Vitellaria paradoxa
Vitellaria paradoxa
Il karité o albero del burro (Vitellaria paradoxa CF Gaertn.) è una specie arborea della famiglia delle Sapotaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Ebenales, Famiglia Sapotaceae e quindi al Genere Vitellaria ed alla Specie V. paradoxa.
È sinonimo il termine Butyrospermum parkii.
Etimologia –
Il termine Vitellaria proviene da vitéllus, tuorlo dell’uovo e dal suffisso -aria indicante una connessione: per il colore giallastro dei fiori. L’epiteto specifico paradoxa deriva dal greco παράδοξος parádoxos (da παρά pará contro e da δόξα dóxa opinione) contro ogni aspettativa, straordinario, paradossale, strano, fuori dal comune: per la difficoltà di una corretta classificazione per la presenza di caratteri contraddittori.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il karité è una specie originaria dell’Africa ed è diffusa in Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio, Etiopia, Ghana, Guinea, Mali, Niger, Nigeria, Senegal, Sudan, Sudan del Sud, Togo e Uganda.
Questa pianta è stata introdotta in Honduras dove è comunemente conosciuta come tango.
Viene considerata inoltre come specie vulnerabile da IUCN, in quanto gli esemplari selvatici sono eccessivamente sfruttati per finalità economiche.
Descrizione –
La Vitellaria paradoxa è un albero che può raggiungere un’altezza tra i 10 e i 15 metri e con un tronco che può raggiungere il metro di diametro.
Il tronco è dotato di una corteccia molto spessa che svolge la funzione di protezione dalle alte temperature presenti nella savana. I rami sono tozzi e anch’essi muniti di una robusta corteccia.
Le foglie si trovano a ciuffi sui rami ed hanno una forma allungata e munite di un picciolo lungo mediamente dai 5 ai 15 cm; il colore di queste è rosso tendente al ruggine in giovinezza, sviluppandosi acquisiscono una colorazione che tende al verde scuro e possono aumentare le loro dimensioni di lunghezza e larghezza rispettivamente dai 15 ai 25 cm e dai 4 ai 7 cm.
Il periodo di fioritura va da dicembre a marzo ed i fiori sono di colore verde con sfumature di giallo e di gradevole profumazione.
Coltivazione –
La coltivazione dell’albero del Karité intensiva o programmata è praticamente impossibile in quanto il karité cresce spontaneamente solo nei luoghi di origine. Per questo motivo l’albero del Karité, denominato anche pianta della giovinezza, è da vari anni considerato una specie vulnerabile da IUCN in quanto gli esemplari selvatici sono in via di estinzione poiché sfruttati al massimo a fini economici.
La raccolta dei frutti dell’albero della giovinezza viene fatta dalle donne indigene da Giugno-Luglio fino a Settembre.
I noccioli o semi, liberati manualmente dalla polpa che li riveste, vengono selezionati, fatti essiccare al sole per diversi giorni.
Successivamente i semi vengono frantumati, pestati e macinati fino ad ottenere una pasta spessa e grassa di consistenza burrosa che in base al contenuto di carotenoidi può avere un colore bianco-avorio o un colore giallo intenso.
L’odore del burro di Karité grezzo ricorda quello del cioccolato e quello ottenuto da processi di tostatura può risultare leggermente affumicato.
Anche il contenuto e la composizione degli oli vegetali contenuti nei semi cambia in funzione al periodo della raccolta, della varietà, delle condizioni ambientali e della lavorazione.
Usi e Tradizioni –
Il Karitè è una pianta diffusa allo stato spontaneo soprattutto nei paesi dell’area centrale dal Benin al Ciad dal Congo alla Nigeria, dal Senegal al Sudan, dal Togo all’Uganda. Oggi l’albero del Karité viene coltivato anche in America centrale con la massima diffusione in Honduras dove è conosciuta con il nome di Tango.
La Vitellaria paradoxa è un albero molto longevo che può vivere fino a 200 anni anche se è caratterizzato da una crescita molto lenta e raggiunge un’altezza media di circa 12 metri dando vita ad una chioma espansa, ricca di foglie, variamente ramificata fin dalla base sorretta da un tronco molto grande che in un esemplare sviluppato può raggiungere il diametro di un metro.
I frutti o noci del Karité, simili a prugne o a frutti dell’Argan, hanno un mallo carnoso interno rivestito da un tegumento liscio, lucido e di colore verde. I frutti per raggiungere la maturazione impiegano da 5 a 6 mesi e vengono prodotti solo da esemplari che hanno almeno 15 anni di vita. La produttività massima della pianta va dai 50 ai 100 anni e in media da ogni albero del Karité produce 20-25 Kg di frutti da cui si ricavano da 3 a 4 kg di noci.
I semi sono noccioli legnosi ed oleosi di colore marrone-ruggine ricchi di una sostanza grassa da cui si ricava il prezioso burro famoso in tutto il mondo per il gradevole profumo e per il suo sapore dolciastro. I semi non hanno una buona capacità di germinazione.
Il burro di Karitè, inconfondibile per il suo colore lievemente giallo o verde che per le sue proprietà benefiche, viene utilizzato in tutto il mondo per la preparazione di tantissimi prodotti di bellezza, la cura di malattie da raffreddamento e come condimento nella cucina locale.
Le donne indigene da sempre lo utilizzano per proteggere la pelle dai raggi solari, dal vento e dall’azione erosiva della salsedine.
Nei luoghi di origine tutte le parti dell’albero del burro vengono utilizzate per vari scopi:
– gli scarti o residui delle lavorazioni come mangime per il bestiame;
– il grasso serve anche per fare saponi e candele;
– il lattice che fuoriesce dalla corteccia e dalle foglie viene utilizzato come colla e come base per il chewing-gum;
– il legno, molto duro e compatto invece trova largo impiego nell’artigianato locale per la produzione di utensili da cucina e la costruzione di oggetti vari per la casa.
È interessante sapere che anticamente nei luoghi di origine, gli indigeni mescolavano l’olio di Karité con la terra e con questo sorte di impasto simile allo stucco o alla calce rivestivano muri e pareti.
Oltre che con il metodo tradizionale, sostanzialmente manuale, l’estrazione dell’olio può avvenire sia meccanicamente per compressione a freddo sia con solvente chimici.
Modalità di Preparazione –
Il burro di karitè trova uso anche in cucina. Il burro di karitè emana per natura un odore vigoroso, che non tutti apprezzano. Per tale motivo spesso si trova in vendita con l’aggiunta di altre essenze, che ne smorzano l’intensità. Anche al gusto risulta particolarmente aromatico. Il burro di karitè, per i più coraggiosi, può essere usato per sostituire l’olio da tavola. E’ utilizzato assieme al burro di cacao per creare speciali cioccolati, ed è discretamente presente in molte varietà di margarine. In Africa il burro di karitè viene usato come condimento, per friggere frittelle, e per preparare molti altri prodotti destinati al mercato internazionale.
Nei Paesi dell’Africa Subsahariana, dove il burro di karité viene ancora oggi prodotto seguendo le antiche tradizioni, questa sostanza è considerata preziosissima e trova tradizionalmente impiego anche in cucina; infatti in Burkina Faso «è la base per cucinare il Tô, il piatto tradizionale per eccellenza, una polenta di miglio, sorgo o mais. Accompagnata da salse di verdura preparate con foglie di manioca o baobab»
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.