Catinone
Catinone
Il catinone o β Ketoamfetamina è un alcaloide il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: (S)-2-Amino-1-fenil-1-propanone.
Il catinone ha formula bruta o molecolare: C9H11NO ed è presente in natura nelle foglie di qāt (Catha edulis (Vahl) Forssk. ex Endl.).
Dal punto di vista chimico il catinone è un alcaloide monoaminico, chimicamente simile all’efedrina, alla catina, al metacinone e ad altre anfetamine.
Questa sostanza, molto probabilmente, è la principale responsabile dell’effetto stimolante della Catha edulis.
La prima documentazione sulla Catha edulis, per usi medici, fù in un libro pubblicato da un medico arabo nel 10° secolo. È stato usato come antidepressivo perché ha portato a sentimenti di felicità ed eccitazione. La masticazione cronica del qāt può anche creare dipendenza da droghe, come dimostrato da studi sugli animali.
La masticazione delle foglie di questa pianta e gli effetti del catinone sul corpo differiscono da persona a persona, ma in generale si hanno:
– sentimenti di euforia che durano da una a due ore;
– discussione su problemi gravi e maggiore irritabilità;
– l’immaginazione del masticatore è molto attiva.
A queste manifestazioni segue una fase depressiva, irritabilità, perdita di appetito e insonnia.
Tra gli altri effetti non correlati al sistema nervoso centrale si riporta che le persone che masticano queste foglie possono sviluppare costipazione e bruciore di stomaco dopo una sessione.
Tra gli effetti invece di lungo termine di assunzione del catinone si possono manifestare:
– malattie gengivali o tumori del cavo orale;
– malattie cardiovascolari e depressione.
I sintomi da astinenza del catinone comprendono vampate di calore, letargia e un forte bisogno di usare il farmaco per almeno i primi due giorni.
Il catinone si differenzia da molte altre anfetamine in quanto ha un gruppo funzionale chetonico. Tra le altre fenetilamine che condividono questa struttura si hanno gli stimolanti metacinone, MDPV, mefedrone e il bupropione antidepressivo.
Il catinone stimola il rilascio di dopamina e inibisce il ricupero di epinefrina, noradrenalina e serotonina nel sistema nervoso centrale (SNC). Questi neurotrasmettitori sono tutti considerati monoammine e condividono la struttura generale di un anello aromatico e un gruppo amminico attaccato da un separatore a due atomi di carbonio.
Inoltre, siccome il catinone è una molecola idrofobica, può facilmente attraversare le membrane cellulari e altre barriere, inclusa la barriera emato-encefalica.
Questa proprietà gli consente di interagire con i trasportatori di monoamina nella fessura sinaptica tra i neuroni. Il catinone induce il rilascio di dopamina dai preparati striatali del cervello che sono prelabel con dopamina o suoi precursori.
Si riporta, inoltre, che anche i metaboliti del catinone, della catina e della noradedrina possiedono la stimolazione del SNC, anche se creano effetti molto più deboli.
Per contrastare gli effetti del catinone sul corpo si può somministrare preventivamente un antagonista del recettore della dopamina. L’antagonista manterrà il neurone al suo stato di riposo, motivo per il quale il catinone non può causare rilascio estraneo di dopamina o altri neurotrasmettitori.
Tra gli altri effetti dell’assunzione del catinone si ricorda che questo alcaloide può influenzare il sistema nervoso parasimpatico (PSNS) bloccando i recettori adrenergici e inibendo la contrazione della muscolatura liscia. Inoltre può indurre secchezza delle fauci, visione offuscata e aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca.
Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.