Effetti dei campi elettromagnetici sugli organismi viventi
Effetti dei campi elettromagnetici sugli organismi viventi
Come è noto gli esseri viventi sono soggetti a radiazioni di origine e natura diverse:
– il campo elettromagnetico naturale, prodotto dalle onde elettromagnetiche del sole, delle stelle, dai fenomeni metereologici, dal sottosuolo, e dalla terra stessa che genera un campo elettromagnetico che interagisce con il cosmo.
– la radioattività ambientale, prodotta dagli atomi radioattivi che si trovano nel terreno, in aria e perfino all’interno di noi stessi, che generano quindi onde elettromagnetiche.
Tuttavia a queste onde elettromagnetiche, negli ultimi 80 anni, si sono aggiunte sorgenti di elettromagnetismo artificiale, prodotto da impianti che funzionano a corrente elettrica o a batteria (elettrodotti, antenne TV, ripetitori telefonici e radiofonici, reti wireless, televisori, cordless e ricetrasmittenti, computer, stampanti, scanner, fax, elettrodomestici, cellulari ecc.).
Tutti dispositivi che producono campi elettrici e magnetici (CEM) che si propagano nello spazio sotto forma di onde elettromagnetiche artificiali.
Da recenti studi emerge che i CEM potrebbero rappresentare un rischio per la salute degli organismi viventi (compreso l’uomo) in quanto provocano il riscaldamento del corpo o di sue parti esposte alle radiazioni.
La gravità di questo tipo di effetto, va ricercata nel fatto che questo riscaldamento avviene internamente al corpo e non viene percepito dagli organi sensoriali, per cui l’organismo non è in grado di attivare meccanismi di compensazione. Quindi la riduzione o la sovrapproduzione di determinate sostanze negli organismi viventi, esposti in modo prolungato a queste radiazioni, spiegherebbe l’insorgere di alterazioni genetiche.
Molti studi sono stati condotti su come le radiazioni elettromagnetiche possano influenzare anche l’ambiente, tra cui quelli effettuati da EKLIPSE, un ente che si occupa di biodiversità globale, traendo come conclusione che l’influenza dei CEM potrebbe rappresentare un potenziale rischio per l’orientamento dei volatili e disturbare la “bussola” magnetica usata da molti uccelli e insetti migratori.
Inoltre le radiazioni elettromagnetiche interferiscono anche con l’orientamento di insetti, ragni e mammiferi e potrebbero persino disturbare il metabolismo delle piante. Proprio in Olanda diversi studi hanno fatto registrare numerose anomalie nella crescita delle piante e in particolare degli alberi, decolorazione delle foglie e varie forme di necrosi dei tessuti delle piante, ecc. Dieci anni fa queste anomalie interessavano il 10% delle piante mentre oggi sarebbero presenti nella quasi totalità degli alberi esposti alle radiazioni di sorgenti CEM.
Per non trascurare come numerosi studi di ricerca hanno evidenziato che le radiazioni da onde elettromagnetiche hanno un impatto negativo sulle api mellifere e probabilmente anche su altri insetti impollinatori. Queste radiazioni producono cambiamenti biochimici, alterando il comportamento delle api e con un impatto, ovviamente, sulla loro riproduzione, sulla produzione di miele e sul loro ruolo di impollinatori.
Tutto questo starebbe portando al pericolo di estinzione di vari organismi tra cui le api di tutto il mondo; fenomeno conosciuto col termine di “Colony Collapse Disorder” (CCD).
Questo disastro ambientale, affrontato da varie ricerche, è stato giustificato come effetto di vari fattori, come la proliferazione dei pesticidi, degli agenti patogeni fungini, dei cambiamenti climatici ed altri.
Tuttavia oltre all’aumentata esposizione a pesticidi, prodotti chimici e infezioni, i ricercatori hanno lanciato l’ipotesi che lo stress sempre crescente dell’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche ha indebolito le popolazioni di api e diminuito la capacità di conservare la loro salute.
