Ursus arctos
Ursus arctos
L’Orso bruno (Ursus arctos Linnaeus, 1758) è un mammifero di grandi dimensioni appartenente alla famiglia degli Ursidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Superphylum Deuterostomia, Phylum Chordata, Subphylum Vertebrata, Infraphylum Gnathostomata, Superclasse Tetrapoda, Classe Mammalia, Sottoclasse Theria, Infraclasse Eutheria, Superordine Laurasiatheria, Ordine Carnivora, Sottordine Caniformia, Famiglia Ursidae e quindi al Genere Ursus ed alla Specie U. arctos.
In base alle recenti analisi sul DNA si riconoscono le seguenti sottospecie:
– Ursus arctos arctos; orso bruno eurasiatico;
– Ursus arctos beringianus; orso bruno della Kamčatka; penisola di Kamčatka e isola di Paramušir;
– Ursus arctos collaris; orso bruno siberiano, presente in Siberia (ad eccezione delle aree abitate dagli orsi bruni della Kamčatka e dell’Amur) ed anche in Mongolia settentrionale, nell’estremità settentrionale dello Xinjiang e in quella orientale del Kazakistan;
– Ursus arctos crowtheri; orso dell’Atlante (estinto);
– Ursus arctos formicarius; orso carpatico;
– Ursus arctos gobiensis; orso del Gobi; Mongolia;
– Ursus arctos horribilis; orso grizzly; Canada e Stati Uniti;
– Ursus arctos isabellinus; orso bruno himalayano, presente in Nepal, Pakistan e India settentrionale;
– Ursus arctos lasiotus – orso bruno dell’Amur (o «orso bruno dell’Ussuri», «grizzly nero» o «orso cavallo»), presente in Russia: isole Curili meridionali, Sachalin, Territorio del Litorale e regione dei fiumi Ussuri/Amur a sud della catena degli Stanovoj. Cina: Heilongjiang nordorientale. Giappone: Hokkaidō, in Giappone esiste anche un’altra specie: l’Ursus thibetanus;
– Ursus arctos marsicanus; orso bruno marsicano, presente nell’Italia centrale;
– Ursus arctos meridionalis; Caucaso settentrionale;
– Ursus arctos middendorffi; orso kodiak (o «orso bruno costiero dell’Alaska»); isole di Kodiak, Afognak, Shuyak, Admiralty, Chicagof e Baranof (Alaska), più altre isole dell’Alaska sudorientale e lungo la costa continentale dell’Alaska sudorientale;
– Ursus arctos nelsoni; orso grizzly messicano (estinto);
– Ursus arctos ognevi; vive ad est del fiume Kolyma;
– Ursus arctos piscator; orso di Bergman (estinto);
– Ursus arctos pruinosus; orso azzurro tibetano; Cina occidentale;
– Ursus arctos syriacus; orso bruno siriano; Medio Oriente;
– Ursus arctos yesoensis – orso bruno di Hokkaidō; Giappone.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Orso bruno è oggi diffuso in un areale che comprende: Austria e Pirenei, Alpi italiane (Trentino), Abruzzo (Orso bruno marsicano – Ursus arctos marsicanus), Jugoslavia, Albania, Grecia, Ungheria, Scandinavia, Polonia, Russia settentrionale, Caucaso, Turchia, montagne dell’Asia centrale e India settentrionale.
Un tempo gli orsi bruni popolavano l’Asia, sui monti dell’Atlante, nel Maghreb africano, in Europa e nel Nordamerica; purtroppo in alcune aree oggi sono estinti e in altre aree le loro popolazioni sono notevolmente diminuite. Al giorno d’oggi, si stima che vi siano al mondo circa 200.000 orsi bruni. Le popolazioni più numerose si trovano in Russia, con 120.000 esemplari, negli Stati Uniti con 32.500 e in Canada con 21.750. Nell’Unione europea vi sono popolazioni frammentate.
