Hystrix cristata
Hystrix cristata
L’istrice o porcospino (Hystrix cristata L., 1758) è un roditore appartenente alla famiglia degli Hystricidae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Phylum Chordata, Classe Mammalia, Superordine Euarchontoglires, Ordine Rodentia, Sottordine Hystricomorpha, Infraordine Hystricognathi, Famiglia Hystricidae e quindi al Genere Hystrix ed alla Specie HYSTRIX cristata.
Sono sinonimi i termini:
– Hystrix aerula Thomas, 1925;
– Hystrix cuvieri;
– Hystrix daubentoni;
– Hystrix europaea;
– Hystrix galeata;
– Hystrix occidanea;
– Hystrix senegalica.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’istrice è un roditore diffuso in Africa, soprattutto dalla zona occidentale, dal Senegal al Camerun, e nella Repubblica Democratica del Congo, Ruanda, Etiopia, Uganda, Kenya, Tanzania settentrionale e Zanzibar. Presente probabilmente nel Ciad meridionale e nella Repubblica Centrafricana; è inoltre presente nella savana sudanese e guineana oltre ad una distribuzione disgiunta in parte del Sahel e del Sahara. Alcune popolazioni isolate si trovano nel Niger.
In Europa è presente nell’area mediterranea dove vive ampiamente nella bio-zona costiera mediterranea, comprese le regioni montane del Marocco, Algeria e Tunisia, nelle coste libiche e probabilmente estinta in Egitto.
Inoltre in Europa è presente come specie introdotta in Albania e Grecia settentrionale.
In Italia è presente nelle regioni centro-meridionali ed in Sicilia.
In Italia l’istrice era sicuramente presente sul nostro territorio fin dal tardo Pleistocene, confermata dai ritrovamenti di fossili datati a questo periodo. Non è noto tuttavia se l’animale si sia in seguito estinto e reintrodotto in epoca più recente dai Romani, oppure se sia sopravvissuto senza soluzione di continuità sul nostro territorio, inclusa la Sicilia.
Il suo habitat è alquanto varia, infatti questo roditore appare molto tollerante ad un’ampia gamma di ambienti e climi, incluse le boscaglie costiere calde, i deserti secchi e le praterie montane fredde. In Etiopia può essere attratta dalle fattorie dove può divenire una piaga per le coltivazioni.
In genere lo si ritrova negli stessi ambienti frequentati dal coniglio selvatico.
Descrizione –
L’ Hystrix cristata è il più grande roditore africano ed europeo ed ha una lunghezza, tra testa e corpo di 65-85 cm, con una coda di 12-17 cm e per un peso medio di 15 Kg, che può arrivare anche a 20 kg.
L’Istrice ha una forma generale del corpo globosa, con la parte posteriore più sviluppata data la notevole lunghezza degli aculei.
Gli aculei sul dorso, i lati del corpo e la coda, hanno un colore nerastro corneo, più o meno intenso, con striature biancastre che conferiscono alla regione aculeata un aspetto striato di bianco. La lunghezza degli aculei è variabile e può raggiungere i 30 cm sulla groppa.
La coda è corta, di solito nascosta dagli aculei della groppa, ed è ricoperta da aculei più corti e fragili, alcuni modificati in maniera tale da ottenere un crepitio quando la coda è scossa. Il cranio è grande e di forma arrotondata, gli incisivi sono lisci, mentre la superficie occlusale dei molari è formata da pieghe complesse di smalto e dentina, le ossa nasali sono molto lunghe, larghe e si estendono posteriormente quasi fino al margine posteriore delle orbite. Le femmine hanno due o tre paia di mammelle pettorali.
Biologia –
L’istrice raggiunge la maturità sessuale verso un anno di età ed il periodo degli amori va da aprile a maggio.
Durante la corte il maschio avvicina la femmina utilizzando un’andatura bipede e poi la monta. La femmina sollecita la copulazione attraverso l’esibizione della coda sulla groppa.
