Come coltivare l’Aquilegia
Come coltivare l’Aquilegia
L’Aquilegia è un genere di piante (Aquilegia L.) della famiglia delle Ranunculaceae.
Si tratta di un genere che comprende circa 70 specie, con numerosi ibridi e varietà orticole, caratterizzato da piante erbacee perenni, con fogliame leggero e finemente diviso, fiori leggeri con lunghi speroni colorati, a seconda delle specie e delle varietà, di bianco, azzurro, giallo, rosso, rosa, lilla, viola e avorio.
L’Aquilegia viene utilizzata come piante ornamentale nei giardini per bordure miste o gruppi isolati ma anche industrialmente per la produzione del fiore reciso o per la coltivazione in vaso sui terrazzi.
Tra le specie ricordiamo l’A. chrysantha di origine americana a fiore giallo; l’A. caerulea, di origine nordamericana con fiori bianchi e azzurri; l’A. flabellata originaria del Giappone a fiori bianchi; l’A. formosa della California con fiori gialli e rosa; l’A. vulgaris spontanea dei nostri boschi, con fiori azzurro-violacei, petali con sperone uncinato alta fino a 1 m; altre specie spontanee sono l’A. atroviolacea con fiori piccoli di colore viola cupo; l’A. thalictrifolia alta 60 cm con foglioline pubescenti, viscide profondamente divise in tre lobi e piccoli fiori azzurro-violacei; l’A. alpina alta 80 cm con grandi fiori azzurri con speroni non uncinati.
In questa scheda vedremo come coltivare l’Aquilegia seguendo le indicazioni agronomiche più opportune.
Per la coltivazione dell’ Aquilegia bisogna scegliere delle zone a parziale insolazione anche se la pianta riesce a crescere anche in pieno sole. Le aree più adatte per la sua coltivazione sono quelle contraddistinte da clima non troppo caldo e quindi con clima fresco.
Dal punto di vista pedologico i suoli più adatti per la coltivazione delle Aquilegie sono quelli acidi o neutro, non calcarei, soffici e ben dotati di sostanze organiche. Questi terreni devono mantenersi freschi anche nel periodo estivo.
Il drenaggio deve essere ottimale, senza possibilità di ristagni. Ovviamente le condizioni climatiche ambientali per questa specie sono quelli con buona umidità ambientale e con estate mitigata da pioggia.
In assenza di queste condizioni bisogna creare, tramite ombreggiamenti ed apporti idrici idonei queste condizioni.
Per le Aquilegie coltivate in vaso questi devono essere posizionati in luoghi luminosi ma non a contatto diretto dei raggi solari.
Il terriccio dovrà essere composto da sabbia silicea al 40 %, da terriccio per piante fiorite al 40 % e da torba al 20 %. Al fondo dei vasi va posto uno strato drenante utilizzando ghiaia molto grossa o argilla espansa.
L’irrigazione dei vasi va fatta ogni qualvolta lo strato superiore tende ad asciugarsi; inoltre bisogna assicurarsi di non far mai accumulare acqua nei sottovasi.
Per quanto riguarda la propagazione dell’ Aquilegia questa viene fatta per semina nel periodo primaverile per avere una fioritura dal secondo anno di vita. Si ricorda che in questo primo caso l’ibridazione delle Aquilegie è molto facile e le piante nate da seme, dove sono presenti specie o varietà diverse, non ripresenteranno fedelmente i caratteri degli esemplari originari.
In alternativa, anche per mantenere i caratteri delle piante madri, si può moltiplicare per via agamica con la divisione dei cespi o per talea.
Una volta che le Aquilegie vengono poste a dimora non devono essere trapiantate per alcuni anni se si vogliono ottenere cespi vigorosi e molto fioriferi.
Si ricorda infine, tra le tecniche agronomiche, la potatura tempestiva delle corolle sfiorite, per stimolare nuove e copiose fioriture.
Un consiglio per il loro posizionamento. Poiché tutte le aquilegie superano i 40 cm di altezza, meglio porle in secondo piano dopo elementi di altezza più contenuta. Si valorizzano se piantate in ricchi cespi e non come piante isolate: così risalta maggiormente sia la fioritura sia il fogliame leggero.
Per le poche cure necessarie sono indicate per i giardini a bassa manutenzione.