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Retinolo

Retinolo

Il Retinolo, il cui termine nella nomenclatura IUPAC è: (2E,4E,6E,8E)-3,7-dimetil- 9-(2,6,6-trimetilcicloes-1-enil)nona- 2,4,6,8-tetraen-1-olo è conosciuto più comunemente come Vitamina A o, anche, Axeroftolo.
Il Retinolo ha formula bruta o molecolare: C20H30O.
La vitamina A si presenta in tre diverse forme: alcolica (retinolo), aldeidica (retinaldeide) ed acida (acido retinoico). Esse sono derivati isoprenoici, costituiti dall’unione di 4 catene di isoprene.
Tra i carotenoidi, pigmenti vegetali, si trovano nell’organismo soprattutto: α-carotene, β-carotene, luteina, zeaxantina, criptoxantina e licopene.
La Vitamina A ed i suoi precursori, detti Carotenoidi (come ad esempio la Provitamina A o Betacarotene, trasformato in Vitamina A nell’intestino), rappresentano sostanze fondamentali per la salute del sistema visivo. Essi sono infatti componenti della Rodopsina, ovvero la sostanza fotosensibile presente sulla retina (per questo la Vitamina A viene anche chiamata Retinolo). La Vitamina A è importante anche per il benessere della cute e delle mucose, per la generale crescita dell’individuo come fattore di sviluppo, poiché agevola la differenziazione delle cellule, ed infine per il mantenimento in efficienza e per l’integrità cellulare del sistema visivo ed immunitario. La sua mancanza può indurre malformazioni del feto, difficoltà di sviluppo, problemi immunitari e difficoltà alla vista, fino a gravi alterazioni visive (la carenza di tale Vitamina rappresenta una delle prime cause della cecità infantile).
Il Retinolo è presente in alimenti come: burro, fegato, formaggio, latte, olio di fegato di merluzzo, pesce, uova, frutta e verdura di colore arancione, giallo o rosso e a foglia verde come agrumi, albicocche, anguria, carote, frutti di bosco, meloni, peperoni, pomodori, zucca (una buona parte viene perduta con la cottura dei cibi e/o degradata con l’esposizione alla luce).
La vitamina A è maggiormente presente negli alimenti di origine animale, soprattutto nel fegato e nella milza, seguiti poi da latte e derivati e uova. Dato che carne, latte e uova sono però ricchi di colesterolo si consiglia di assumerla principalmente tramite pesce e derivati, e tramite fonti vegetali. I carotenoidi, da cui l’organismo ricava la vitamina A, sono particolarmente presenti nei tessuti vegetali e nei microorganismi fotosintetici. Tra i tessuti vegetali, ne sono particolarmente ricchi quelli a colorazione giallo-arancione (visto che questi fattori sono direttamente responsabili di questo tipo di colorazione) e quelli a foglia.
La carenza di vitamina A determina inibizione della crescita, deformazione e fragilità delle ossa e serie modifiche delle strutture epiteliali e degli organi riproduttivi.

La vitamina A infatti regola la differenziazione degli epiteli mucosi ed una sua carenza causa cheratinizzazione degli epiteli con un processo detto metaplasia squamosa. La sua carenza può indurre anche secchezza della pelle e delle mucose respiratorie, digerenti e urinarie.
Un’altra importante alterazione riguarda la funzione visiva. Una bassa quantità di rodopsina determina anche necessità di una maggior stimolazione luminosa. Pertanto la quantità minima di luce necessaria per innescare i meccanismi della visione aumenta. Questo fenomeno determina una diminuzione dell’adattamento alla bassa illuminazione (cecità crepuscolare o cecità notturna, emeralopia). Nei casi più seri di deficit vitaminico può anche comparire la Cheratomalacia, ovvero secchezza della congiuntiva e della cornea che possono portare danni oculari permanenti fino alla cecità completa.
La carenza di vitamina A può portare anche ad un aumento della mortalità materna in gravidanza.
Per quanto riguarda invece l’eccesso, attualmente il Ministero della Salute consiglia una dose giornaliera di 800 RAE/die (0.8 mg di retinolo/die). La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) raccomanda un aumento della dose giornaliera di circa 100 RAE/die nel caso di donne in gravidanza e di circa 350 RAE/die in caso di allattamento. L’assunzione di dosi di vitamina A ≥300 mg può determinare la comparsa di un’intossicazione acuta con nausea, vomito, emicrania, perdita di coordinazione e disturbi visivi. In casi estremi, la morte.
Rispetto ai casi di tossicità acuta, quelli di tossicità cronica sono più frequenti in quanto è sufficiente assumere dosi giornaliere superiori alle capacità di immagazzinamento ed eliminazione del fegato sia tramite consumo frequente di alimenti ricchi in vitamina A sia per mezzo di integratori. Ciò può comportare la comparsa di una sintomatologia caratterizzata da inappetenza, dolori muscolari, anemia, perdita dei capelli e varie alterazioni neurologiche.

Avvertenza: le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.




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