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Mansoa alliacea

Mansoa alliacea

La liana d’aglio (Mansoa alliacea (Desv. ex Beauverd) A.H.Gentry) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Bignoniaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Sottoregno Tracheobionta,
Superdivisione Spermatophyta,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Sottoclasse Asteridae,
Ordine Scrophulariales,
Famiglia Bignoniaceae,
Genere Mansoa,
Specie M. alliacea.
È basionimo il termine:
– Bignonia alliacea Lam..
Sono sinonimi i termini:
– Adenocalymma alliaceum (Lam.) Miers;
– Adenocalymma obovatum Urb.;
– Adenocalymma pachypus (K.Schum.) Bureau & K.Schum.;
– Adenocalymma sagotii Bureau & K.Schum.;
– Adenocalymma alliaceum (Miers);
– Adenocalymna macrocarpum;
– Adenocalymna obovatum;
– Adenocalymna sagotii;
– Anemopaegma pachypus K.Schum.;
– Bignonia alliacea Sagot;
– Bignonia citrifolia Vitman;
– Pachyptera alliacea (Lam.) A.H.Gentry;
– Pseudocalymma alliaceum (Lam.) Sandwith;
– Pseudocalymma alliaceum var. macrocalyx Sandwith;
– Pseudocalymma pachypus (K.Schum.) Sandwith;
– Pseudocalymma sagotii (Bureau & K.Schum.) Sandwith;
– Pseudocalymma sagotii var. macrocalyx (Sandwith) L.O.Williams.

Etimologia –
Il termine Mansoa è stato dato in onore al botanico, medico e politico brasiliano Antonio Luiz Patricio da Silva Manso (1788-1848).
L’epiteto specifico alliacea deriva dall’aggettivo latino “alliaceus, a, um”, simile all’aglio, in riferimento all’odore di aglio che emana quando vengono stropicciate le foglie.

Sistematica –
La Mansoa alliacea è una pianta originaria dell’America tropicale e presente in un areale che comprende il Sud America, dal Brasile e Perù, a nord fino alla Costa Rica.
Il suo habitat è quello della foresta pluviale dove cresce nei suoli organici e ben drenati.

Descrizione –
La Mansoa alliacea è una pianta arbustiva o o rampicante semilegnosa e sempreverde.
I fusti sono lunghi 2-3 m e i rami giovani sono a sezione pressoché quadrangolare.
Le foglie si trovano su un picciolo lungo 0,7-1,5 cm; sono opposte, bifogliate, spesso con un cirro semplice tra le foglioline lungo 5-20 cm. Le foglioline si trovano su un piccolo picciolo lungo 0,5-1,2 cm, di forma oblungo-ovate con apice ottuso o acuminato e margine intero, lunghe 10-20 cm e larghe 3-9 cm, coriacee, con i lembi ai lati della nervatura centrale leggermente ricurvi verso l’alto e l’apice ricurvo verso il basso, di colore verde intenso e lucide superiormente. Le foglie stropicciate emettono un intenso odore di aglio, da cui il nome comune.
Le infiorescenze si trovano in posizione ascellare o terminale a pannocchia, su un peduncolo lungo 0,8-1,5 cm; queste portano numerosi fiori imbutiformi di colore porpora malva con gola bianca, che tendono al rosa e quasi al bianco col passare del tempo, di 6,5-9 cm di lunghezza e 3-5 cm di diametro. Il calice è campanulato, lungo 0,5-0,8 cm, generalmente troncato all’apice o leggermente pentadentato, di colore verde; la corolla ha un tubo lungo 5-8 cm e 5 lobi tondeggianti, lunghi 1-2,5 cm, e 4 stami didinami. I fiori emanano un tenue odore di aglio avvertibile solo a brevissima distanza.
Il frutto è una capsula lineare appiattita con apice arrotondato, lunga 10-50 cm e larga 1,5-2,4 cm, con le due facce percorse in mezzeria da una sottile cresta, contenente numerosi semi con due ali membranose, lunghi 1,8-6 cm e larghi 1-1,5 cm.

Coltivazione –
La Mansoa alliacea è una pianta coltivata anche come specie ornamentale, con fogliame che odora d’aglio.
È una pianta delle foreste pluviali tropicali e preferisce un terreno che trattiene l’umidità ma ben drenato e ricco di humus. La pianta può resistere a temperature di qualche grado sopra lo zero, ma teme le gelate, per cui, fuori dal suo areale, è bene riparare le piante durante l’inverno, oppure pacciamarle bene alla base ed eventualmente coprirle con un tessuto non tessuto.
Questa specie ha una vistosa e abbondante fioritura che va dalla primavera all’autunno; è a crescita moderatamente lenta, coltivabile in piena terra nelle regioni tropicali e subtropicali umide, se ne può tentare la coltivazione, in posizione riparata, nelle regioni temperato-calde più miti dove temperature prossime a 0 °C sono eccezioni di breve durata.
Per la coltivazione richiede pieno sole o una leggera ombreggiatura e suoli ben drenanti, non sopportando ristagni idrici, ricchi di sostanza organica, e ampia disponibilità di acqua durante il periodo vegetativo.
Se si decide di potarla, per mantenere un portamento più compatto o per allevarla a cespuglio, questa va effettuata dopo la fioritura.
Dove non è possibile la coltivazione in permanenza all’aperto può essere coltivata in vaso per essere riparata nei mesi più freddi in ambiente protetto particolarmente luminoso con temperature minime notturne non inferiori a 14 °C.
Le innaffiature devono essere abbondanti e frequenti durante il periodo vegetativo, più distanziate in inverno in modo da fare asciugare lo strato superficiale del substrato. Per scopo ornamentale si possono effettuare concimazioni mensili, dalla primavera a inizio autunno, con prodotti bilanciati idrosolubili, contenenti microelementi ma in maniera moderata.
La riproduzione può essere effettuata per seme da porre in substrato drenante e mantenuto umido alla temperatura di 25-28 °C. In queste condizioni i tempi di germinazione sono di 1-2 mesi. Si può propagare agevolmente anche per talea semilegnosa, con 3-4 nodi di cui due interrati, e per propaggine.

