Arctium minus
Arctium minus
La bardana minore (Arctium minus (Hill) Bernh., 1800) è una specie erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae, Sottofamiglia Cichorioideae, Tribù Cardueae, Sottotribù Carduinae e quindi al Genere Arctium ed alla Specie A. minus.
Sono presenti diversi sinonimi di questa specie che di seguito si riportano:
– Arcion minus Bubani;
– Arctium chabertii Briq. & Cavill.;
– Arctium chabertii subsp. aellenianum Arènes;
– Arctium chabertii subsp. balearicum Arènes;
– Arctium chabertii subsp. chabertii;
– Arctium chabertii subsp. corsicum Arènes;
– Arctium conglomeratum Schur ex Nyman;
– Arctium euminus Syme;
– Arctium lappa Kalm;
– Arctium lappa var. minus (Bernh.) A.Gray, 1884;
– Arctium melanoceps (Beger) G. H. Loos;
– Arctium montanum Steud.;
– Arctium minus subsp. mediterraneum Arènes;
– Arctium minus var. corymbosum Wiegand;
– Arctium minus var. melanoceps Beger;
– Arctium minus var. minus;
– Arctium minus fo. Minus;
– Arctium nemorosum subsp. pubens (Bab.) Rothm. – Sinonimo della sottospecie pubens;
– Arctium nemorosum var. pubens (Bab.) Fiori;
– Arctium pubens Bab. – Sinonimo della sottospecie pubens;
– Arctium pubens var. pubens;
– Arctium tomentosum subsp. pubens (Bab.) Nyman;
– Bardana minor Hill;
– Lappa chabertii;
– Lappa minor Hill;
– Lappa minor var. minor;
– Lappa pubens (Bab.) Boreau – Sinonimo della sottospecie pubens;
– Lappa vulgaris Hill var. minor (Bernh.) Neilr., 1846.
Etimologia –
Il termine Arctium proviene dal greco ἄρκτιον árction lappola, pianta citata da Dioscoride e altri autori.
L’epiteto specifico minus è il comparativo latino di párvus: minore, più piccolo rispetto ad altre specie congeneri.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La bardana minore è una specie a distribuzione sub Atlantica – sud Europea presente in tutte le regioni d’Italia con distribuzione regionale su tutto il territorio.
È presente in Europa, Africa mediterranea occidentale, Asia minore, Asia settentrionale e nelle Americhe (in quest’ultima zona è considerata specie naturalizzata).
Il suo habitat è quello degli incolti, siepi, bordi delle strade e sponde dei ruscelli; ma anche gli ambienti ruderali, le schiarite e le strade forestali e arbusteti meso-termofili. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
La sua distribuzione altitudinale è sui rilievi dove queste piante si possono trovare fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare e in parte quello subalpino.
Descrizione –
La bardana minore è una specie erbacea che cresce tra 50 e 150 cm.
È una pianta a ciclo di sviluppo biennale (nel primo anno si formano solamente le foglie; i fiori si sviluppano nel secondo), mentre la riproduzione avviene tramite gemme poste a livello del terreno.
La parte epigea del fusto è eretta, pubescente (un tomento fitto), ramificata e spesso è arrossata e striata.
I rami sono patenti alla base, ma penduli all’apice.
La radice è di tipo fittonante, profonda fino a 30 cm.
Le foglie sono in genere intere, a lamina allargata e ruvide con bordi grossolanamente dentati e ondulati, glabre e verdi nella parte superiore; biancastre e ragnatelose o grigio-tomentose inferiormente. Queste sono portate da un picciolo cavo (a volte solo alla base).
Le foglie basali sono picciolate a lamina ovata o cuoriforme.
Le foglie cauline sono alterne, sessili e lanceolate.
Le dimensione delle foglie sono: larghezza 1,5 – 3,5 dm; lunghezza 3 – 6 dm. Lunghezza dei piccioli: 15 – 50 cm.