Nell’area del Nordamerica, gli orsi bruni vivono soprattutto in Alaska, ma il loro areale si spinge anche verso est, attraverso lo Yukon e i Territori del Nordovest, e verso sud, attraverso la Columbia Britannica e la metà occidentale dell’Alberta. Popolazioni isolate si trovano nel Washington nordoccidentale, nell’Idaho settentrionale, nel Montana occidentale e nel Wyoming nordoccidentale. Il 95% della popolazione di orsi bruni degli Stati Uniti vive in Alaska, sebbene si stia ripopolando lentamente ma costantemente anche gli Stati occidentali, lungo le Montagne Rocciose e le pianure.
Per quanto riguarda l’area europea, vi sono 25.000 orsi bruni suddivisi in dieci popolazioni frammentate, dalla Spagna ad ovest, fino alla Russia ad est, e dalla Scandinavia a nord fino alla Romania e alla Bulgaria a sud. Sono estinti nelle isole britanniche, estremamente minacciati in Francia e Spagna e in pericolo nella maggior parte dell’Europa centrale. L’orso bruno è l’animale nazionale della Finlandia. La popolazione carpatica di orso bruno, la più numerosa dell’Unione europea, si stima che comprenda tra i 4500 e i 5000 orsi.
La popolazione di orsi bruni della catena montuosa dei Pirenei, tra Francia e Spagna, è così bassa, tra i quattordici e i diciotto esemplari quasi tutti maschi, che nella primavera del 2006 vennero rilasciati degli orsi, soprattutto femmine, provenienti dalla Slovenia, per alleviare allo squilibrio tra i sessi e preservare la presenza della specie nell’area, nonostante le proteste degli allevatori francesi.
Per quanto concerne l’habitat naturale dell’Orso bruno questo è rappresentato dalle montagne boscose e rocciose, poco frequentate dall’uomo; predilige, inoltre, aree in cui vi siano abbondanti corsi d’acqua.
In generale gli orsi bruni preferiscono i luoghi semi-aperti e vivono solitamente in aree montuose.
Nelle regioni artiche l’habitat potenziale dell’orso bruno sta aumentando. Il riscaldamento di quelle zone ha permesso alla specie di spingersi più a nord, in quelli che erano un tempo dominio esclusivo dell’orso polare. Nelle aree non artiche la distruzione dell’habitat viene ritenuta la minaccia principale, seguita dalla caccia.
Gli orsi bruni nordamericani sembrano preferire luoghi aperti, mentre in Eurasia vivono soprattutto in fitte foreste. Si ritiene che gli orsi eurasiatici che colonizzarono l’America fossero animali adattati alla tundra, come gli orsi bruni della penisola dei Ciukci, sulla costa asiatica dello stretto di Bering, i quali sono gli unici orsi bruni asiatici che vivono per tutto l’anno nelle tundre di pianura come i loro cugini americani.
Descrizione –
L’Orso bruno è un animale con dimensioni e peso riguardevoli.
Il pesa va dai 100 ai 700 kg e i suoi membri più grossi contendono all’orso polare il titolo di carnivoro terrestre più grande del mondo.
Ha una lunghezza testa-corpo tra gli 1,7 e i 2,8 m e un’altezza al garrese tra i 90 e i 150 cm.
La coda è lunga 10–12 cm ed i maschi sono più grandi delle femmine del 38-50%.
Gli orsi bruni hanno, inoltre, una grossa gobba di muscolo sulle spalle che li distingue dalle altre specie.
Gli arti anteriori terminano con zampe munite di artigli lunghi fino a 15 cm che vengono utilizzati soprattutto per scavare. Gli artigli dell’orso bruno non sono retrattili e hanno punte relativamente smussate. La testa è larga e arrotondata con un profilo facciale concavo, caratteristica che viene usata per distinguerlo da altri orsi.
Come tutti gli orsi, gli orsi bruni sono plantigradi e possono stare ritti sulle zampe posteriori per periodi di tempo abbastanza lunghi.
La sottospecie più piccola è l’orso bruno siriano, le cui femmine mature pesano meno di 150 kg. Le sottospecie più grandi di orso bruno sono l’orso kodiak e gli orsi della Russia costiera e i grizzly dell’Alaska. Il più grosso orso kodiak selvatico il cui peso è stato registrato superava i 1100 chilogrammi.
