Nilo
Nilo
Il Nilo è il più lungo fiume africano che, con i suoi 6.852 km.
Dalle sorgenti al delta il Nilo attraversa sette paesi africani: Burundi, Ruanda, Tanzania, Uganda, Sudan del Sud, Sudan ed Egitto, ma il suo bacino idrografico include porzioni di Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Etiopia ed Eritrea.
È stato considerato, fino a pochi anni fa il fiume più lungo del mondo contendendo il primato della lunghezza al Rio delle Amazzoni.
Etimologia
La parola Nilo proviene dalla parola greca Nèilos (Νεῖλος), che significa “valle del fiume”. Nella lingua egizia, il Nilo è chiamato iteru, che significa grande fiume, rappresentato dai geroglifici mostrati a sinistra (letteralmente itrw).
In lingua copta, le parole piaro o phiaro che significano il fiume (lett. p(H).iar-o il.canale-grande) provengono dallo stesso nome antico.
Caratteristiche Geografiche –
Nonostante l’immaginario collettivo di solito si concentri sul delta che sfocia nel Mar Mediterraneo, è importante notare come il Nilo attraversi un’ampia fetta del continente africano. Con un’estensione che occupa circa il 10% dell’intera Africa e un bacino idrico che tocca undici Stati africani, il Nilo e le sue acque sono cruciali per la stabilità e lo sviluppo della regione, e la sussistenza del 45% della popolazione del continente.
Il bacino del Nilo, con i suoi laghi e affluenti, è condiviso tra Egitto, Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Eritrea, Tanzania, Uganda, Burundi, Ruanda, Kenya e Repubblica Democratica del Congo. Il fiume nasce dall’unione del Nilo Bianco, emissario del Lago Vittoria in Uganda, con il Nilo Azzurro, che ha origine in Etiopia.
Il Nilo è costituito da due grandi rami confluenti, il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro; quest’ultimo contribuisce con un maggior apporto di acqua e di limo fertile, ma il primo è il più lungo. Il Nilo Bianco nasce convenzionalmente dal Lago Vittoria a Jinja, in Uganda, ma le sue fonti si spingono fino al Ruanda e al Burundi; scorre poi verso nord in Uganda e in Sudan meridionale. Il Nilo Azzurro invece nasce convenzionalmente dal Lago Tana, in Etiopia, e scorre attraverso il Sudan sud-orientale. I due fiumi si incontrano e si fondono presso la capitale sudanese Khartum.
Il corso settentrionale del fiume scorre quasi interamente attraverso il Sahara, dal Sudan all’Egitto, un paese la cui civiltà è dipesa dal fiume fin dai tempi antichi e più remoti. La maggior parte della popolazione egiziana e tutte le sue città (con l’eccezione di quelle situate lungo la costa) si trovano lungo la valle del Nilo a nord di Assuan, e quasi tutti i siti storici e culturali dell’Antico Egitto si trovano lungo le sponde del fiume.
Alla fine il Nilo si dirama in un grande delta e sfocia nel Mar Mediterraneo. Il suo numero di Strahler è 10.
Note Storiche –
Il Nilo è strettamente legato allo sviluppo dell’antica civiltà egiziana, con la maggior parte della popolazione e delle città situate nella valle a nord di Assuan. Il Nilo è stato vitale per la cultura egiziana sin dall’età della pietra. Il cambiamento climatico e il progressivo inaridirsi dei pascoli e di quelle terre d’Egitto che hanno dato vita al Sahara, già nell’8000 a.C. presumibilmente hanno spinto gli abitanti a migrare verso il fiume, dove poi hanno sviluppato un’agricoltura sedentaria basata sulla fertilizzazione del territorio grazie al limo e una società più centralizzata.
Ogni anno il fiume oltrepassava il letto e travolgeva i territori limitrofi; le acque si ritiravano in novembre, rientrando nell’alveo, e lasciavano sui campi uno strato di fango di colore scuro ed estremamente fertile (limo).
Lungo la valle del Nilo i contadini hanno sfruttato abilmente l’inondazione del Nilo, organizzando opere di bonifica a danno di paludi e acquitrini.
Gli egizi furono pertanto in grado di coltivare grano e altre colture, ricavandone cibo per supportare le esigenze alimentari della popolazione. Inoltre l’introduzione ad opera dei Persiani dei bufali nel VII secolo a.C. che ricercavano ambienti umidi e con presenza di acqua, in aggiunta ai cammelli, rappresenta un’eccellente fonte di carne.
I bufali vennero inoltre addomesticati e utilizzati per l’aratura, mentre i cammelli come animali da soma. L’acqua fu pertanto di vitale importanza sia per le persone, che per il bestiame. Il Nilo permise inoltre un efficiente sistema di trasporto.
Inoltre le acque del fiume Nilo davano rifugio a numerose specie di animali e di piante. Le fertili zone paludose costituivano un vero paradiso per i cacciatori, soprattutto quando le acque della piena si ritiravano. Sulle sponde del fiume si cacciavano gli uccelli, servendosi di reti e di boomerang.
Ecosistema –
Durante i secoli le aree attorno al Nilo sono diventate sempre più aride, trascinando con se popolazioni e cambiando le caratteristiche dell’ecosistema, sempre più desertico allontanandosi dalle rive del fiume.
