Come coltivare l’Hippeastrum
Come coltivare l’ Hippeastrum
Al genere Hippeastrum Herb., della famiglia delle Amaryllidaceae ed originarie dell’America meridionale, appartengono oltre 90 specie bulbose sempreverdi o a fogliame deciduo estivo, con grandi bulbi sferiformi da cui si dipartono radici spesse e carnose.
Tra le specie più conosciute ricordiamo l’Hippeastrum vittatum, originario dell’Ecuador e del Perù, con foglie decidue e fiori con colori variabili, da cui sono derivati moltissimi ibridi largamente coltivati, l’Hippeastrum aulicum, originario del Brasile del sud, specie che nelle zone meridionali fiorisce d’inverno con riposo vegetativo nella stagione calda, l’Hippeastrum papilio, originario del Brasile, pianta sempreverde a fioritura primaverile, l’Hippeastrum reginae, ibrido storico resistente alle basse temperature, (-7 °C), l’Hippeastrum × johnsonii.
In questa scheda vedremo come coltivare l’ Hippeastrum seguendo gli accorgimenti agronomici più idonei a queste piante.
Gli Hippeastrum sono caratterizzati da 3 – 7 foglie lunghe dai 10 ai 60 cm e 1 o 2 steli floreali, che portano generalmente da 2 a 6 fiori imbutiformi grandi e con varie colorazioni che vanno dal rosso, rosa, arancio, salmone, bianco striato e, solo in alcuni ibridi, giallo e raramente profumati.
L’Hippeastrum può essere coltivato sia in vaso, in terrazzo o in appartamento che in piena terra ed è coltivato, inoltre, per la produzione commerciale del fiore reciso. Per la coltivazione all’aperto bisogna essere in ambienti a clima caldo, con una fioritura generalmente primaverile.
Nella coltivazione in vaso si ottengono invece ottime fioriture annuali.
In questo caso i bulbi vanno posti, in vasi di dimensioni medio grandi, intorno al mese di novembre, posizionandoli in modo che restino 3 cm tra il bulbo e la parete del vaso.
Il substrato da scegliere o preparare dovrà essere composto da terriccio di foglie, sabbia silicea, terra e letame maturo o sostanza organica in proporzioni identiche.
I vasi vanno posti in zone alquanto luminose ma non ai raggi diretti del sole, con temperature ambientali intorno ai 25 °C.
Per quanto riguarda li irrigazioni queste vanno fatte quando la piante inizia a vegetare, regolandosi poi con gli interventi solo quando i primi strati del terriccio iniziano ad asciugarsi.
Una volta arrivati alla fioritura è bene diminuire la temperatura del locale o, nell’impossibilità, trasferire la pianta in un ambiente con temperatura più bassa per agevolare una fioritura di maggior durata.
Il ciclo vegetativo del Hippeastrum continua anche, per un certo tempo, dopo che la fioritura è ultimata, per entrare successivamente nella fase di riposo vegetativo.
Questo momento si evidenzia con il termine della crescita delle foglie. A questo punto le irrigazioni vanno dilazionate nel tempo per terminarle quando le foglie iniziano a seccare e cadere.
Alla fine del periodo di riposo vegetale si dovrebbero tagliare le foglie rimaste a circa 10 cm dal colletto, in modo da riuscire a favorire le nuove fioriture.
Inoltre, a fine ciclo, la pianta avrà prodotto nuovi bulbi che possono essere separati per riprodurre nuove piante. I nuovi bulbi, da porre sempre nei mesi di novembre, produrranno delle infiorescenze solo dopo 3-6 anni, periodo che servirà alla pianta per accumulare le sostanze nei bulbi e per produrre infiorescenze di dimensioni ottimali.
Si sottolinea come l’Hippeastrum può essere riprodotto anche per seme da porre a dimora in primavera in serra riscaldata; in questo caso però si devono attendere 3 anni per ottenere la prima fioritura.
In Italia sono poche le zone dove può rimanere in piena terra durante l’intero anno. Molto adatti al clima italiano sono gli Hippeastrum del tipo “Sonatini”. Si tratta di specie che possono restare interrate per svariati anni in giardino. In piena terra i bulbi vanno piantati in un substrato ricco e permeabile. È opportuno prestare una particolare attenzione alle radici che non devono in alcun modo essere danneggiate. Prima della messa a dimora è consigliabile immergere le radici in acqua tiepida per alcune ore. Il bulbo deve essere coperto dal terriccio tanto da fare restare il colletto sopra il livello della terra. Se si piantano più bulbi e se si intende lasciarli per diversi anni nello stesso posto, è opportuno distanziarli per lasciare spazio agli ingrandimenti dei bulbi stessi.
È fondamentale conoscere le condizioni climatiche della zona di coltivazione. Dato che la temperatura invernale non deve scendere sotto i 5 – 7 gradi, è bene evitare luoghi dove si verificano gelate. Per la protezione del colletto è consigliabile un abbondante pacciamatura vegetale. È inoltre fondamentale evitare ristagni di acqua. Troppa umidità può infatti causare gravi danni alle radici.
La crescita avviene ad una temperatura ambiente superiore ai 16°C e con temperature superiori accelera notevolmente. Se le precipitazioni non sono sufficienti a mantenere il terriccio leggermente umido con la crescita del lo scapo si devono incrementare le annaffiature. Quando la pianta raggiunge i 15 cm si può procedere con la concimazione con un fertilizzante per piante fiorite.
È fondamentale che le piante siano collocate in un posto dove possano ricevere almeno alcune ore di sole, meglio se la mattina. Quando c’è la fioritura è opportuno assicurare l’ombreggiamento almeno durante le ore più calde. I fiori appassiti vanno rimossi tagliandoli sotto l’ovario.