I fiori sono tutti del tipo tubuloso, ermafroditi, attinoformi, tetra-ciclici (con quattro verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ossia sia il calice che la corolla sono composti da cinque elementi). La lunghezza del fiore è di 7,5 – 15 mm.
I fiori sono riuniti in infiorescenze, costituita da diversi capolino sferici riuniti in corimbi. La struttura dei capolini è caratterizzata da un peduncolo (o pedicello) che sorregge un involucro composto da diverse brattee (o squame) lesiniformi, verdi e ragnatelose disposte su più serie e formanti un riccio di aculei uncinati all’apice rossastri, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano con squame aristate sul quale s’inseriscono i fiori tubulosi (da 30 o più). Le squame sono di dimensioni diverse (ma comunque minori dei fiori), i bordi sono finemente seghettati e sono inoltre persistenti. Diametro dei capolini: 1 – 2,5 cm. Lunghezza del pedicello: 0 – 9,5 cm. il diametro dell’involucro è di 15 – 40 mm.
Il periodo di fioritura è tra luglio e settembre.
I frutti sono acheni di pochi millimetri (5 – 7 mm) di colore grigio-bruno con chiazze più scure ondulate. Il pappo presenta delle brevi setole. La lunghezza delle setole è di 1 – 3,5 mm.
Coltivazione –
La bardana minore è una specie che cresce allo stato spontaneo con impollinazione operata tramite insetti (farfalle diurne e notturne).
La riproduzione avviene fondamentalmente tramite l’impollinazione dei fiori, secondo le specie di insetti suddetti, ed i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell’involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
In ogni caso questa pianta può essere coltivata in terreni umidi, ma in posizioni soleggiate. La semina ha più successo se fatta in autunno.
Usi e Tradizioni –
La bardana minore è una specie spontanea che, per i meno esperti, può essere confusa con alcune specie simili. Tra queste ricordiamo:
– Arctium lappa L. – Bardana maggiore: è più grande e più vigorosa della Bardana minore (i capolini hanno dimensione di 3 – 4 cm); inoltre le foglie sono più larghe e i rami superiori si presentano con una configurazione corimbosa.
– Arctium nemorosum Lej. et Court. – Bardana selvatica: si differenzia per la diversa ramificazione che conferisce alla pianta un aspetto piramidale e per le squame involucrali colorate diversamente (arrossate e giallastre sugli uncini); i capolini hanno dimensione di 3 – 4 cm.
– Arctium tomentosum Miller – Bardana lanuta: la caratteristica più rilevante è nell’involucro: le squame esterne sono uncinate, mentre quelle interne sono con punte diritte.
Le radici di questa pianta contengono un principio amaro (inulina) e venivano utilizzate nella medicina popolare (radice di bardana); le foglie giovani e i germogli sono commestibili.
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà curative:
– antibatterica (blocca la generazione dei batteri);
– antifungina (blocca la crescita degli organismi fungini);
– lassativa (ha proprietà purgative);
– purificatrice del sangue;
– carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali);
– colagoga (facilita la secrezione biliare verso l’intestino);
– diaforetica (agevola la traspirazione cutanea);
– diuretica (facilita il rilascio dell’urina);
– ipoglicemica (diminuisce il glucosio nel sangue).
Per quanto riguarda altri usi, dalla corteccia interna del fusto si ottiene una fibra usata per produrre della carta artigianale di colore marrone chiaro.
Modalità di Preparazione –
Per l’uso della Arctium minus la droga usata è la radice raccolta al primo anno prima della fioritura o nel tardo autunno.
Di questa pianta per scopi alimentari vengono usate varie parti quali i semi, le radici e le foglie. Le radici migliori si ottengono da piante giovani e normalmente vengono sbucciate; se arrostite possono essere un buon surrogato del caffè. Le foglie, sempre giovanili, sono usate sia cotte che crude. I fusti vengono usati dopo aver tolto la scorza esterna.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.