Alpeggio
Alpeggio
Con il termine di alpeggio si intende l’esercizio del pascolo del bestiame in montagna, da quote che vanno da circa m 1000 sino a m 2300-2500 s l.m..
L’alpeggio, denominato anche monticazione o estatatura, si effettua da fine maggio a metà settembre, ma ha durata diversa secondo l’altitudine, l’esposizione, la giacitura e la vegetazione dei pascoli (minimo due mesi: luglio-agosto).
L’alpeggio è una pratica molto antica (già esercitata dai Reti), che risponde a necessità economiche e tecniche a un tempo, sia perché permette di sfruttare la produzione foraggera di alta montagna, inutilizzabile in altro modo, sia perché irrobustisce gli animali e li rende più resistenti alle infezioni, particolarmente alla tubercolosi.
Anches el’alpeggio interessa le aree alpine, questa pratica è largamente utilizzata anche in vaste zone degli Appennini e sui pascoli dei Pirenei e dei Carpazi.
In Italia l’alpeggio viene operato i 600 m s.l.m. ed i 2500-2700; inizia con la monticazione, cioè la salita sull’alpe, che avviene tra la fine di maggio e la metà di giugno e termina con la demonticazione, cioè la ridiscesa in pianura che avviene a fine settembre.
L’alpeggio passa attraverso varie fasi (tramuti) che si identificano con pascolo e strutture poste a diversa altezza sulla stessa montagna (come ad esempio i maggenghi).
Inoltre l’alpeggio, in base all’organizzazione amministrativa (privata, cooperativa, pubblica di tipo comunale, provinciale o statale, ecc.) e al sistema di conduzione (affitto, conduzione da parte di privati, cooperative, ecc.) può assumere forme economico-organizzative differenti.
L’alpeggio può anche differenziarsi in base al tipo di bestiame utilizzato. Si può avere così l’alpeggio per bovini (il più comune), per ovini, caprini, equini o per bestiame misto (compresi i suini e gli animali da cortile).
In generale i pascoli alpini e prealpini ospitano prevalentemente bovini (85% nel primo caso e circa 95% nel secondo) mentre quelli appenninici sono sfruttati esclusivamente dagli ovini.
Il carico di bestiame previsto negli alpeggi ovviamente è differente in funzione del tipo di animali; per l’intera durata dell’alpeggio occorrono 1,5-2 ettari per ogni bovino mentre un solo ettaro riesce a nutrire dai 4 ai 6 ovini.
L’alpeggio, condotto con tecniche agroecologiche, porta notevoli vantaggi agli animali, sia dal punto di vista alimentare (maggiore valore nutritivo che si riflette sia sulla salute che sulla qualità dei prodotti zootecnici), che da quello dell’attività fisica (sviluppo della muscolatura, aumento dell’attività circolatoria, respiratoria e della capacità polmonare dovuta alla rarefazione dell’aria e al maggiore sforzo fisico) e da fattori ambientali (qualità dell’aria respirata e aumento delle radiazioni attive con benefici influssi su cute, pelo, attività ghiandolare e metabolismo).
Inoltre l’alpeggio consente ai terreni pascolati dagli animali un arricchimento di macro e microelementi per la coltivazione dei terreni agricoli, in primis azoto, utile per la crescita delle piante ma soprattutto per l’apporto della sostanza organica che conferisce maggiore stabilità ai terreni di montagna, notoriamente sistemati su sistemi orografici e morfologici più delicati e complessi.