Gli orsi allevati negli zoo sono spesso più pesanti di quelli selvatici, dal momento che ricevono un’alimentazione regolare e compiono movimenti limitati. Negli zoo, gli orsi possono raggiungere i 900 chilogrammi.
Le dimensioni sembrano connesse alla disponibilità di cibo e le varie sottospecie si distinguono fra loro più in base alla nutrizione che alla distribuzione geografica.
Per quanto riguarda la pelliccia ha folti mantelli di colore biondo, bruno, nero, o formati da un misto di questi colori. I peli di guardia esterni dell’orso bruno hanno spesso la punta bianca o argentata, dando a questi animali un aspetto «brizzolato» (in inglese grizzled, da cui deriva grizzly).
Biologia –
Il ciclo di riproduzione dell’ Ursus arctos inizia con la stagione degli amori che va dalla fine di maggio agli inizi di luglio. Essendo periodicamente monogami, gli orsi bruni rimangono con lo stesso partner per un periodo che varia da pochi giorni fino ad un paio di settimane. Le femmine divengono sessualmente mature ad un’età tra i 5 e i 7 anni, mentre i maschi si accoppiano solitamente solo dopo qualche altro anno in più, quando sono abbastanza grossi e robusti da competere con successo con gli altri maschi per appropriarsi dei diritti all’accoppiamento.
A causa del processo dell’impianto ritardato, l’ovulo fecondato di una femmina si divide e vaga libero nell’utero per sei mesi. Durante il letargo invernale, il feto aderisce alla parete uterina e i cuccioli nasceranno dopo un periodo di otto settimane, mentre la madre sta dormendo. Se la madre non ha accumulato abbastanza grasso per sopravvivere nel corso dell’inverno, l’embrione non si impianta e viene riassorbito dal corpo.
La femmina partorisce da uno a quattro piccoli, solitamente due, sebbene ci siano stati casi di orse con cinque cuccioli, anche se non è insolito per le femmine adottare piccoli altrui. Le dimensioni della cucciolata dipendono da un certo numero di fattori, come l’età della madre, la distribuzione geografica e la disponibilità di cibo. Le femmine più vecchie tendono a mettere alla luce cucciolate più numerose.
Alla nascita i piccoli orsi sono ciechi, privi di denti e glabri, e pesano meno di 0,4 chilogrammi.
Si alimentano del latte materno fino a primavera o fino agli inizi dell’estate, a seconda delle condizioni climatiche. I cuccioli, che in questo periodo pesano tra i 6, 8 e i 9 chilogrammi, sono abbastanza sviluppati da seguire la madre e iniziare a nutrirsi di cibo solido. Rimangono con lei tra i due e i quattro anni, durante i quali apprendono varie tecniche di sopravvivenza, come imparare quali sono i cibi che hanno valori nutrizionali più alti e dove trovarli, come cacciare, come pescare, come difendersi e dove andare in letargo.
L’apprendimento dei piccolo corsi si basa sul seguire ed imitare le azioni della madre durante il periodo con cui rimangono con lei. Gli orsi bruni praticano inoltre l’infanticidio. Un maschio adulto può uccidere i cuccioli di un altro orso per rendere la femmina sessualmente recettiva. Per questo motivo i piccoli si arrampicano sopra un albero non appena avvistano un maschio adulto.
Ruolo Ecologico –
Dal punto di vista comportamentale e delle sue abitudini l’ Ursus arctos è un mammifero prevalentemente notturno e solitario, sebbene nei luoghi dove c’è maggiore disponibilità di cibo possano riunirsi molti esemplari, i quali formano delle gerarchie sociali in base all’età e alle dimensioni.
Giunto nel periodo invernale cade in letargo: per tale motivo, durante l’estate, immagazzina più di 180 kg di grasso, che gli servono per sopperire al cibo che non può procurarsi, essendo in stato di torpore per diversi mesi. Sebbene non vadano completamente in ibernazione e possano svegliarsi facilmente, nei mesi invernali entrambi i sessi preferiscono ripararsi in un luogo protetto, come una grotta, un crepaccio od un grande tronco cavo.
