Come si coltiva il Liriodendron
Come si coltiva il Liriodendron
Il Liriodendro o albero dei Tulipani (Liriodendron, L.) è una specie arborea della famiglia delle Magnoliaceae che può superare anche i 30 m di altezza. Si tratta di una pianta originaria dell’ America settentrionale caratterizzata da un robusto apparato radicale fittonante e da una parte aerea che presenta un fusto diritto la cui corteccia da liscia, grigio-verde, tende ad assumere un aspetto rugoso e fessurato in fase avanzata di crescita.
La chioma è decidua, fitta e generalmente di forma ovale, ed è formata da rami ricoperti da grandi foglie verdi, lobate con margine intero simili ad antiche lire. I fiori sono leggermente profumati, grandi e vistosi, con corolla formata da petali giallo-verdi con la parte centrale di colore arancione, simili a tulipani (da cui il nome di Albero dei tuilpani).
La fioritura avviene nel periodo tra giugno e luglio e, dalla loro fecondazione, si formano dei frutti a forma di piccola pigna che a maturazione si schiudono liberando numerosi semi alati che, cadendo al suolo, danno vita a nuove piante.
In questa scheda vedremo come si coltiva il Liriodendron e le tecniche agronomiche più adeguate.
Per la scelta della zona dove coltivare il Liriodendron si consiglia un’area luminosa e soleggiata. Inoltre si tratta di una pianta che tollera abbastanza bene anche il clima freddo ma è insofferente al caldo afoso.
Per il tipo di substrato è bene che venga impiantato in terreni umidi, freschi e ben drenati con un pH leggermente acido.
Per quanto riguarda gli apporti idrici l’albero dei tulipani, per le sue caratteristiche radicali, si accontenta delle piogge ma necessita comunque di regolari e costanti irrigazioni in estate e nei periodi di prolungata siccità soprattutto per quanto riguarda le piante giovani.
Per l’apporto degli elementi fertilizzanti si consiglia di apportare del letame maturo, direttamente nella buca della pianta, al momento dell’impianto e poi, successivamente, ogni 3 anni, sempre con concimi organici ben maturi.
Vediamo la moltiplicazione: il Liriodendro si moltiplica in primavera o in autunno per seme ma può essere propagato anche per talea e per innesto.
Nella propagazione per seme, prima di effettuare la semina, si consiglia di sottoporre i semi ad un periodo di vernalizzazione. I semi di questa pianta vanno conservati in frigo per 15 giorni, in una busta contenente uno strato di sabbia.
Dopo questo accorgimento, i semi dell’albero dei tulipani vanno messi a germinare in un terriccio composto da 1/3 di sabbia silicea e 2/3 di terriccio con pH leggermente acido. Quando i nuovi germogli saranno abbastanza robusti potranno essere trasferiti a dimora definitiva con tutto il pane di terra che avvolge le loro radici. L’inconveniente di questo metodo è che l’albero dei tulipani così ottenuto produrrà fiori dopo oltre 10 anni.
Nella propagazione per talea si dovrà invece prelevare, con cesoie ben affilate e disinfettate, delle porzioni di rametti apicali lunghe da 18 a 20 cm che, dopo essere state trattate preferibilmente con un ormone radicante, si mettono a radicare in un terriccio composto da sabbia e torba in parti uguali. Il contenitore contenente le talee va posto in una zona luminosa ma non a contatto diretto dei raggi solari; inoltre per tutto il periodo di radicazione il substrato va mantenuto costantemente umido. Avvenuta la radicazione, che si manifesterà con l’emissione delle prime foglioline, le piantine si lasciano irrobustire e solo successivamente potranno essere trapiantate a dimora definitiva facendo attenzione a non rovinare le delicate e fragili radici durante l’estrazione dal substrato di radicazione. A tal proposito è bene bagnare molto lo stesso prima della estrazione delle giovani piantine.
Come detto la pianta di Liriodendron, al momento dell’impianto, va messe a dimora in buche profonde, ben lavorate e larghe circa il doppio della circonferenza del loro pane di terra. Se dovrete piantare più di una pianta si consiglia di distanziarle almeno 10 metri l’una dall’altra per evitare che i loro robusti apparati radicali fittonanti entrino in competizione.
Una volta che la giovane pianta si sarà formata le operazioni di potatura, che dovranno sempre essere effettuate con attrezzi taglienti e disinfettati, consistono nel togliere i rami secchi e danneggiati, nello sfoltimento della chioma nelle parti più interne per consentire il passaggio dei raggi solari. Tali interventi si consiglia di effettuarli nel di fine giugno.
Per quanto riguarda le avversità l’albero dei tulipani è una pianta alquanto rustica ma sensibile all’attacco degli afidi, per cui non vanno appartati concimi nitrici per non intenerire le parti vegetative, e teme la clorosi fogliare, motivo per il quale non il contenuto in calcare del terreno di coltivazione deve essere bassissimo.
Altra malattia che può creare qualche problema può essere la verticillosi, un micete che attacca soprattutto le giovani piantine, soprattutto nei vivai, provocando il disseccamento delle foglie.