Galaverna
Galaverna
Con il termine galaverna (detta anche calaverna), si intende il deposito bianco e ruvido di cristalli di ghiaccio, che si forma a temperature inferiori allo zero, quando le particelle d’acqua contenute in nubi o nebbie vengono a contatto con corpi solidi.
La galaverna è, pertanto, un fenomeno meteorologico che consiste in una vera e propria forma di precipitazione atmosferica consistente in un deposito di ghiaccio in forma di aghi, scaglie o superficie continua ghiacciata su oggetti esterni che può prodursi in presenza di nebbia quando la temperatura dell’aria è nettamente inferiore a 0 °C.
La galaverna è un rivestimento cristallino, opaco e bianco intorno alle superfici solide; di solito non è molto duro e può essere facilmente scosso via.
Il fenomeno che porta alla formazione della galaverna è dovuto al fatto che le goccioline d’acqua in sospensione nell’atmosfera possono rimanere liquide anche sotto zero (stato di sopraffusione). Il fenomeno della galaverna è il passaggio da vapore acqueo a ghiaccio, che avviene non solo sul terreno, ma anche sugli alberi, sui tetti delle case, sulle auto ecc..
Il fenomeno della galaverna, che si manifesta quindi sotto forma di ghiaccio sulle piante, trova applicazioni anche in ambito agronomico.
Tale fenomeno è utile per preservare le piante dalle gelate sfruttando la liberazione del calore di brinamento nel processo di solidificazione dell’acqua liquida spruzzata sulle piante. Infatti durante l’intero passaggio di stato liquido-solido per la liberazione del suddetto calore la temperatura dell’acqua-ghiaccio rimane costante a 0 °C mentre quella dell’aria può essere anche di diversi gradi sotto lo zero. Al termine del passaggio di stato però anche il ghiaccio formatosi sulla pianta si porta rapidamente all’equilibrio termico con la temperatura dell’aria a diversi gradi sottozero, la stessa che avrebbe inevitabilmente subito la pianta senza il suddetto trattamento.
Questa tecnica che, a livello teorico, non è di per sé dannosa, risulta utile in caso di gelate notturne e disgelo diurno diminuendo il tempo di esposizione della pianta alle temperature sottozero (specie nel periodo critico primaverile), ma nel lungo periodo, cioè in condizioni di gelo persistente anche di giorno e per più giorni, risulta inefficace. Dei danni alla pianta possono altresì crearsi sui germogli con l’aumento di volume dell’acqua che solidifica e per questo bisogna fare attenzione nella sua attuazione pratica.