A questo cambiamento, in parte fisiologico e legato al ciclico andamento climatico del pianeta, oggi se ne aggiunge uno molto più pericoloso che è quello della qualità delle acque del fiume Nilo.
Infatti oggi l’inquinamento da metalli pesanti, l’erosione della costa e la risalita dell’acqua del mare minacciano la sopravvivenza del delta del Nilo, un ecosistema da cui dipende la vita di 60 milioni di persone e di moltissimi uccelli migratori.
A lanciare l’allarme è uno studio pubblicato dall’Università della California meridionale sulla rivista Earth’s Future dell’Unione geofisica americana (Agu).
L’Egitto è la terra più popolosa e arida a valle del Nilo: il fiume rappresenta l’unica fonte di acqua potabile e per l’irrigazione delle colture. Il Paese deve attualmente affrontare uno dei più alti deficit d’acqua in Africa, dopo decenni passati a compensare la diminuzione dell’approvvigionamento idrico con il riutilizzo intensivo e su larga scala delle acque reflue, le cui conseguenze sono state finora sottovalutate.
Così la civiltà che ha prosperato in uno spettacolare paesaggio acquatico per oltre 7.000 anni deve affrontare la realtà di questo irreversibile degrado ambientale su larga scala.
Il quadro della situazione emerge dall’analisi dei campioni di sedimenti raccolti da due bracci del delta del Nilo. I risultati evidenziano una forte presenza di metalli pesanti come cadmio, nichel, cromo, rame, piombo e zinco. I contaminanti provengono principalmente dal drenaggio agricolo non trattato e dalle acque reflue urbane e industriali. Senza un adeguato trattamento dell’acqua riciclata, le concentrazioni di metalli pesanti aumentano e sono permanentemente incorporate nel letto del fiume, a differenza degli inquinanti organici che si degradano nel tempo. La concentrazione dei metalli pesanti potrebbe crescere ulteriormente a causa dell’aumento delle grandi dighe costruite a monte, che interrompono il flusso naturale del fiume riducendone capacità di eliminare i contaminanti riversandoli nel Mediterraneo.
Flora –
Con una superficie occupata per il 97% da zone desertiche, l’unica flora osservabile in Egitto si trova sulle rive del Nilo. Soltanto nelle oasi si possono trovare degli alberi da frutta, come per esempio gli aranci, le palme da datteri, i fichi, i limoni e tante altre ancora.
In alcuni punti delle rive si trova il loto egiziano e, quasi ovunque, canneti.
Fauna –
Per quanto riguarda la fauna del Nilo sicuramente e da menzionare il celebre coccodrillo del Nilo, mentre nel deserto che circonda il fiume possono incontrarsi cammelli, sciacalli, serpenti e altre specie che si sono adattate alla vita in ambienti aridi.
Tornando sule rive del Nilo si possono notare moltissime specie di uccelli parecchie delle quali utilizzano questo fiume per le lunghe rotte migratorie tra il sud ed il nord dell’emisfero.
Tuttavia nel corso dei secoli il fiume più lungo del mondo ha visto una popolazione sempre maggiore installarsi sulle sue rive, il che ha comportato lo sviluppo di una fauna e di una flora originali. Oggi nelle acque del Nilo vivono principalmente i pesci gatto, i persici del Nilo e le tilapie. La fauna ornitologica è anch’essa molto presente. Aironi guardabuoi, martin pescatori, upupe, cannaiole e gallinelle d’acqua si dividono il territorio. Nella parte meridonale dell’Egitto, il lago Nasser è popolato, tra gli altri, da coccodrilli e da tartarughe dalla corazza morbida.
Azioni di Salvaguardia Ambientale –
L’acqua del Nilo è una risorsa preziosa, tanto più nelle zone aride dell’Africa. Nell’area Nord orientale del continente, il Nilo è senza dubbio la maggiore fonte di approvvigionamento.
L’utilizzo delle sue acque è stato regolato da trattati sin dai tempi del dominio coloniale. Il primo è datato 1902, quello successivo 1929: molto simili tra loro, i due testi, firmati da Egitto e Inghilterra – come portavoce del Sudan colonizzato – garantivano all’Egitto una posizione privilegiata. In particolare, l’accordo del 1929 concedeva all’Egitto la possibilità di utilizzare 48 miliardi di metri cubi di acqua, mentre al Sudan ne garantiva solo 4 miliardi. In più, l’Egitto poteva porre il veto su tutte le decisioni che riguardassero progetti di costruzione di infrastrutture nel bacino del Nilo che avrebbero potuto recargli danno.
Dal 1959, il vecchio trattato è stato sostituito da un accordo tra l’Egitto e l’ormai indipendente Sudan: il nuovo testo prevede una regolamentazione molto simile a quella redatta in periodo coloniale.
Deboli sono tuttora gli accordi per la salvaguardia di questo complesso ecosistema, legato soprattutto non solo alla quantità ma anche alla qualità delle acque del Nilo.
Come detto l’inquinamento da metalli pesanti è in gran parte irreversibile, come spiegano i ricercatori, ma le misure di conservazione su base scientifica suggerite da alcuni studi potrebbero rallentare il degrado ambientale favorendo il recupero dell’ecosistema.
Guido Bissanti