Eliminazione delle alghe nelle piscine
Eliminazione delle alghe nelle piscine
La gestione delle piscine, sia per uso sportivo che di diletto, richiede la conoscenza di una serie di fattori, di natura fisica, chimica e biochimica, senza di cui può essere complicato mantenere limpida l’acqua in cui si nuota.
Uno dei problemi più frequenti è quello delle alghe.
Le alghe entrano in acqua in diversi modi, per esempio vengono introdotte da microscopiche particelle sul costume da bagno di qualcuno, oppure da una piccola macchiolina presente sull’attrezzatura, sui gonfiabili o sui giochi che si trovano dentro alla tua piscina. Ma anche vento e umidità sono alcune delle cause che fanno fiorire le alghe in piscina.
A differenza delle alghe tossiche, come l’ostreopsis ovata, che si possono formare nelle acque marine, nessuno dei tre tipi di alga che possono proliferare in piscina è pericoloso per l’uomo.
Tuttavia le alghe nella tua piscina possono rendere l’acqua talmente torbida da non essere in grado di vedere una persona in difficoltà mentre è in immersione. A questo si aggiunga il fatto che le alghe della piscina forniscono cibo per alcuni tipi di batteri che possono creare qualche problema.
Quando l’acqua della piscina inizia ad intorbidirsi questo è segno che le alghe stanno iniziando a proliferare.
A seconda del tipo di alga che infetta la piscina, il colore dell’acqua può diventare verdastra, giallastra o addirittura blu-nera.
Un altro segno è la presenza di una sorta di residuo di uno di questi colori sulle scale, negli angoli, sulle pareti della piscina e intorno ai getti e agli skimmer.
Tipi di alghe –
Per poter stabilire il tipo di alga è necessario guardare da vicino tutti i punti in cui le alghe iniziano a crescere e per capire come debellarle iniziamo a classificarle:
– alga verde; è un’alga il cui colore viene dato dalla clorofilla. Rappresenta il problema più comune in piscina e anche più facile da debellare. Le alghe verdi galleggiano nell’acqua, rendendola torbida e conferendole una sfumatura verdastra. Inoltre si attaccano anche alle pareti e al pavimento nel fondo della piscina. Una scarsa filtrazione e la mancanza di un’adeguata sanificazione favoriscono la crescita delle alghe verdi. Può essere introdotta nella piscina da costumi da bagno e giocattoli che sono stati utilizzati in acque naturali;
– alga gialla; può essere scambiata per polline o sabbia in un angolo ombreggiato della tua piscina; quasi sicuramente è invece alga gialla; le alghe gialle, vengono chiamate anche alghe marroni o senape. Anche se è un’alga più rara e non è viscida è resistente al cloro, per cui risulta difficile da trattare.
– Alghe nere; queste, di fatto, sono rappresentate da un cianobatterio e non da un’alga. Si tratta di un organismo che si riproduce facilmente ed, inoltre, le sue radici possono scavare nelle superfici di cemento, rendendo difficile eliminare le alghe nere dalla tua piscina. Per questo motivo ricresce rapidamente se il trattamento non è abbastanza aggressivo da garantire che nessuna delle radici rimanga in giro.
– melma rosa; anche questa è un batterio che cresce nelle piscine, soprattutto all’interno di tubi in cloruro di polivinile (PVC). A volte viene chiamata alga rosa, anche se questo è un termine improprio. Si tratta di una presenza eliminabile e non è dannosa per gli esseri umani.
Il sistema per eliminare le alghe dalla piscina è lo stesso per tutti i e tre i tipi di alghe sopra menzionati, con una eccezione che di seguito diremo.
Eliminazione Alghe –
Il metodo iniziale è quello dell’aspirazione manuale in quanto i robot per piscina non sono progettati per debellare il proliferare delle alghe.
Il metodo più efficace è quello di passare manualmente l’aspiratore in modalità “scarico”, bypassando il filtro per evitare il ricircolo dell’acqua contaminata. Con questa operazione bisogna porre particolare attenzione ai punti dove è facile il formarsi delle alghe, come le scalette, i gradini, negli angoli, sulle pareti e intorno ai getti e agli skimmer.
