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Neptunia oleracea

Neptunia oleracea

La mimosa d’acqua (Neptunia oleracea Lour., 1790) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Rosidae,
Ordine Fabales,
Famiglia Fabaceae,
Sottofamiglia Mimosoideae,
Tribù Mimoseae,
Genere Neptunia,
Specie N. oleracea.
Sono sinonimi i termini:
– Mimosa natans L.f.;
– Mimosa prostrata Lam.;
– Mimosa aquatica Pers.;
– Mimosa lacustris Bonpl.;
– Desmanthus lacustris Willd.;
– Desmanthus natans Willd.;
– Neptunia natans Druce;
– Neptunia prostrata Baill.;
– Neptunia stolonifera Guill. & Perr.;
– Neptunia aquatica (Pers.).

Etimologia –
Il termine Neptunia proviene dal latino Neptunus, Nettuno, dio del mare nella mitologia latina.
L’epiteto specifico oleracea viene dal latino da ólus óleris, ortaggio, cioè utilizzato come verdura.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Neptunia oleracea è una pianta diffusa in un vasto areale che comprende America: Belize, Brasile, Cuba, Ecuador, El Salvador, Giamaica, Guatemala, Guyana, Honduras, Messico, Porto Rico, Repubblica Dominicana e Suriname; Africa: Angola, Benin, Botswana, Camerun, Gambia, Ghana, Kenya, Malawi, Mali, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Senegal, Sudafrica, Sudan, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia e Zimbabwe; Asia: Cambogia, Filippine, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Maldive, Myanmar, Nepal, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam.
Il suo habitat nativo è sconosciuto è quello anche se alcuni esperti ritengono che si trovi nell’area dal Messico al nord del Sud America.
Cresce in acque stagnanti e nei fiumi a lento decorso, fino a circa 300 m di altitudine.

Descrizione –
La Neptunia oleracea è una pianta acquatica, perenne, che presenta fusti striscianti, generalmente galleggianti, rigonfi di aerenchima (tessuto che oltre a permettere il galleggiamento, facilita il trasporto dell’ossigeno in tutte le parti della pianta, la perdita di tale tessuto, per qualsiasi causa, ne provoca l’affondamento) e radicati ai nodi; questi si estendono nell’acqua da 90 a 150 cm. Inoltre presenta una fitta radice a fittone, lunga fino a 150 cm, e fusti raramente ramificati.
Se piantata in piena terra può raggiungere i 180 cm di altezza.
Le foglie sono sensibili (si chiudono quando vengono toccate); sono pennate, con 2 – 4 paia di padiglioni auricolari; con rachide, compreso picciolo, lungo fino a 13 cm; le foglioline variano da 7 a 22 paia, di forma oblunga e lunghe da 5 a 20 mm e larghe da 1,5 a 4 mm.
L’infiorescenza è orbicolare; i fiori sono gialli, con peduncoli lunghi da 1,5 a 2,5 cm; il calice è lungo da 1 a 3 mm; la corolla varia da 3 a 4 mm di lunghezza.
I frutti sono dei baccelli piatti da 2,5 a 5,1 cm di lunghezza per 2,5 a 3,8 cm di larghezza.
All’interno di questi si trovano da 4 a 8 semi, ciascun seme misura da 1,9 a 2,8 cm di lunghezza per 0,8 a 1 cm di larghezza.

