Come coltivare la Syringa
Come coltivare la Syringa
La Syringa o Lillà sono un genere di piante che appartengono alla famiglia delle Oleacee, originarie dell’Europa e Asia del Nord, Estremo oriente, Persia. Questo genere comprende una trentina di specie arbustive alte fino a 6 m, alcune specie come la Syringa persica, la Syringa chinensis, la Syringa dubia e la Syringa villosaa, hanno un modesto interesse come piante decorative; mentre la Syringa vulgaris arbusto forte e rustico, ormai diffuso e spontaneamente naturalizzato nel bacino del mediterraneo, viene coltivato diffusamente come pianta ornamentale con i numerosi ibridi e cultivar a fiore semplice o doppio.
Tra gli ibridi ricordiamo la Syringa diversifolia, la syringa persica e la syringa prestoniae. Questi ibridi si sono ottenuti tra incroci della Syringa vulgaris con la varietà villosa e altri ibridi.
La Syringa vulgaris ha robusti rami ascendenti, che portano larghe foglie cuoriformi, fiori piccoli e profumatissimi, colorati di bianco puro, viola o lilla, riuniti in pannocchie piramidali, che fioriscono nel periodo tra aprile e maggio.
In questa scheda vedremo come coltivare la Syringa, con le tecniche agronomiche più appropriate.
Per la sua coltivazione si ricorda che è una pianta adatta per uso ornamentale, in parchi o giardini per la formazione di alte siepi, boschetti fioriti, gruppi isolati, ecc..
Per iniziare a coltivare la Syringa, o Lillà, bisogna sapere che questa pianta preferisce posizioni soleggiate, in terreni di medio impasto, con pH acido o semi-acido.
Inoltre è preferibile che la zona dove coltivarla sia caratterizzata da un clima estivo umido.
Il Lillà va messo a dimora nel periodo che va dal mese di settembre, fino al mese di maggio. L’operazione deve infatti avvenire lontano dai periodi freddi e dalle forti gelate. Se coltivata a pieno campo, la pianta va interrata su una buca di almeno mezzo metro di profondità. Prima della messa a dimora,bisogna aver cura di lavorarlo finemente e fertilizzato con letame maturo. Se la pianta viene acquistata in vaso va tolta dal contenitore e immersa per qualche secondo in un secchio acqua per far idratare il pane di terra. In seguito si staccano delicatamente le radici che sporgono all’esterno del pane di terra e si procede all’interramento. In questa fase, la parte superiore della pianta deve coincidere con la superficie del terreno.
Il lillà va sottoposto a una particolare operazione di rinvaso, ovvero al trasferimento dal contenitore in piena terra. Per le piante coltivate in vaso devono essere trapiantate in pieno campo dopo circa tre o quattro anni. In caso di crescita eccessiva, il rinvaso o trapianto può essere effettuato ogni due anni.
Per la concimazione si ricorda che il Lillà, pur essendo una pianta senza particolari esigenzesi consiglia di concimarla con uno stallatico maturo da interrare ai piedi della stessa durante l’autunno. In assenza di concime organico, preferire esclusivamente fertilizzanti chimici per piante fiorite o per rosai. Questi tipi di concime vanno preferibilmente somministrati in primavera. La concimazione della pianta deve avvenire mensilmente. Assicurarsi, nel caso di fertilizzanti di sintesi che abbiano una buona dotazione in microelementi.
Per quanto riguarda la potatura, questa va eseguita subito dopo la fioritura primaverile, per favorire la formazione di gemme estive che porteranno i fiori nell’anno successivo.
La moltiplicazione, invece, può avvenire sia per talea, per margotta, per innesto su soggetti ottenuti da seme, propaggine o per mezzo dei polloni radicali.
La pianta va innaffiata nel periodo che va da fine aprile fino all’inizio della stagione piovosa e meno calda.
Si ricorda inoltre che questa profumatissima pianta è stata ampiamente usata in passato anche a scopo curativo. Il decotto della corteccia veniva utilizzato come febbrifugo, dall’infuso delle foglie venivano attribuite proprietà decongestionanti per il fegato e la digestione. Con i fiori si preparavano profumi e si ricavava anche l’olio da massaggio (attraverso la macerazione) per combattere reumatismi e dolori. Oggi come tonico del cuore e della circolazione si trovano in commercio i gemmoderivati (Syringa vulgaris macerato glicerico). I fiori freschi, secondo le antiche credenze, potevano servire ad allontanare gli spiriti da luoghi infestati. Inoltre l’olio era impiegato nei rituali di equilibrio mentale, per i poteri psichici e la purificazione.
I fiori di Syringa vulgaris sono eduli e possono essere utilizzati in cucina per preparare alcune ricette.