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Mappa Geografica dell’Italia

Mappa Geografica dell’Italia

L’Italia, che ufficialmente viene chiamata: Repubblica Italiana, è una repubblica parlamentare situata nell’Europa meridionale, con una popolazione di quasi 60,5 milioni, una superficie di 302.072,84 km² e con la città di Roma come capitale.
Dal punto di vista geografico è delimitata dall’arco alpino; confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; il resto del territorio, circondato dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, si protende nel mar Mediterraneo, occupando la penisola italiana e numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna). All’interno del territorio italiano insistono gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino.
L’Italia presenta il maggiore livello di biodiversità in Europa che rappresenta più di un terzo dell’intera biodiversità europea.
L’incredibile biodiversità italiana è anche legata alla sua posizione geografica; l’Italia è infatti uno dei paesi più meridionali d’Europa, ed è circondata dal mare su tre lati. Presenta 8.000 chilometri di coste e la sua posizione al centro del mar Mediterraneo la rende un corridoio tra il centro e il sud dell’Europa, e il Nordafrica.
Le specie presenti sul territorio italiano, inoltre, provengono anche dai Balcani, dall’Eurasia e dal Medio Oriente. L’avifauna italiana inoltre risente positivamente la vicinanza con l’Africa, la penisola e le isole (anche attraverso il ponte Corsica-Sardegna) sono un punto di passaggio fondamentale per gli uccelli migratori, che in alcuni casi possono diventare stanziali (per esempio i femicotteri).
Contribuiscono a questa diversità biologica anche la variegata struttura geologica del territorio, la presenza di alte catene montuose, soprattutto le Alpi e gli Appennini che determinano una diversità di clima e di habitat – un arco alpino molto ampio al Nord con ambienti glaciali e foreste di conifere, boschi e fiumi al centro, gariga e macchia mediterranea al Sud.
Troviamo all’interno della penisola una notevole diversità di specie botaniche (9.000 specie – almeno la metà del totale europeo, di cui numerose però introdotte dall’uomo sin da epoche protostoriche, come ulivo, cipresso, pino marittimo, pino d’aleppo, castagno, vite ecc.).

Fauna –
L’86% della fauna italiana è terrestre e il 14% acquatico, mentre gli insetti rappresentano circa i due terzi dell’intera fauna.
La fauna italiana comprende circa 57.468 specie – includendo anche 1.812 specie di Protozoi che, per la vicinanza filogenetica al regno Animale, vengono considerati parte integrante della fauna – in tutto equivalente a più di un terzo dell’intera fauna europea, portando così l’Italia al primo posto in Europa per biodiversità.
All’interno di questa, il phylum più rappresentato è quello degli Artropodi (45.888 specie, quasi l’80%), costituito essenzialmente dalla classe degli Insetti (37.303 specie, circa il 65% della fauna italiana), dominato a sua volta dall’ordine dei Coleotteri (12.005 specie, pari al 21,7%).
I Vertebrati costituiscono invece solo il 2,2% (1.255 specie), con: 120 specie di Mammiferi, 473 di Uccelli, 58 di Rettili, 38 di Anfibi e 568 di Pesci.
Nell’inventario delle specie della fauna d’Italia vengono incluse 4.777 specie animali endemiche, che equivalgono all’8,6% del totale.

Flora –
La flora italiana appartiene, dal punto di vista climatico, a quella dei climi temperati, a eccezione, ovviamente, delle aree montane più elevate. La penisola e le isole sono dominate dalle caratteristiche del clima mediterraneo, temperato caldo con estati asciutte e inverni piovosi. Invece nel nord, oltre a temperature più basse soprattutto d’inverno, si ha una distribuzione più uniforme delle piogge anche nel periodo estivo.
All’interno si possono distinguere in alcuni casi specie occidentali (p.es. il carpino bianco, limitato all’Europa occidentale) e specie orientali (p.es. il carpino orientale, proprio dell’Europa orientale).
Inoltre l’ultima era glaciale, la Glaciazione Würm, che è finita solo 12.000 anni fa ha avuto una notevole influenza sulla vegetazione, in particolare per mezzo dei relitti glaciali. Un esempio celebre è la betulla dell’Etna, sospinta in Sicilia in tempi in cui il clima era decisamente più freddo.
A questo si aggiunga l’azione antropica che, sin dall’epoca romana ha prodotto la distruzione di gran parte dei boschi di pianura e di collina, l’estinzione o la rarefazione di molte specie, la trasformazione dei boschi sottoposti a taglio, l’espansione dei pascoli, l’introduzione di specie esotiche che si sono poi naturalizzate (p.es. il fico d’India, oggi così comune nelle zone più calde del Mezzogiorno). È soprattutto nella pianura e nei dolci declivi delle colline che l’uomo ha fissato le proprie dimore; ed è qui che ormai ben poco resta della naturale vegetazione. Orti e giardini presso le case, campi estesi intorno ai villaggi per la coltivazione dei cereali, della patata, di altri prodotti, frutteti, vigneti, oliveti hanno ormai quasi sostituito la vegetazione naturale.
Le diversità di clima esistenti tra l’Italia continentale e l’Italia peninsulare dà origine a una differente vegetazione nell’una e nell’altra zona, le cosiddette Zone Floristiche. Grande importanza assume anche l’altitudine sul livello del mare.
Si parla quindi di zone fitoclimatiche, che, per l’Italia, sono principalmente il Lauretum, il Castanetum, il Fagetum, il Picetum e l’Alpinetum.
In generale possiamo distinguere i seguenti tipi di vegetazione collegata alle diversità di latitudine e di altitudine. La flora Italiana è molto varia da luogo a luogo data la grande estensione latitudinale del paese e data la presenza di svariati climi diversi. Principalmente vengono designate tre regioni floristiche diverse, appartenenti alle tre regioni biogeografiche presenti (alpina, continentale e mediterranea). Di conseguenza anche le associazioni vegetazionali cambiano notevolmente. In sintesi possiamo schematizzare così la vegetazione italiana:
– vegetazione sempreverde di tipo mediterraneo, costituita da arbusti ed alberi a foglie persistenti, nelle zone a clima mediterraneo e quasi arido. Questa flora caratteristica è data da pini ad ombrello o mediterranei, da olivi, agrumi, querce da sughero, fichi d’India, agavi, lauri, mirti, ginepri e da molti altri arbusti che dominano lungo le costa della penisola e delle isole.
– vegetazione di latifoglie, in prevalenza castagni, querce e faggi, con caratteristiche diverse in pianura (nei pochi luoghi dove non è stata distrutta dall’attività umana), in collina e in montagna.
– vegetazione ad aghifoglie, larici, pini, abeti, per la maggior parte sempreverdi, limitata alle zone alpine e a pochi luoghi elevati dell’Appennino.
A queste si aggiungano le associazioni vegetali prive o povere di alberi: praterie, pascoli, deserti. In montagna, a mano a mano che si sale, il bosco lascia posto ai pascoli montani, sparsi di arbusti vari (p.es. pini mughi, rododendri, ginepri) e costellati di piccoli fiori variopinti. Più in alto, si arriva alle praterie d’altitudine e persino a situazioni paragonabili al deserto perché prive o quasi prive di vegetazione (le rocce, i ghiacciai). Un’altra situazione che può essere paragonata al deserto dal punto di vista della vegetazione si trova, all’estremo opposto, lungo le coste (spiagge, scogli).

Guido Bissanti




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