Coltivazione –
La Neptunia oleracea è pianta che cresce allo stato spontaneo in aree umide, corsi d’acqua e fiumi stagnanti e che viene raccolta per uso alimentare o medicinale.
È una pianta di facile e veloce crescita nei climi tropicali umidi e marginalmente subtropicali, dove può sopportare temperature fino a circa 5 °C durante la dormienza. In condizioni favorevoli i giovani germogli possono allungarsi ad una velocità di 5 – 7 cm al giorno.
Questa specie cresce meglio nelle aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 25 e 35 °C, ma può tollerare 15-38 °C.
Preferisce una piovosità media annua compresa tra 1.500 e 2.000 mm, ma tollera 1.000 – 4.000 mm.
Predilige aree lungo i bordi fangosi delle acque o in acque ferme o a corso lento. La pianta preferisce 30 – 80 cm di profondità d’acqua a lento movimento e una posizione in pieno sole.
Dal punto di vista pedologico preferisce un pH compreso tra 5 e 6,5, tollerando 4,5 – 7.
È una pianta perenne che a volte viene trattata come annuale in coltivazione. Il suo periodo di raccolta è di 4 – 6 mesi.
Sono state riportate rese di 30.000 – 50.000 germogli per ettaro per ogni raccolto.
Questa specie ha un rapporto simbiotico con alcuni batteri del suolo, questi batteri formano noduli sulle radici e fissano l’azoto atmosferico.
Viene coltivata, in particolare nel sudest asiatico, a volte come annuale, per gli apici vegetativi, le foglie e i legumi giovani.
La pianta si riproduce per seme, ma più frequentemente e facilmente per porzioni di fusto.
Si possono infatti ottenere talee staccando semplicemente pezzi di fusto che hanno già radicato nell’acqua.

Usi e Tradizioni –
La Neptunia oleracea è una pianta conosciuta con vari nomi comuni, tra questi ricordiamo: floating sensitive plant, sensitive neptunia, sensitive water plant, water mimosa (inglese); panilajak (bengalese); kânhchhnaèt (cambogiano); neptunie potegère (francese); lajjalu (hindi); kangkong putri, keman ayer, keman gajah (malay); anatsiriry (malgascio); carurù d’agua (portoghese – Brasile); alambusa (sanscrito); sensitiva de agua (spagnolo); suntaikkirai (tamil); nirutalavapu (telegu); phak krachet (thailandese); rau nhút (vietnamita).
La pianta viene coltivata, in particolare nel sudest asiatico per gli apici vegetativi, le foglie e i legumi giovani, ricchi di proteine, minerali e vitamine, che vengono consumati crudi o cotti.
Foglie e germogli hanno un sapore simile al cavolo; le estremità giovani degli steli e dei baccelli sono commestibili e solitamente consumate crude come verdura in Vietnam, Tailandia, Laos e Cambogia e coltivate in modo molto simile al riso. Le foglie giovani, le punte dei germogli e i baccelli giovani vengono solitamente consumati crudi o saltati in padella e al curry come il kaeng som.
Tutte le parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizionale, soprattutto indiana, per varie patologie.
Il succo del gambo e delle radici viene utilizzato per scopi medicinali. L’estratto della pianta intera pare abbia mostrato attività citotossica sulle linee cellulari neoplastiche, così come l’estratto dell’erba ha mostrato attività epatoprotettiva.
Dal punto di vista ecologico questa pianta è diffusa e abbondante in tutto il suo areale conosciuto. Le popolazioni migliorano grazie alla coltivazione e in alcune aree può essere considerata una specie invasiva. La pianta è classificata come “Least Concern” nella Lista rossa IUCN delle specie minacciate (2013).

Modalità di Preparazione –
La Neptunia oleracea è una pianta utilizzata sia a scopo alimentare che medicinale in molti paesi. È un ingrediente comune della cucina tailandese e la pianta viene coltivata in alcune zone tropicali dell’Asia per le sue foglie commestibili e i giovani germogli.
Nell’uso commestibile si utilizzano le foglie e gli steli galleggianti, sia crudi che cotti.
Sono croccanti e succosi, vengono utilizzati nelle insalate, cotti come una potherb e utilizzati nelle insalate di verdure acide.
Anche i giovani baccelli vengono consumati cotti.
La Yam phak krachet è un’insalata tailandese a base di questa pianta.
Si prepara anche un’insalata di papaya verde in stile laotiano (a sinistra) servita con rametti crudi di N. oleracea.
Nella medicina tradizionale la radice viene utilizzata come rimedio esterno contro la necrosi delle ossa del naso e del palato duro.
La radice viene utilizzata nello stadio avanzato della sifilide.
Il succo del gambo viene spremuto nell’orecchio per curare il mal d’orecchi.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://inaturalist-open-data.s3.amazonaws.com/photos/189830439/original.jpg

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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