La femmina, da alla luce, in una tana tappezzata di foglie secche da uno a quattro piccoli alla volta dopo una gestazione di 112 giorni. Il peso alla nascita è di circa un chilogrammo. Il rapporto peso nascituro/madre è del 10%.
I piccoli nascono con gli occhi aperti e soffici peli spinosi. L’allattamento avviene con la madre seduta poiché le mammelle sono situate ai lati del torace. I maschi assistono recuperando e pulendo i piccoli e riposano con loro nelle tane. Vengono svezzati dopo 16 settimane di vita.
Con l’arrivo del freddo l’istrice si rifugia nella tana fino alla primavera senza cadere in un vero e proprio letargo e la vita media si aggira intorno ai 10-15 anni.
Ruolo Ecologico –
L’habitat naturale dell’Istrice è rappresentato da pianure e colline in prossimità di terreni coltivati e comunque dove sia possibile scavare profonde tane.
È un animale con uno sviluppatissimo senso dell’olfatto, a differenza della vista e dell’udito. Data la sua mole è molto goffo nei movimenti ed ha, inoltre, abitudini crepuscolari e notturne.
In generale è una specie terricola e notturna, sebbene in cattività risulti essere attiva anche di giorno. Durante le ore diurne si rifugia nelle grotte, nelle buche sotto gli alberi o in tane abbandonate di altri animali e nei crepacci rocciosi. Non scava le proprie tane. La locomozione è una camminata o un lento trotterellare e, a causa delle sue grandi dimensioni, non è in grado di arrampicarsi. Quando impaurita o minacciata la cresta e gli aculei si drizzano, facendo sembrare l’animale più grande di quanto non sia, e gli aculei della coda sono agitati provocando un tintinnio. Se in pericolo l’animale si muove lateralmente o all’indietro con le punte degli aculei erette verso l’aggressore. Se realmente provocato da un potenziale predatore l’individuo carica all’indietro con gli aculei della groppa, lasciandone qualcuno infilzato nella pelle dell’aggressore, provocando talvolta gravi ferite. Questo comportamento e l’affilatezza dei suoi aculei fornisce all’istrice un meccanismo difensivo veramente efficace anche contro potenziali predatori come il leone.
Dal punto di vista alimentare l’istrice è una specie erbivora. La principale fonte sono la frutta, le radici, i bulbi e le cortecce. La cassava, la patata dolce e le arachidi vengono spesso mangiate nelle aziende agricole. Si nutre anche di ossa per carenza di ferro. Ci sono diverse segnalazioni di istrici che raccolgono e masticano ossa, con le loro tane talvolta riempite di esse. Questa abitudine si pensa essere associata al rivestimento e all’affilamento degli incisivi, forse con il beneficio di fornire una risorsa aggiuntiva di calcio e minerali.
Gli istrici sono animali sociali e gregari. Le secrezioni prodotte dalle ghiandole anali sono utilizzate per marcare il territorio e per indicare la presenza dell’individuo, i suoni vocali sono utilizzati per l’interazione maschio-femmina e per avvisare gli altri individui della stessa specie di eventuali pericoli o durante incontri aggressivi. Diversi individui possono rifugiarsi insieme nella stessa tana.
Per quanto riguarda i predatori, per via delle sue caratteristiche e del suo comportamento difensivo, l’istrice ha poche minacce.
L’uomo può cacciarlo per cibarsene ma non in grosse quantità come altri roditori simili. Due specie di mosche tze-tze che trasmettono la malattia del sonno all’uomo, sono state osservate nutrirsi del sangue di tale specie.
Dal punto di vista del rischio per questa specie, la IUCN vista l’ampia diffusione, sebbene utilizzata come fonte di cibo in diverse popolazioni, classifica Hystrix cristata come specie a rischio minimo (LC).
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Gordon Corbet, Denys Ovenden, 2012. Guida dei mammiferi d’Europa. Franco Muzzio Editore.
– John Woodward, Kim Dennis-Bryan, 2018. La grande enciclopedia degli animali. Gribaudo Editore.