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Picea farreri

Picea farreri

L’abete di Farrer (Picea farreri, C.N.Page & Rushforth, 1980) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Pinaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Pinophyta,
Classe Pinopsida,
Ordine Pinales,
Famiglia Pinaceae,
Genere Picea,
Specie P. farreri.
È sinonimo il termine:
– Picea brachytyla var. farreri (C.N.Page & Rushforth) Eckenwalder.

Etimologia –
Il termine picea è il nome latino del pino selvatico in Virgilio e Plinio.
L’epiteto specifico farreri rende onore al viaggiatore e collezionista di piante, Reginald John Farrer (1880 – 1920), che collezionò per primo la specie durante un’esplorazione in Birmania e ne introdusse il seme in Inghilterra, dove fu piantato in diversi arboreti e parchi privati.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Picea farreri è una conifera endemica di un areale che comprende lo Yunnan occidentale (valle del Nu Jiang) ed il Myanmar settentrionale (valle Fen-Shui-Ling).
Il suo habitat è quello della foresta aperta dove si ritrova in piccole formazioni forestali pure, con sottobosco di bamboo e ginepri. A quote meno elevate talvolta si mischia con specie del genere Larix, Tsuga dumosa e Pinus armandii. In Myanmar cresce in montagne calcaree fresche e umide con forti piogge monsoniche, ad altitudini da 2.400 a 2.700 m sopra il livello del mare.

Descrizione –
Il Picea farreri è una conifera che cresce fino a 30-35 m di altezza, con unico tronco di 60-70 cm di diametro.
La corteccia è di colore grigio o grigio-marrone, rugosa e divisa in placche irregolari.
La chioma è ampiamente conica ed i rami del primo ordine sono lunghi, slanciati, orizzontali o rivolti in basso, pendenti, quelli del secondo ordine sono sempre lunghi, snelli e pendenti; i virgulti sono snelli e cadenti, di colore marrone-olivaceo, poi marrone-arancione, con scanalature prominenti, inizialmente con pubescenze sparpagliate, poi glabri. I pulvini, poco sviluppati, sono lunghi 0,6-1 mm, pubescenti, arancioni-marroni, disposti a 40°-60° rispetto all’asse del virgulto.
Le foglie sono aghiformi, di colore verdi-glauche o verdi superiormente, con due bande candide di stomi inferiormente, lineari, dritte o lievemente ricurve, con pagina superiore convessa e pagina inferiore piatta, con punta acuta e lievemente pungente, lunghe 1,8-2,3 cm; hanno 5-6 linee di stomi nella pagina inferiore. Le gemme sono ovoidali-coniche, leggermente resinose e lunghe 4-5 mm; hanno perule ottuse, persistenti per anni e di colore nocciola o marrone-purpureo.
Gli strobili maschili sono ascellari, lunghi 1,5-2,5 cm, di colore giallastro.
I coni femminili sono ellissoidali-cilindrici, con peduncolo obliquo lungo 5 mm, prima eretti e poi pendenti a maturazione, lunghi 6-12 cm e larghi 2,5-4,5 cm, con apice ottuso, inizialmente verdi o verdi-purpurei, poi marroni scuri a maturazione. I macrosporofilli, lunghi 12-22 mm e larghi 8-15 mm, sono obovati-oblunghi, leggermente convessi, con superficie liscia, finemente striata e ondulata, glabra; le loro brattee sono rudimentali, ligulate, lunghe 2-3 mm, interamente nascoste. I semi sono marroni, oblunghi-ovoidali, con punta stretta, lunghi 4 mm, con parte alata di 13-15 mm, di colore marrone-arancione lucido.

Coltivazione –
Il Picea farreri è una conifera che vegeta ad altitudini comprese tra i 2400 e i 2700 m, su suoli calcarei. Il clima di riferimento è fresco umido, con abbondanti precipitazioni monsoniche.
Il suo limite di resistenza al freddo è tra -6,6 ° e -1,1 ° C.
Si tratta di una specie diffusa su un piccolo areale e quindi molto suscettibile all’erosione dell’areale anche per deforestazione.
La sua propagazione avviene per seme e la pianta è presente fuori dal suo areale naturale in rare collezioni o come pianta ornamentale.

Usi e Tradizioni –
Il Picea farreri è stata descritto a volte come varietà di P. brachytyla ((Eckenwalder 2009) ma attualmente viene classificata come specie distinta.
Questa interessante specie è stata descritta nel 1980 (Notes Roy. Bot. Gard. Edin., Vol. 39, pp. 129–36).
Il suo legno viene utilizzato solo localmente in edilizia. Rarissima in orti e giardini botanici, Page e Rushforth scoprirono l’unico esemplare coltivato nel 1979, nell’Hampshire.
È una specie molto rara e localizzata, con solo 2-3 sub-popolazioni conosciute, con un areale primario di 20 km². Non si conoscono dettagli certi sull’impatto provocato dalla deforestazione e per questo motivo viene classificata come specie vulnerabile nella Lista rossa IUCN, suscettibile di future variazioni.

Modalità di Preparazione –
Il Picea farreri è una conifera endemica di un piccolo areale dove è stata utilizzata per il suo legname mentre non sono noti altri utilizzi.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– GBIF, the Global Biodiversity Information Facility.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.

Fonte foto:
https://repo.rbge.org.uk/image_server.php?kind=1500&path_base64=L2hlcmJhcml1bV9zcGVjaW1lbl9zY2Fucy9FMDAvNDI5Lzk4Ny81MTE4NjIuanBn

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