Rosa moschata
Rosa moschata
La rosa muschiata (Rosa moschata Herrm.) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al:
Dominio Eukaryota,
Regno Plantae,
Divisione Magnoliophyta,
Classe Magnoliopsida,
Ordine Rosales,
Famiglia Rosaceae,
Genere Rosa,
Specie R. moschata.
Sono sinonimi i termini:
– Rosa arborea Pers.;
– Rosa broteroi Tratt.;
– Rosa brownii Tratt.;
– Rosa glandulifera Roxb.;
– Rosa manuelii Losa;
– Rosa opsostemma Ehrh.;
– Rosa pissardii Carrière;
– Rosa ruscinonensis Gren. & Déségl. ex Déségl..
Etimologia –
Il termine rosa è di natura incerta, secondo alcuni deriverebbe dal latino “rosa” e questo dal greco “rhódon” = rosa, secondo A.A. deriverebbe dal sanscrito “vrad o vrod “= flessibile con allusione alla flessibilità dei rami o dal celtico “rhood o rhuud” = rosso.
L’epiteto specifico moschata viene da muschiato, dall’arabo musk muschio, un ruminante munito di ghiandola odorifera: che profuma di muschio, fragrante in senso lato, in questo caso riferito al profumo dei fiori.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Rosa moschata è una rosa coltivata da molto tempo le cui origini selvagge sono incerte ma si sospetta che si trovino nell’Himalaya occidentale tra Iran e Afghanistan.
L’habitat originale è sconosciuto in quanto è una pianta non trovata in condizioni naturali.
Descrizione –
La Rosa moschata è un arbusto alto fino da 3 a 10 metri, deciduo, con fusti arcuati o leggermente rampicanti e con presenza di spine sugli stessi; questi hanno una base larga.
Le foglie sono di colore verde chiaro o grigiastro ed hanno da 5 a 7 foglioline ovate con piccoli denti; le vene sono talvolta pubescenti e il rachide porta spine. Le stipole sono strette con punte aperte e libere.
I fiori sono singoli, di colore bianco, di 5 cm, presenti singolarmente o a corimbo, che si formano sui nuovi getti dalla tarda primavera fino al tardo autunno nei climi caldi, o dalla fine dell’estate in poi nei climi freschi-estivi. I sepali sono lunghi 2 cm con punte sottili. I fiori hanno un caratteristico profumo “muschiato”, emanato dagli stami, che si ritrova anche in alcuni dei suoi discendenti.
I frutti sono piccoli, di diametro fino a 15 mm, di forma ovata, che virano al rosso-arancio in autunno.
Coltivazione –
La rosa muschiata è una pianta di cui non sono stati trovati esemplari veramente selvatici, sebbene sia registrata in coltivazione almeno fin dal XVI secolo, essendo anzi menzionata in Sogno di una notte di mezza estate (1595/96). È importante nella coltivazione come pianta madre di diversi gruppi di rose coltivate, in particolare la rosa damascena e il gruppo noisette, ed è apprezzata per il suo profumo e per la sua stagione di fioritura insolitamente lunga tra le specie di rose.
La pianta viene utilizzata da tempo per l’uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali. È una pianta molto ornamentale che viene spesso coltivata in giardino e talvolta viene coltivata per i suoi fiori commestibili.
Si ricorda che c’è uno strato di peli attorno ai semi appena sotto la polpa del frutto. Questi peli possono causare irritazione alla bocca e al tratto digestivo se ingeriti.
La Rosa moschata è una pianta moderatamente resistente al freddo, essendo in grado di tollerare temperature fino a circa -20 °C quando è in stato di dormienza.
La maggior parte delle specie di Rosa richiedono una posizione soleggiata per poter produrre un’abbondante fioritura.
Preferiscono un pH introno alla neutralità ma possono crescere in molti terreni purchè ben drenati.
È una pianta molto ornamentale, viene talvolta coltivata per i suoi fiori commestibili e ne esistono alcune varietà.
Come altre rose tende ad ibridarsi con piante dello stesso genere.
La propagazione può avvenire per seme anche se i semi di rosa impiegano spesso due anni per germogliare. Questo perché potrebbero aver bisogno di un periodo caldo dopo una di freddo.
