Come coltivare l’uva da tavola
Come coltivare l’uva da tavola
La coltivazione dell’uva è forse una delle tecniche agronomiche più antiche dell’umanità.
Pur tuttavia, prima di iniziare la coltivazione di uva da tavola o da vino, bisogna scegliere l’area di terreno più idoneo.
Questa deve essere soleggiata in quanto le qualità organolettiche, il grado zuccherino, il bouquet del vino (per le uve da mosto) ed altri fattori sono molto legati a questo fattore.
Anche la natura del suolo è importante ma li è evidente che questa scelta non dipende dall’agricoltore, in quanto, tranne che in aziende molto estese, questa è una scelta obbligata.
In generale la pianta d’uva non ama i posti ombreggiati o umidi.
Nella scelta della coltivazione bisogna poi avere le idee chiare se voler coltivare uva da vino o uva da tavola, bianca o rossa, con o senza semi.
Le varietà sono talmente tante, sia per l’uva da mosto che da tavola, che serve un trattato a parte per comprendere tutte le differenze, le peculiarità, le caratteristiche e, quindi, l’eventuale scelta.
In generale consigliamo però, dopo le euforie degli anni trascorsi e di sperimentazioni, alcune fallite tristemente di optare, sia nella scelta di uve da mosto che in quelle di uva da tavola, per varietà autoctone. Queste assicurano una maggiore resistenza alle malattie, una maggiore adattabilità climatica e quindi una maggiore resilienza.
Per scegliere il tipo migliore per ciascun condizione climatica e pedologica ci si può rivolgere ad un vivaio della propria zona, che potrà consigliare al meglio, oppure ad agricoltori della zona che magari sono ancora in possesso di varietà locali e magari in via di estinzione. In questo modo avremo custodito un prezioso germoplasma.
Effettuata questa scelta, che è prioritaria e propedeutica, ed individuate le caratteristiche del terreno e del clima nel quale le piante andranno posizionate, bisogna scegliere la disposizione ottimale dei filari, possibilmente su un terreno degradante o comunque che assicuri un buon drenaggio e assenza di ristagni d’acqua.
Una volta individuata la varietà di uva che si vuole impiantare, si procede con la messa a dimora.
Messa a dimora –
Qui va subito considerato che, oltre alla buona ventilazione, esposizione e soleggiamento della pianta, la vite ha bisogno di spazio, quindi ogni fusto dovrà essere distanziato di almeno 2 – 3 metri dall’altro.
Siccome le piante d’uva vivono molti anni (si può arrivare a cento) è bene prevedere questo aspetto.
Comunque sia il periodo migliore per piantare l’uva va da ottobre a maggio.
Prima dell’impianto bisogna scavare una buca di circa 50 cm, che permetta alle radici di posizionarsi bene. Un buon accorgimento è quello di allontanare dalla buca eventuali sassi e radici e va aggiunto, se possibile, terreno migliorato da letame composto (possibilmente sterilizzato) e terriccio da piantagione.
Qui va subito detto che la pianta della vite va posizionata nella buca in modo che il punto di innesto si trovi appena sopra il terreno. A questo punto si deve riempire la buca col terriccio e pressare bene.
Se si pianta nel periodo autunnale si deve rincalzate la terra intorno al punto di innesto, ricoprendolo, per proteggerlo dal gelo.
Accorgimenti per la coltivazione –
Va subito detto che durante il primo anno la vite non produce uva e, nel caso, va comunque potata decisamente per permetterle di fortificarsi.
Siccome la vite deve crescere in alto, bisogna provvedere a procurarle dei validi sostegni.
Qui va aperto un capitolo a parte, cioè quello della forma di allevamento.
In genere, per l’uva da tavola le tre forme più diffuse sono quelle a contro spalliera o a pergola ma anche quelle ad alberello sono ancora impiegate in molte aree.
Per le varie forme a spalliera o a tendone bisogna provvedere ad una vera e propria struttura che può essere costituita da profilati metallici o paletti di legno, per quella ad alberello è la forma di allevamento (appunto ad alberello) a sostenere ogni singola pianta.
E qui entriamo nella potatura.
Potatura –
La potatura è una degli aspetti più importanti nella coltivazione della vite.
L’uva fruttifica sui rami giovani quindi nella stagione di riposo va potata con decisione. Nel periodo che va da febbraio a marzo, sui rami secondari, vanno lasciate tre gemme, in alcuni casi anche due. Durante l’estate può essere opportuno qualche ulteriore intervento di potatura.
Va subito detto che una vite ben tenuta e quindi potata resiste alla malattie e con i trattamenti di routine produce buoni raccolti senza ammalarsi.
Prima della ripresa vegetativa, a fine inverno, subisce il primo trattamento; segue quello preventivo con poltiglia bordolese.
Durante la vegetazione, la pianta d’uva, quasi sempre deve ricevere trattamenti fungicidi (oidio e peronospora) e altre attenzioni, nel caso si presentassero particolari sintomi.
Per la concimazione, in genere viene fertilizzata in autunno, con concime organico.
Raccolta –
Nel periodo che va dai primi due – tre anni, la pianta d’uva non produce un raccolto valido; solo dal quarto anno in poi fruttificherà regolarmente per molti decenni. La maturazione dei chicchi, o acini, avviene tra la metà dell’estate e l’autunno, dipende dal clima, dalla varietà e dalla posizione.
Il sistema migliore per capire quando le viti hanno grappoli che si possono raccogliere è assaggiare qualche chicco preso in posizioni diverse: quando è dolce, è maturo e pronto per la raccolta.
I grappoli si colgono tagliandoli con una forbice e lasciando qualche centimetro di tralcio sul grappolo.
L’uva può essere conservata in un sacchetto in frigorifero dove si mantiene fresca per almeno tre settimane.
I polifenoli contenuti nella buccia, soprattutto dell’uva nera, sono tra le sostanze antiossidanti di provata efficacia e, insieme ai sali minerali ed alle vitamine, fanno di questo frutto un vero alleato della salute e della buona alimentazione.
Questo articolo, per la sua brevità, è un primo approccio per coloro che, da principianti, si vogliono cimentare nella coltivazione dell’uva.
Dopodiché, bisogna considerare che, per ogni aspetto: scelta del terreno, della varietà, potature, concimazioni, trattamenti, ecc. vanno approfonditi tutti gli aspetti che hanno bisogno, spesso, di veri trattati a se.
Guido Bissanti