L’Orso bruno, inoltre, dal punto di vista alimentare è onnivoro e si nutre di una vasta gamma di prodotti vegetali, come bacche, radici, germogli e funghi, così come di animali, come pesci, insetti e piccoli mammiferi. Nonostante la loro reputazione, la maggior parte degli orsi bruni non è particolarmente carnivora e fino al 90% della loro alimentazione è composta da materia vegetale. La struttura delle mascelle si è evoluta per adattarsi a queste abitudini alimentari, ma nonostante questo questi animali possiedono sempre i denti canini robusti e affilati tipici dei predatori veri e propri.
La dieta comunque varia notevolmente da areale ad areale.
Si va dagli orsi di Yellowstone che mangiano durante l’estate un numero enorme di falene, più di 40.000 al giorno, rappresentando 1/3 della loro alimentazione agli orsi di alcune aree della Russia e dell’Alaska, che si nutrono soprattutto di salmoni carichi di uova e questa nutrizione e l’abbondanza di questo cibo permettono agli orsi di queste aree di raggiungere dimensioni enormi.
Gli orsi bruni sono, inoltre, predatori, cacciando anche cervi (Odocoeilus spp.; Dama spp., Capreolus spp.), cervi rossi (Cervus elaphus o wapiti americano), alci (Alces alces), caribù (Rangifer tarandus) e bisonti (Bison bison spp., Bison bonasus).
Quando gli orsi bruni attaccano questi animali, tendono a scegliere i giovani, dal momento che sono più facili da catturare. Quando caccia, l’orso bruno usa i suoi canini affilati per mordere al collo la sua preda.
Da alcune osservazioni fatte nelle Alpi orientali si è visto che, almeno in quell’area, l’orso bruno uccide gli erbivori per cibarsi non tanto della carne, quanto piuttosto dell’erba semidigerita presente nello stomaco, che è spesso l’unica parte ad essere mangiata.
Gli orsi si nutrono anche di carogne e sfruttano le proprie dimensioni per intimidire altri predatori, come coyote, lupi, puma e orsi neri, allontanandoli dalle loro prede. Gli orsi bruni sono molto forti, perfino se considerati sotto diversi aspetti; un grosso esemplare può spezzare il collo o la spina dorsale di un bisonte adulto con una singola zampata.
Gli orsi bruni adulti non hanno timore di scontrarsi con altri predatori carnivori: possono competere da soli con branchi di lupi e grandi felini, scacciandoli spesso dalle prede che questi ultimi hanno ucciso, perché hanno una forza e dimensioni tali da non essere predati.
Infine i rapporti di convivenza tra l’orso e l’uomo.
In alcune situazioni può entrare in conflitto con l’uomo e con le sue attività economiche, soprattutto nelle regioni densamente popolate e dove gli ambienti scelti da questo animale vanno a sovrapporsi con le aree utilizzate per l’allevamento, l’agricoltura e l’apicoltura poiché, essendo un opportunista a livello alimentare, trova comodo utilizzare queste risorse alternative di cibo.
Di norma l’orso bruno non è un animale aggressivo e pericoloso, poiché ha solitamente un comportamento schivo e tende ad evitare il più possibile gli incontri con l’uomo. In alcune circostanze, però, alcuni esemplari di orso prendono confidenza con l’uomo e le sue attività antropiche; tuttavia non sono da considerarsi pericolosi in quanto generalmente non sviluppano comportamenti aggressivi. I casi di aggressione accertati sono sempre descritti come situazioni limite, spesso causati dall’uomo con l’avvicinamento ad animali feriti o intrappolati, a femmine accompagnate da piccoli, oppure disturbando orsi presso i siti di svernamento o di alimentazione, ovvero circostanze in cui l’orso vede nell’uomo un pericolo o un competitore all’accesso ad una fonte di cibo. Generalmente il comportamento scelto in caso di incontro accidentale con l’uomo è la fuga.
Secondo l’IUCN, a livello globale, alcune popolazioni sono in netta diminuzione e questo può portare al rischio di sopravvivenza di alcune sottospecie o alla drastica diminuzione di alcune popolazioni tanto da dover intervenire, in alcuni casi, con alcuni ripopolamenti.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.