Un modo possibile per ridurre questo tempo è scarificare il seme e poi metterlo per 2 – 3 settimane in torba umida ad una temperatura di 27 – 32 °C; viene quindi mantenuto a 3 °C per i successivi 4 mesi, dopo di che dovrebbe iniziare a germogliare.
Dopo la germinazione le singole piantine vanno poste in vaso per l’accrescimento e possono essere trapiantate dopo che hanno raggiunto circa 25 cm in pieno campo nel periodo estivo.
La propagazione più veloce è comunque per talee prelevate da legno semimaturo nel periodo di luglio e da far radicare in zona ombreggiata. Dopo la radicazione si fanno accrescere le giovani piantine in una serra fredda ombreggiata e si trapiantano in tarda primavera.
In alternativa si possono prelevare delle talee di legno maturo proveniente della crescita delle stagioni in corso. Le talee possono richiedere 12 mesi per stabilirsi, ma normalmente hanno una percentuale elevata di attecchimento.
Anche la radicazione per polloni può dare buoni risultati; in questo caso si prelevano durante la fase di dormienza e si trapiantano direttamente in pieno campo.
Usi e Tradizioni –
La Rosa moschata è stata storicamente confusa con Rosa brunonii, una specie strettamente imparentata dell’Himalaya che porta fiori in tarda primavera e che possiede un odore muschiato simile. Si distinguono nei giardini per la stagione di fioritura e per le diverse abitudini di crescita.
Questa pianta, oltre che per scopi ornamentali, trova impiego sia in campo alimentare, medicinale che per altri usi.
I frutti crudi o cotti possono essere mangiate, prestando attenzione ai consigli suddetti.
Anche le foglie e gli steli giovani vengono consumati crudi o cotti e si mangiano come contorno del riso. Vengono utilizzati i giovani germogli che emergono dal terreno in primavera.
I petali possono essere mangiati crudi o cotti e vengono usati come aromatizzanti in sorbetti, dolci, ecc.
Il seme delle rose è generalmente una buona fonte di vitamina E, può essere macinato e mescolato alla farina o aggiunto ad altri alimenti come integratore.
Nell’uso medicinale si dice che la pianta sia benefica nel trattamento di affezioni biliari, bruciore della pelle e malattie degli occhi.
I frutti sono usati nella medicina dell’India.
Il frutto, come per altre rose, è una fonte molto ricca di vitamine e minerali, in particolare di vitamine A, C ed E, flavonoidi e altri composti bioattivi. È anche una buona fonte di acidi grassi essenziali, cosa abbastanza insolita per un frutto. Si sta studiando come alimento in grado di ridurre l’incidenza del cancro e anche come mezzo per arrestare o invertire la crescita dei tumori.
Tra gli altri usi si ricordano quelli agroforestali.
La pianta viene tradizionalmente coltivata in recinti viventi nell’Himalaya nord-occidentale, dove aiuta a recintare il bestiame e altri animali; delimitare i confini della terra; fornendo al contempo una serie di usi medicinali e di altro tipo.
Tra gli altri usi, dai fiori di questa pianta si ottiene un olio essenziale che viene usato in profumeria. L’olio essenziale è usato come ingrediente nelle preparazioni cosmetiche commerciali come astringente, emolliente, mascherante e tonico.
Dalle foglie si ricava un estratto che viene utilizzato come ingrediente nelle preparazioni cosmetiche commerciali come astringente.
Un olio ottenuto dai semi viene utilizzato come ingrediente nei preparati cosmetici commerciali come emolliente e balsamo cutaneo.
Modalità di Preparazione –
I frutti crudi o cotti, così come i semi, possono essere mangiate, prestando attenzione ai consigli suddetti.
Si consumano anche le foglie e gli steli giovani, crudi o cotti da soli o in contorni; di questi si prelevano i giovani germogli primaverili.
Dai fiori si ottiene un olio essenziale che viene usato in profumeria. L’olio essenziale è usato come ingrediente nelle preparazioni cosmetiche commerciali.
Dalle foglie si ricava un estratto che viene utilizzato in cosmesi.
Anche l’olio ottenuto dai semi viene utilizzato come ingrediente nei preparati cosmetici.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Useful Tropical Plants Database.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.