Bisognerà, inoltre, spazzolare le pareti e il fondo della piscina; ciò permette di eliminare fisicamente la maggior parte delle alghe e di garantire un’azione più aggressiva del cloro nei confronti dei residui rimasti.
Durante questa operazione bisogna porre particolare attenzione agli angoli e alle zone d’ombra, dove solitamente le alghe attecchiscono maggiormente, soprattutto nei punti più difficili da raggiungere per poi procedere con quelli dove l’azione di pulizia è più semplice.
È importante quindi valutare l’alcalinità e il pH dell’acqua. Per un’analisi rapida si possono utilizzare le strisce tester o un kit digitale. Infatti l’acqua con bassa alcalinità inibisce la clorazione shock (ovvero il trattamento d’urto).
Infatti i tipi di alghe più resistenti richiedono un trattamento più aggressivo, quindi se l’infezione è estesa, si avrà bisogno di molto cloro per ridurre drasticamente la loro presenza.
A tal proposito si consiglia l’ipoclorito di calcio shock, seguendo le istruzioni attentamente per valutare la quantità richiesta.
Dopodiché moltiplica questa quantità per 2, 3 o 4 volte in base al tipo di alga che ha proliferato nella tua piscina.
In generale i quantitativi sono:
– alga verde: moltiplica x 2,
– alga gialla o verde scuro: moltiplica x 3,
– alga nera: moltiplica x 4.
Inoltre il consiglio è di non usare il cloro stabilizzato in quanto si finirà per avere un eccesso di acido cianurico, che inibisce il disinfettante, e può riportare il proliferare di alghe nella tua piscina, o ad aver problemi peggiori. Inoltre si consiglia di porre l’attrezzatura per la pulizia della piscina nella parte meno profonda mentre esegui la sanificazione, in questo modo anche i vostri attrezzi verranno igienizzati.
Una volta che il cosiddetto trattamento shock o d’urto avrà distrutto le alghe, l’acqua della piscina diventerà torbida e con una tonalità tendente al blu.
A questo punto è necessario riattivare il sistema di filtrazione ininterrottamente per almeno otto ore, ovvero fino a quando l’acqua non sarà tornata limpida. Per accelerare il tutto si può anche utilizzare un chiarificatore (flocculante) specifico per piscine.
Fatta questa operazione va eseguito un secondo test dell’acqua della piscina.
Questo secondo test è molto importante, in quanto bisogna sapere che la chimica dell’acqua della piscina sia bilanciata e che il livello di cloro sia tornato alla normalità.
A questo punto per evitare, dopo tanta fatica, che le alghe ritornino bisogna pulire i filtri della piscina (che potrebbero essere pieni di microscopiche particelle di alga) immergendoli in acido muriatico diluito, oppure soluzione più semplice ed efficace, sostituendoli.
Al solito si consiglia l’uso del chiarificatore, che contribuisce ad effettuare una flocculazione che rendere più facile la rimozione delle alghe in piscina
In generale quando ci si accorge della presenza di alghe in piscina e non hanno ancora iniziato una proliferazione incontrollata, si può usare un chiarificatore per debellarle e risparmiare gran parte del lavoro successivo. Il chiarificatore funziona legandosi alle particelle di alghe galleggianti, flocculandole e rendendo più facile l’aspirazione.
Se si è in possesso di una valvola multiporta sul filtro della piscina, spegni la pompa e attiva il ricircolo. In questo modo il chiarificatore si mescolerà senza filtrare l’acqua, aggiungendone una quantità raccomandata.
Questa operazione va eseguita facendo circolare l’acqua per un paio d’ore, poi si spegne la pompa e si lascia a riposo per tutta la notte. Come detto il chiarificatore si legherà alle alghe, quindi si depositerà sul fondo della piscina.
Girate comunque la valvola multiporta in modalità Waste in modo che l’acqua sporca non ritorni in piscina.