Ricordiamoci, come detto, che negli ultimi 80 anni i livelli ambientali di campi elettromagnetici (RF-EMF) sono aumentati bruscamente, creando una nuova esposizione energetica che prima non esisteva. Linee elettriche, telefoni cellulari, torri cellulari e wireless contribuiscono in varia misura a quello che viene chiamato inquinamento elettromagnetico.
A causa di fisiologie uniche, alcune specie di flora e fauna sono sensibili ai campi elettromagnetici esogeni. Tra questi anche gli impollinatori e le api mellifere.
In tal senso un autorevole rapporto americano sull’esposizione al 5G denuncia come le irradiazioni del wireless di quinta generazione stiano danneggiando animali e fauna allo stato brado, portandoli fino alla morte. Tale responso emerge da un recente rapporto pubblicato nel 2021 sulla rivista Reviews on Environmental Health suddiviso in tre sezioni, realizzato dai ricercatori dell’Università di Washington e della Johns Hopkins University (Baltimora nel Maryland).
Tale studio, sugli effetti dell’elettrosmog su flora e fauna, che contiene oltre 200 pagine e più di 1.000 riferimenti scientifici in bibliografia, afferma come “gli effetti biologici sono stati osservati ampiamente a intensità incredibilmente basse se paragonate alle odierne esposizioni ambientali di radiofrequenze onde non ionizzanti.
Inoltre numerosi studi di ricerca peer reviewed hanno dimostrato che le radiazioni di campi elettromagnetici non ionizzanti (RF-EMF) hanno un impatto negativo sulle api mellifere e sui bombi: queste possono alterare il comportamento delle api, indurre cambiamenti biochimici e avere un impatto sulla loro riproduzione.
È noto infatti (da numerose ricerche) che le api e tutti gli insetti impollinatori sono dotati di una particolare modalità sensoriale che permette loro di rilevare campi elettrici dei fiori, per cui sono particolarmente sensibili alle interferenze di grandi quantità di radiazioni elettromagnetiche.
Le onde elettromagnetiche disturbano l’orientamento delle api, le quali hanno un organo specifico per percepire le forze magnetiche, che permette loro di navigare utilizzando la propria bussola. Una revisione di Ulrich Warnke (ex ricercatore e componente del consiglio superiore dell’Università di Saarland in Germania) cita più studi e postula che i campi elettrici, magnetici e campi elettromagnetici disturbano l’orientamento e la navigazione di molti uccelli e impollinatori, contribuendo a complicare le loro capacità di navigazione.
A queste considerazioni possiamo aggiungere uno studio pubblicato sulla rivista Apidologie dallo scienziato Daniel Favre (Università di Losanna); in tale ricerca dopo 83 test condotti, inserendo cellulari o all’interno di un alveare o nelle immediate vicinanze, si è riscontrato che all’atto della ricezione di una chiamata il comportamento delle api in media corrisponde alla sindrome del CCD che si verificava con:
– aumento del ronzio delle api sino a 10 volte nel momento della chiamata;
– abbandono dell’alveare e disorientamento erratico ed in molti casi la morte delle api stesse.
La ricerca ha potuto concludere così che: “I dati presenti suggeriscono fortemente che le colonie di api da miele sono influenzate e disturbate dalle onde elettromagnetiche (RF-EMF)”.
Un altro studio è stato condotto da alcuni ricercatori indiani, nelle operaie adulte di Apis mellifera L.; nella ricerca le api sono state sottoposte alle radiazioni di un cellulare; rispetto al gruppo di controllo (non sottoposto alle radiazioni), vi sono state influenze nel comportamento e nella fisiologia delle api. Si è notata nelle prime una ridotta attività motoria delle api operaie, seguita da una migrazione in massa e movimento verso il telefono cellulare.
