Santolina chamaecyparissus
Santolina chamaecyparissus
La Santolina o Crespolina (Santolina chamaecyparissus L.) è una specie arbustiva appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae e quindi al Genere Santolina ed alla Specie S. chamaecyparissus.
Sono sinonimi i termini: Santolina marchii Arrigoni, Santolina chaemecyparissus Auct. non L. e Abrotanum foemina Garsault..
Etimologia –
Il termine Santolina, secondo alcuni autori, è una probabile alterazione dal latino santonica, femminile di santonicus, cioè dei Santones, antica popolazione dell’Aquitania, regione della Francia sud-occidentale. Secondo altri deriverebbe dal latino sanctus santo e da linum lino, forse un riferimento alle proprietà terapeutiche della pianta. l’epiteto specifico chamaecyparissus proviene dal prefisso greco χᾰμαι- chamai- a terra, strisciante e da κυπάρισσος cypárissos cipresso: simile a un cipresso nano.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Santolina è una specie arbustiva originaria probabilmente dell’area mediterranea molto aromatica. La presenza in Italia non è spontanea ma sporadica e derivata dalla coltivazione come ornamentale, officinale e per le sue proprietà medicinali. Il suo habitat è rappresentato dai luoghi aridi e sassosi, dal piano ai 1000 metri.
Descrizione –
La Santolina chamaecyparissus è un piccolo arbusto sempreverde che può raggiungere i 50-60 cm di altezza, espandendosi per 80-90 cm in larghezza. Ha portamento eretto o semi-prostrato, e costituisce densi arbusti tondeggianti, costituiti da sottili fusti legnosi ricoperti da foglie molto divise, composte da piccoli lobi lineari, di colore grigio-verde, dall’aspetto lanoso, intensamente profumati.
Nel periodo tra giugno e luglio produce piccoli fiorellini gialli, arrotondati, riuniti in infiorescenze apicali.
I frutti sono delle cipsele di forma da obconiche a obovoidi, di 2 – 3 mm, con gli angoli a volte strettamente alati. Pappo mancante.
Coltivazione –
La Santolina è una pianta che preferisce terreni sciolti, ben drenati, sabbiosi e possibilmente calcarei; di solito comunque si sviluppa senza problemi in qualsiasi terreno, visto che ha pochissime esigenze colturali.
Per una crescita ottimale è necessario porre a dimora queste piante in luoghi molto luminosi e soleggiati. Per quanto riguarda l’aspetto climatico, si tratta di piante che possono sopportare anche le temperature di molto inferiori allo zero, ma talvolta necessitano di una copertura se i mesi invernali sono particolarmente rigidi; in genere è sufficiente pacciamare il terreno attorno alla base del fusto con paglia o foglie per garantire una buona crescita della pianta ed evitare che la stessa soffra per le temperature particolarmente rigide.
In riferimento alle necessità idriche, la santolina è una pianta che ha un bassissimo bisogno di acqua. Durante i periodi più freddi, si accontenta normalmente della sola acqua piovana, mentre nei mesi estivi possono necessitare di sporadiche irrigazioni, ogni 10-15 giorni circa.
Se in inverno vengono riparate è bene ricordarsi di bagnare le piante, almeno una volta al mese. Si consiglia di annaffiare le piante a partire dal basso, evitando di bagnare invece le foglie che potrebbero venire rovinate da un contatto con l’acqua troppo prolungato, per lo stesso motivo è bene evitare di far ricadere troppo i rami verso il terreno.
La propagazione di questa pianta avviene per divisione dei cespi o per talea erbacea, nel periodo estivo, fatta radicare in terriccio sabbioso. Quando le nuove piantine sono abbastanza sviluppate, vengono trapiantate in vasi singoli o in piena terra, in posizione ben soleggiata e in substrato ben drenato.
Se propagata per seme, alla fine dell’inverno è possibile seminare la Santolina chamaecyparissus in semenzaio mantenuto in luogo temperato, altrimenti è possibile seminarla all’aperto nei mesi di aprile-maggio.
Usi e Tradizioni –
La Santolina chamaecyparissus è una pianta che ha molteplici utilizzi sia come pianta da bordura, per il fogliame molto decorativo, dove viene utilizzata anche nelle aiole di piante aromatiche, anche se le foglie profumate non sono comunemente presenti nelle ricette della nostra penisola.
Nella formazione di aiuole si tende a cimare i fusti fiorali, per mantenere l’aspetto dell’arbusto più compatto.
Esistono una decina di specie di santoline, in genere le più coltivate sono S. chamaecyparissus e S. rosmarinifolia.
Per l’uso come pianta aromatica si consiglia di tagliare i rametti a inizio estate quando sono in piena fioritura e farli essiccare in luogo ombroso e ventilato e conservare al riparo dalla luce e dall’umidità.
La santolina ha proprietà digestive, antispasmodiche, tonico-stimolanti, antisettiche se usata come infuso o decotto. Per uso esterno può essere utilizzata come antipruriginoso in caso di punture di insetti.
Dalla pianta può essere estratto un olio essenziale che viene impiegato in profumeria. Inoltre in cosmetica è usatao come tonico .
I rami possono essere appesi negli armadi per respingere gli insetti, e le foglie sono adatte anche per l’uso nel pot pourri e nei sostituti del tabacco alle erbe.
Modalità di Preparazione –
La santolina può essere impiegata anche in cucina dove si utilizzano le sue foglie soprattutto per aromatizzare piatti a a base di pesce.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.