Libeccio
Libeccio
Con il termine libeccio si intende quel vento del Mediterraneo che proviene generalmente da Sud Ovest e che spira quasi sempre a raffiche.
Il termine “libeccio” ha una provenienza etimologica controversa: secondo una prima ipotesi viene dal greco libykós, ossia “della Libia”, oppure dall’arabo lebeǵ, che deriva del greco líps-libós, che significa “vento portatore di pioggia”. Il termine regionale “garbino” viene dall’arabo gharbī, che significa “occidentale”. Il termine “africo”, usato solo in ambito letterario, deriva dal latino afrĭcus, che significa “africano”, per la sua provenienza.
A differenza dello Scirocco, per quanto sia un vento di provenienza meridionale, umido per aver attraversato il mare, quando giunge in Italia non produce quella particolare afa e calura. Ciò si deve alla genesi diversa dei due venti.
Il libeccio è il vento caratteristico del settore caldo delle depressioni cicloniche, generato dalle condizioni dinamiche che la teoria indica presiedere all’origine dei cicloni: come tale non presenta la sensibile componente discendente (se mai ne presenta una ascendente) che produce, per effetto del Föhn, il notevole riscaldamento dello scirocco.
Da quanto si è esposto risulta che non tutto il vento di SO. deve considerarsi libeccio: tra l’altro, per una buona parte delle coste tirreniche dell’Italia, la direzione delle brezze marine è appunto il SO., ma in tal caso il presentarsi a determinate ore del giorno e la relativa regolarità fanno facilmente comprende che non ci si trova in presenza del vero libeccio.
Per essere strettamente collegato alle depressioni, il libeccio, specialmente in prossimità dei fronti, si può presentare quasi improvvisamente e con notevolissima violenza: all’insieme dei fenomeni che accompagnano tali parossismi è dato dai marinai il nome di libecciata, le cui conseguenze, talvolta anche assai gravi, sono ben note alle popolazioni litoranee, specie a quelle delle coste tirreniche, che per la particolare disposizione dell’Italia sono le più esposte al libeccio.
Allorché il libeccio è particolarmente debole (in lontananza dai fronti e nei casi di depressioni con poca energia) e con scarse raffiche, viene dai marinai chiamato libecciolo.
In senso traslato, talvolta, la parola libeccio viene usata per indicare una direzione riferita ai punti cardinali, indipendentemente dal vento: tale direzione è quella da cui spira il vento di libeccio convenzionale, cioè il rombo della rosa intorno ai 225°, contati da N. per E.
Durante la stagione estiva, il vento di libeccio soffia generalmente come brezza di mare lungo le coste occidentali della penisola italiana e come brezza di terra lungo quelle orientali, in condizioni di stabilità atmosferica. Nell’Italia meridionale è conosciuto per il calore che porta con sé, ma soprattutto la polvere, proveniente dal deserto del Sahara.
Il vento di libeccio soffia anche durante il passaggio dei fronti perturbati atlantici in movimento da ovest verso est, assumendo in questo caso caratteristiche di vento umido portatore di pioggia.
Guido Bissanti