Gentiopicroside
Gentiopicroside
Il gentiopicroside, conosciuto anche col nome gentiopicrina, è composto secoiridoide il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: (3S,4R)-4-ethenyl-3-[(2S,3R,4S,5S,6R)-3,4,5-trihydroxy-6-(hydroxymethyl)oxan-2-yl]oxy-4,6-dihydro-3H-pyrano[3,4-c]pyran-8-one.
Il gentiopicroside ha formula bruta o molecolare: C16H20O9 ed è una sostanza di origine naturale presente nel genere Gentiana spp., Symphyotrichum salignum (Willd.) G.L.Nesom, Exacum affine Balf.fil. ed altre specie del mondo vegetale.
Le piante che contengono questo principio attivo, come la Gentiana sono largamente nella medicina popolare in Asia per il trattamento di stati di infiammazione.
Il gentiopicroside, essendo un secoiridoide, appartiene al sottogruppo degli iridoidi, composti organici che presentano nella loro struttura chimica un anello del ciclopentano fuso a un anello esatomico eterociclico contenente ossigeno. I secoiridoidi si differenziano dagli iridoidi in quanto presentano la scissione dell’anello del ciclopentano; per questo motivo presentano un anello eterociclico a sei membri.
Ricerche e studi sul gentiopicroside hanno potuto evidenziare alcune sue proprietà. Tra queste quelle antinfiammatorie, di ridurre il dolore, il prurito e la dermatite indotti da corticosteroidi.
Il gentiopicroside, inoltre, inibisce l’adipogenesi nelle cellule3T3-L1 in quanto conduce ad un abbassamento di alcuni fattori adipogenici chiave e, ancora, è in grado di inibire, in modo dose-dipendente, l’assorbimento dei lipidi.
Il gentiopicroside è in grado di migliorare il quadro clinico della gastrite indotta da etanolo ed ha proprietà antinfiammatorie per merito della downregulation delle citochine infiammatorie ed inoltre provoca la soppressione di iNOS e COX-2.
Altre ricerche hanno potuto rilevare la capacità del gentiopicroside come:
– anti-artrite;
– anti-osteoporosi;
– antidepressivo.
Infine il gentiopicroside ha dimostrato caratteristiche utili nella terapia diabetica in quanto è in grado di prevenire l’infiammazione renale (in modelli murini con diabete indotto da streptozotocina) e, in questo modo, limita la progressione in fibrosi renale.
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