Agganciate il tubo per il contro lavaggio alla porta per il contro lavaggio/waste e indirizzate l’acqua di scarico in modo appropriato.
Aspirazione della piscina –
Questa operazione viene eseguita per assicurarsi di togliere tutti i sedimenti dal fondo. Se l’acqua diventa troppo torbida, bisogna fermarsi e lasciar che le particelle si depositino nuovamente prima di continuare con l’aspirazione. È bene durante questa operazione aggiungere acqua mentre si passa l’aspirapolvere per togliere molto più materiale dal fondo.
Dopo l’aspirazione, bisogna fare un doppio trattamento d’urto per eliminare le alghe residue. Sarebbe meglio spazzolare i bordi e il pavimento della piscina prima di fare il trattamento shock.
Attivazione del filtro –
In generale per questo operazione 30 grammi di alghicida valgono 2 ore di lavoro. Non si usa per eliminare le alghe dalla piscina, in quanto anche se questo prodotto le uccide risulta molto più efficace come misura preventiva che come misura correttiva.
A questo punto dopo aver pulito a fondo la tua piscina, aspetta che il cloro scenda di un valore intorno a cinque parti per milione, dopo di ché si può aggiungere una dose di alghicida. Adesso si dovrà spazzolare la piscina per rimuovere gli ultimi pezzetti di alga che non si vedono. L’alghicida li ucciderà in modo che possano essere filtrati.
Uso del telo di copertura –
Gran parte delle alghe o di alcuni batteri proliferano grazie all’attività fotosintetica; l’utilizzo di un telo di copertura, almeno per le piscine più piccole è un buon rimedio quando queste non vengono utilizzate. Inoltre il telo, per le piscine collocate in zone più polverose, garantisce una minor presenza di sostanza solida che, oltre ad essere fattore di torbidità delle acque (e quindi da filtrare) può essere vettore di altre spore di alghe e batteri che complicano notevolmente le operazioni di pulizia della piscina.
Consigli finali e di gestione ordinaria –
La corretta manutenzione della piscina aiuta a tenere lontane le alghe. Bisogna però seguire alcune regole ed accorgimenti:
– per prima cosa bisogna accertarsi che la chimica dell’acqua sia equilibrata; per questo bisogna lasciare accesa la pompa per 8-12 ore al giorno ed eseguire “trattamenti shock” con una certa regolarità;
– prima di introdurre in piscina attrezzature, gonfiabili e giocattoli, questi vanno puliti a fondo con un detergente a base di candeggina oppure con una soluzione igienizzante ottenuta aggiungendo un cucchiaio di candeggina ogni 4 litri di acqua;
– inoltre anche i costumi da bagno possono portare le alghe in piscina. Ovviamente sarà impossibile controllare quelli degli ospiti ma è importante che chi utilizza usualmente la piscina effettui questa operazione;
– se si è in possesso di una piscina in cemento e presenta qualche crepa (una fuga, una mattonella, ecc). bisogna immediatamente riparala. Queste incisioni sono un perfetto nascondiglio per le alghe, poiché sono ombreggiate e quasi impossibili da pulire;
– chiariamo subito che le piscine con acqua salata non sono immuni alle alghe ed, inoltre il procedimento per rimuovere le alghe in queste è esattamente lo stesso di una piscina clorata. Basta ricordarsi di usare l’ipoclorito di calcio shock.
– anche se si effettuano tutte queste operazioni si può assistere, a volte, al proliferare, magari minore, delle alghe. In generale questo si verifica quando si hanno alti livelli di umidità o di vento, che sono solo due esempi di fattori che non si possono controllare. L’importante è agire non appena si notano le alghe in piscina, perché possono crescere rapidamente e proliferare, diventando più difficili da eliminare ogni giorno che passa. Inoltre, anche una piccola quantità di spore di alga dopo la pulizia e il trattamento shock, faranno fiorire nuove alghe. Quando si notano bisogna agire in modo rapido e aggressivo, inoltre fare in modo che l’applicazione dell’alghicida diventi parte della normale routine di cura dell’acqua.