Usi e Tradizioni –
La Mansoa alliacea è una pianta conosciuta con vari nomi comuni: amethyst vine, garlic vine (inglese); alho-de-mata, cipó-alho (Brasile); campana morada, chica, chirriador (Colombia): jalapa (Costa Rica); liane d’ail (francese); ajo del monte, ajo sacha, sacha ajo (Perù); bejico de ajo, mata de ajo (Porto Rico).
La specie è spesso erroneamente indicata col nome di Cydista aequinoctialis (L.) Miers (sinonimo di Bignonia aequinoctialis L.) che è una specie differente, facilmente distinguibile per l’assenza del tipico odore di aglio emanato dalle foglie stropicciate.
La pianta è stata a lungo utilizzata nella medicina tradizionale dalle popolazioni locali ed è anche comunemente coltivata come pianta ornamentale e da vaso per interni.
Inoltre è una pianta rituale in Amazzonia ed usata come condimento per cibi e proprietà medicinali.
La specie, infatti, riveste da tempi remoti un ruolo fondamentale nella medicina tradizionale e nei rituali delle popolazioni indigene dell’Amazzonia, oltre che come condimento per i cibi.
Alcuni estratti di varie parti della pianta sono stati utilizzati principalmente nelle affezioni polmonari, raffreddori, reumatismi, come analgesici, febbrifughi, vermifughi, insetto repellenti; studi di laboratorio hanno evidenziato la presenza di numerosi composti con attività antibatteriche, antifungine, antinfiammatorie, antiossidanti, antivirali e ipotensive.
La pianta contiene una serie di composti attivi dal punto di vista medico. Questi includono molti dei principali composti solforati contenuti nell’aglio, tra cui l’alliina e i solfuri allilici. Questi sono i composti responsabili dell’odore e del sapore simili all’aglio. È noto che questi composti abbassano i livelli di colesterolo nel sangue e inibiscono l’assorbimento del colesterolo nell’intestino.
Si dice che il legno della vite contenga due sostanze chimiche lapachone che sono sostanze chimiche vegetali ben note della famiglia delle Bignoniaceae e documentate con azioni antitumorali e antimicrobiche.
Le foglie e/o i fiori contengono i noti steroidi vegetali antinfiammatori e antibatterici beta sitosterolo, stigmasterolo, daucosterolo e fucosterolo.
In campo medicinale, come detto, è una pianta con varie proprietà, tra cui è: anodina, antibatterica, anticolesterolemica, antifungina, antinfiammatoria, antiossidante, antireumatica, antispasmodica, antitosse, antivirale e febbrifuga. La pianta è stata consigliata anche come vermifugo.
È stato dimostrato che un estratto acquoso delle foglie ha un effetto antiossidante che è stato attribuito ai composti antocianici presenti nella pianta.
La ricerca ha confermato l’uso di lunga data della pianta per il trattamento dell’artrite e dei reumatismi, segnalando che la pianta è in grado di inibire la COX (un enzima necessario nel processo infiammatorio).
È stato anche segnalato che la pianta esercita azioni antimicrobiche contro funghi, virus vegetali e batteri, il che può aiutare a spiegare il suo uso di lunga data per raffreddore, influenza, polmonite e altre infezioni delle vie respiratorie superiori.
Non si conoscono altri usi.

Modalità di Preparazione –
La Mansoa alliacea è un rimedio vegetale molto comune e rispettato in Amazzonia contro il dolore e l’infiammazione dell’artrite e dei reumatismi, così come contro il raffreddore, l’influenza e la febbre ma anche contro la diarrea e le ulcere cutanee.
La corteccia viene utilizzata nelle preparazioni di ayahuasca (che è un decotto psichedelico a base di diverse piante amazzoniche in grado di indurre un effetto visionario oltre che purgante).
Alcuni prodotti in capsule e foglie sono venduti nei negozi in Brasile e Perù e possono essere trovati come ingrediente in varie altre formule multi-erbe per il dolore da raffreddore e influenza.
Molti la considerano la pianta “magica” o “spirituale” e sospendono mazzi di foglie in casa come buon augurio o per scacciare gli spiriti maligni. Le foglie vengono bruciate come macchia sulle persone o nelle case per “purificare lo spirito” o per portare fortuna.
La pianta è diventata anche un trattamento popolare nella moderna medicina erboristica del Sud America, dove è ampiamente utilizzata per il trattamento di artrite, reumatismi, dolori muscolari e dolori muscolari, lesioni e dolore.
Sia la corteccia (in infuso) che le foglie (in decotto) vengono utilizzate come cura contro i reumatismi, l’artrite, il raffreddore, i disturbi uterini, le infiammazioni e l’epilessia.
La radice viene preparata in una tintura di alcol di canna come tonico rigenerante per tutto il corpo.
La corteccia viene utilizzata come impiastro su protuberanze, gonfiori e stati infiammatori della pelle.
Le foglie vengono utilizzate nel trattamento del raffreddore e come aiuto per la fertilità. Vengono comunemente aggiunte ai bagni per curare stati febbrili, influenza, dolori muscolari, crampi e affaticamento.
Nell’uso commestibile si usano le foglie impiegate come condimento o spezia per il loro sapore e odore di aglio.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://indiabiodiversity.org/biodiv/observations//05f048b9-94f8-47e7-9b89-6bc1106a6440/358.JPG

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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