Un Mondo Ecosostenibile
Guide PratichePiante ornamentali

Come coltivare l’Abelia

Come coltivare l’Abelia

L’Abelia è un genere di piante della famiglia delle Caprifoliaceae che comprende 15-20 arbusti sempreverdi, o semi-sempreverdi, originari della Cina, del Giappone e del Messico.
Tra queste la specie normalmente coltivata per scopi ornamentali nei parchi e nei giardini è la Abelia grandiflora che è un ibrido con portamento tondeggiante che può raggiungere un’altezza e larghezza di 100-120 cm, con lunghi fusti, scarsamente ramificati, di colore rossastro che tendono ad arcuarsi allungandosi.
Ha foglie ovali, dentellate, di piccole dimensioni, di consistenza cuoiosa e di un colore verde scuro e lucido; le nuove foglie sono di color bronzo, colore che in autunno assume tutta la pianta. Fiorisce nel periodo estivo con dei piccoli fiorellini a trombetta, di colore bianco-rosato, che persistono fino ai primi freddi; il frutto è un achenio legnoso, che contiene un unico seme.
In questa scheda vedremo come coltivare l’Abelia con le tecniche agronomiche e gli accorgimenti più appropriati.
Per la scelta della zona dove coltivare l’Abelia si consideri che la pianta preferisce posizioni in pieno sole o, al limite, a mezz’ombra; è una specie che sopporta bene il freddo anche se è meglio individuare posizioni riparate dai freddi venti invernali. Comunque è un arbusto piuttosto rustico che riesce ad adattarsi alle diverse situazioni. Per dare una maggiore protezione dai freddi invernali si può scegliere di potare drasticamente la pianta alla base, nel periodo autunnale per favorire la primavera successiva uno sviluppo più compatto e vigoroso.
Per quanto riguarda il tipo di suolo si consideri che le abelie crescono senza problemi in qualsiasi terreno, per ottenere però maggiore vigoria e fioritura più abbondante bisogna fornire alla pianta buoni quantitativi di sostanza organica o terreni particolarmente di per se ricchi di humus. Altra caratteristica da attenzionare è il buon drenaggio del terreno.
Prima di mettere a dimora le giovani piantine bisogna pertanto preparare una buca ampia, ponendo sul fondo della sabbia a grana grossa, del buon terriccio bilanciato e del concime organico ben mescolati, in modo da favorire un attecchimento rapido.

Inoltre nel periodo vegetativo (già ad inizio primavera) bisogna fornire del concime organico da miscelare nei primi strati di suolo.
Per quanto riguarda l’epoca di impianto, il periodo più adatto è quello dei mesi di ottobre e novembre anche se si può procedere in altri momenti evitando però il caldo torrido e il gelo. Nelle aree montane o alle latitudini più elevate, dove le temperature scendono anche sotto i -10° C è bene impiantare a fine febbraio o primi di marzo attendendo la fine delle gelate invernali.
L’irrigazione è necessaria poi per le giovani piante; le piante adulte possono invece sopportare alcuni giorni di siccità senza problemi; per questo motivo, nel periodo che va da marzo a ottobre si può irrigare sporadicamente, una volta a settimana; con l’arrivo dei freddi si possono diminuire drasticamente le annaffiature, senza però sospenderle del tutto, nel casi di prolungata siccità, in quanto l’abelia è una pianta sempreverde.
Per quanto riguarda la propagazione si può partire anche da seme, nel periodo primaverile con una eccezione per quanto riguarda proprio l’Abelia grandiflora che si moltiplica invece per talea, prelevando delle porzioni di fusto in primavera, che vanno fatte radicare in un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali; le nuove piante vanno coltivate in contenitore per almeno un paio di anni prima di poter essere messe a dimora.
Vediamo la forma di allevamento e le potature; in genere le potature non sono necessarie se non per eliminare le parti più secche; oppure, nel periodo autunnale, ricorrere ad una potatura più drastica per consentire alla pianta di rinnovarsi. Inoltre, come per altri arbusti, eliminando sempre i rami secchi e danneggiati si consiglia di far assumere alla pianta la sua forma spontanea. Se inoltre vogliamo creare una siepe di Abelia, bisogna lasciare da 50 a 100 cm di distanza tra una pianta e l’altra a seconda della dimensione definitiva della cultivar.
Infine la questione fitosanitaria. Queste piante sono di solito molto rustiche e non vengono attaccate di frequente da parassiti o da malattie, ma possono essere colpite dagli afidi o da cocciniglie, soprattutto in condizioni di eccessiva vegetazione e se, erroneamente avete apportato concimi nitrici che rendono i tessuti delle piante particolarmente appetiti a questi insetti. per contrastarli si consiglia di ricorrere a metodi naturali con un infuso a base di aglio da spruzzare sulle foglie.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *