessero, il 13% delle forme di vita che convivono con queste creature andrebbe perso. Rispetto a qualsiasi altra specie minacciata esaminata, la scomparsa dei coccodrilli e delle tartarughe ha infatti il potenziale di causare il doppio della perdita di specie, che presentano un’elevata “diversità funzionale” all’interno degli ecosistemi. Con questo termine gli scienziati definiscono la gamma di specie che svolgono un rilevante compito ecologico all’interno dei diversi habitat e osservare una perdita quindi del doppio della diversità funzionale, se coccodrilli e tartarughe dovesse estinguersi, indica l’importanza di questi rettili, che assumono in tutto il mondo il ruolo di costruttori di nicchie ecologiche.




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