Come potare il Chinotto
Come potare il Chinotto
Il Chinotto (Citrus × myrtifolia Raf.) è un agrume della famiglia delle Rutaceae, di origini non ben chiarite anche se prevale l’ipotesi che si tratti di una mutazione dell’arancio amaro che col tempo si è sviluppata nella specie oggi conosciuta.
Si tratta di un piccolo albero che raggiunge al massimo i 3 metri e ha rami spesso diritti con ramificazioni brevi e compatte. Le foglie sono piccole, coriacee, e ricordano quelle del mirto, da cui il termine specifico derivato dal latino. È un albero, che a differenza degli altri agrumi è privo di spine.
La fioritura avviene sia in gruppi alle estremità dei rami, sia pure con singoli fiori vicini allo stelo; di questa caratteristica bisogna tenere poi conto al momento della potatura. I frutti sono arancioni a maturità, piccoli e schiacciati ai poli. Questi frutti possono aspettare a lungo sulla pianta prima di venir colti e, normalmente maturano alla metà di giugno.
In questa scheda vedremo come potare il chinotto tenendo conto di alcune sue caratteristiche che lo differenziano da altri agrumi.
Intanto bisogna dire che la pianta di chinotto inizia a produce i frutti a partire dal quarto anno per cui nei primi anni bisogna stare attenti, senza fare potature drastiche, ma graduali, a dare la forma ottimale alla pianta.
La forma di allevamento che è meglio adottare è quella a globo. Per ottenere questa forma, partendo dalla piantina di uno o due anni bisogna impalcarla a circa 60-70 cm dal terreno, lasciando 3-4 branche (rami che si dipartono dal fusticino principale). Tali branche devono essere inclinate di 60° rispetto alla verticale, essere in posizione simmetrica (120° o 90°) ed i loro punti di inserzione devono essere distanti circa 10-15 cm uno dall’altro; se crescono eventuali altri rami questi andranno eliminati.
Si consiglia di potare in modo da ottenere una vegetazione interna, abbastanza folta (ma che lasci passare gran parte dei raggi solari) al fine di utilizzare tutto lo spazio disponibile, puntano ad ottenere una forma di allevamento a chioma piena, cioè a far espandere la vegetazione delle branche fino al suolo.
Siccome la fruttificazione avviene sui rami dell’anno precedente e l’accrescimento dei rami si verifica normalmente in tre periodi: primavera, inizio estate e autunno. L’induzione fiorale delle gemme comincia durante il periodo di riposo invernale, mentre il massimo contenuto di sostanze di riserva nelle foglie e nei rami lo si ha nei mesi di febbraio e marzo. L’allegagione dei fiori è in funzione della quantità di sostanze di riserva presenti nella pianta.
Per questo motivo la potatura, non va mai eseguita in febbraio e marzo, quando si ha l’accumulo delle sostanze di riserva. Inoltre vanno evitati i periodi in cui le temperature sono molto basse o molto alte. In generale il periodo migliore per la potatura è annualmente dopo la raccolta dei frutti per conferire armonia di forma alla chioma e per favorire l’arieggiamento e il soleggiamento anche dei rami più interni.
Come detto per la potatura di formazione, anche la potatura di produzione non va fatta mai in maniera esasperata ma leggera ogni anno, eliminando i rami secchi, rotti o debilitati dopo che hanno già fiorito o quelli curvi verso il basso. Tagli eccessivi favoriscono infatti la vegetazione a scapito della formazione dei frutti. Le potature sono invece necessarie quando si verificano attacchi parassitari da cocciniglie e quando l’altezza della pianta non permette più un’agevole raccolta da terra.
Vanno altresì eliminati i succhioni interni (rami che crescono velocemente verso l’alto), mentre per quelli situati nelle zone più periferiche della chioma ci si può limitare alla spuntatura.
Inoltre per le operazioni di potatura si tenga conto del fatto che la raccolta dei frutti del chinotto avviene in periodi diversi in relazione all’utilizzo. Generalmente quelli maturi al punto giusto si raccolgono nel mese di dicembre mentre i frutti immaturi o semi-maturi tra giugno e novembre.
Per questo motivo anche il periodo di potatura di questa pianta va commisurato alla commercializzazione dei suoi frutti.
Molto chiaro grazie
ottima spiegazione