I ricercatori hanno poi potuto verificare che il periodo iniziale tranquillo è stato caratterizzato da un aumento della concentrazione di biomolecole tra cui proteine, carboidrati e lipidi, forse a causa della stimolazione del meccanismo del corpo per combattere la condizione di stress creato dalle radiazioni. Nelle fasi successive dell’esposizione, c’è stato un leggero calo della concentrazione di biomolecole probabilmente perché il corpo si era adattato allo stimolo.
Altre ricerche hanno potuto appurare che gli alveari delle api situati vicino a linee elettriche ad alta tensione in campi a partire da 4 Kv/m hanno prodotto meno miele e hanno avuto alti tassi di mortalità. È stato anche osservato che le colonie esposte a forti campi elettrici producono meno miele.
Inoltre è stato osservato un calo significativo nella forza della colonia e nel tasso di deposizione delle uova della regina. Il comportamento delle bottinatrici esposte è stato influenzato negativamente dall’esposizione, non c’era né miele né polline nella colonia alla fine dell’esperimento, portando alla conclusione che le radiazioni generate dai telefoni cellulari disturbano il ciclo di vita delle api e influenzano il loro sistema di riproduzione e di produzione del miele.
Un altro studio del 2021 (pubblicato sulla rivista Animals) ha verificato gli effetti dei campi elettromagnetici (EMF) di 50 Hz (radiazioni non ionizzanti emesse da linee elettriche e impianti elettrici) sulle api. In 12 ore sono stati riscontrati effetti sui parametri comportamentali delle api mellifere, concludendo che “varie intensità hanno ridotto il numero di episodi di movimento, i contatti tra gli individui e auto-pulizia”. Inoltre, rispetto al gruppo di controllo, si è notato un aumento dell’attività di enzimi proteasi, che sono coinvolti nella risposta del sistema immunitario. I ricercatori hanno concluso che questi risultati mostrano che un campo elettrico a 50 Hz è un potenziale fattore nocivo per l’ape.
Ovviamente, come sempre succede per la ricerca scientifica, sono necessarie ulteriori indagini e conferme anche se, appare abbastanza evidente che c’è un urgente bisogno di ridurre le esposizioni alle radiazioni elettromagnetiche per proteggere la popolazione delle api e, più in generale, dell’ambiente.
Ma la domanda che adesso dobbiamo farci è la seguente: cosa intendiamo per progresso sociale se questo mette in dubbio la sopravvivenza della nostra stessa civiltà? è possibile che dobbiamo cambiare sostanzialmente lo stesso criterio di progresso in favore di un altro e, cioè, di benessere?
Vi invito a fare questa riflessione conclusiva.
Col termine progresso, secondo alcuni dizionari, si intende:
– Avanzamento in senso verticale, verso gradi o stadi superiori, con implicito quindi il concetto del perfezionamento, dell’evoluzione, di una trasformazione graduale e continua dal bene al meglio, sia in un ambito limitato sia in un senso più ampio e totale.
Col termine benessere, sempre secondo alcuni dizionari, si intende:
– Stato felice di salute, di forze fisiche e morali.
A tutti noi le riflessioni ma forse è giunto il momento di cambiare il nostro paradigma di pensiero e di Visione verso il reale senso della Vita, parametrando le nostre azioni, le nostre attività e i nostri stili di vita verso un benessere che metta in seria discussione quella forma di progresso che ha corrotto una civiltà giunta oramai al termine.
Forse, come l’Araba Fenice, tocca a questa civiltà morente porre le basi per costruire una nuova civiltà.
Guido Bissanti
In realtà vengono studiati da anni gli effetti (interessantissimi, complessi e non limitati al mero “riscaldamento”) dei CEM sui sistemi biologici, ma la tipica risposta saccente che si riceve quando si invoca il principio di precauzione è: “haha, non sono radiazioni ionizzanti, quindi non fanno male, lo dice la scienza!”. Con tanti saluti alla scienza… e alla salute.
Infatti. Grazie.