Eulecanium corni
Eulecanium corni
La Cocciniglia del Corniolo (Eulecanium corni Bouchè) è un insetto omottero appartenente alla famiglia dei Coccidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Protostomia, Phylum Arthropoda, Subphylum Hexapoda, Classe Insecta, Sottoclasse Pterygota, Coorte Exopterygota, Subcoorte Neoptera, Superordine Paraneoptera, Sezione Rhynchotoidea, Ordine Rhynchota, Sottordine Homoptera, Sezione Sternorrhyncha, Superfamiglia Coccoidea, Famiglia Coccidae e quindi al Genere Eulecanium ed alla Specie E. corni.
È sinonimo il termine Parthenolecanium corni Bouché, 1844.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Cocciniglia del Corniolo è un insetto che vive nelle aree temperate dove crescono le piante ospiti come: Kaki, Vite, Susino, Prunus Spp., Ribes, Olmo, Robinia, piante ornamentali ed erbacee (Soia, Barbabietola).
In Italia la Cocciniglia del Corniolo è una specie più comune nelle regioni settentrionali ed orientali della penisola.
Morfologia –
La femmina adulta di questa cocciniglia, lunga circa 4-7 mm, ha un corpo di forma ovale e fortemente convesso, percorso da solchi di colore brunastro.
Il maschio, che compare raramente, è lungo circa 2 mm e prende origine da un follicolo allungato e biancastro; esso è dotato di ali ed è di colore giallognolo.
Le forme larvali sono molto difficili da distinguere in quanto si possono confondere con quelle della cocciniglia Eulecanium persicae.
La distinzione tra le due specie si effettua a partire dalle forme adulte.
Attitudine e Ciclo biologico –
La Cocciniglia del Corniolo trascorre l’inverno come neanide di 2a età. Lo sviluppo della neanide si completa in primavera.
Le femmine, che generalmente si riproducono per partenogenesi, depongono da alcune centinaia ad alcune migliaia di uova (1500-2000), sotto il proprio corpo. Le femmine non fecondate producono altre femmine e solo femmine. La durata dell’incubazione va dai 15 ai 30 giorni.
La femmina accumula le sue uova per poi espellerle, in più giorni, tra la fine del mese di maggio e di luglio. Muore in seguito e la sua carcassa protegge le uova durante tutto lo sviluppo embrionale. I maschi diventano adulti quando le femmine subiscono la seconda muta.
L’ovideposizione avviene tra la primavera e l’inizio dell’estate. Le neanidi escono dopo circa 2-4 settimane (prima generazione). La prima muta larvale ha luogo in agosto.
In condizioni climatiche idonee, a questa generazione può seguirne una seconda, a fine estate (settembre); le neanidi, nel periodo autunnale, lasciano le foglie e migrano sui rami, dove svernano tra le fessure della corteccia.
La Cocciniglia del Corniolo compie così 1-2 generazioni all’anno.
Le piante attaccate fioriscono male, i frutti restano piccoli; negli alberi da frutto si sviluppa spesso una intensa fumaggine.
Le giovani larve si posizionano sullo strato inferiore della foglia, principalmente lungo le nervature, e possono essere trasportate dal vento a grandi distanze.
Successivamente le larve migrano allora verso le radici, i rami, ed il tronco per passare qui l’inverno. Diventano adulte in aprile ed emigrano verso i giovani rami, i germogli, e le giovani foglie.
Ruolo Ecologico –
La Cocciniglia del Corniolo infesta soprattutto la pagina inferiore delle foglie, disponendosi lungo le nervature ed i peduncoli dei frutti; in inverno si localizza sui rami. Il danno si manifesta sulle foglie e sui peduncoli dei frutti ed è provocato dalle punture trofiche e dalla produzione di melata; la pianta colpita manifesta deperimento generale sia per la sottrazione di linfa che per il rallentamento degli scambi gassosi, dovuti alla melata ed alle fumaggini che incrostano la vegetazione. La sua presenza può facilitare l’ingresso agli Scolitidi.
La otta contro questa cocciniglia deve tenere conto che questo insetto è controllato da alcuni Coccinellidi e da diversi Imenotteri Calcidoidei.
Inoltre per evitare massicce infestazioni bisogna evitare la creazione di coltivazioni eccessivamente specializzate, la presenza di siepi di interruzione dei vari appezzamenti, tecniche di potatura che aiutino l’arieggiamento delle piante, sesti non troppo densi e la limitazione delle concimazioni con azoto soprattutto di provenienza nitrica.
La lotta chimica va pertanto effettuata solamente in caso di forti infestazioni; in questi casi si eseguono interventi alla caduta delle foglie, per combattere le neanidi svernanti, con Oli bianchi attivati con Piretroidi naturali e/0 sapone di Marsiglia.
Gli interventi possono essere ripetuti in primavera e in estate, durante il momento di uscita delle neanidi dal follicolo materno.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.