Come potare il Susino
Come potare il Susino
Il prugno o susino europeo, chiamato anche Susino (Prunus domestica L., 1753) è un albero da frutto della famiglia delle Rosacee che produce i frutti chiamati prugne o susine.
In questa scheda vedremo come potare il Susino e le tecniche più idonee per ottenere buone, sane ed abbondanti fruttificazioni.
Il susino europeo tende ad avere un portamento assurgente, con rami che crescono in verticale e che fruttificano sui brindilli (rami della lunghezza di circa 15-20 centimetri), su rami misti e soprattutto su corte formazioni fruttifere chiamate “mazzetti di maggio”, che a loro volte sono inserite su branche.
La potatura di una pianta di susino in piena produzione si esegue in inverno sul secco e durante la stagione primaverile-estiva sul verde.
Per la potatura invernale è bene aspettare la fine della stagione fredda e verificare gli eventuali danni da gelo alle gemme. In questo modo capiremo qual è l’effettiva carica produttiva e quindi quale lasciare in base a quella effettivamente presente. Nelle aree più meridionali, dove il pericolo delle gelate è minori, bisogna aspettare perche si può avere la caduta di gemme a fiore per mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo. Anche in questo caso la potatura verrà fatta in base alla carica di gemme a fiore effettivamente rimaste.
Passiamo adesso alla potatura di produzione.
Tale operazione consiste nel taglio dei rami per sfoltire i rami fruttiferi, per evitare il fenomeno dell’alternanza di produzione e per produrre prugne e susine di pezzatura adeguata.
In tale operazione bisogna eliminare soprattutto quelli che vanno verso l’interno della chioma e quelli che si incrociano con altri. Nelle drupacee si possono anche scorciare i rami misti al di sopra della gemma, ma non quelli di un anno, perché ciò li stimolerebbe a vegetare senza dare produzione.
Tali rami vanno lasciati per intero, in modo che generino successivamente i mazzetti di maggio, i brindilli ed i rami misti. L’anno successivo si potranno cimare proprio in corrispondenza di queste formazioni fruttifere.
Un’altra importante operazione è quella del diradamento dei frutticini.
Questa operazione riveste un ruolo importante per la costanza produttiva nel tempo. Le piante hanno un meccanismo ormonale tale per cui negli anni di carica diminuisce la differenziazione a fiore delle gemme per l’anno successivo. Col diradamento si evita questa alternanza di produzione, a patto che venga effettuato poco prima dell’indurimento del nocciolo. I frutticini si tolgono manualmente dopo la cascola naturale, e se ne lasciano uno ogni 6-7 cm di ramo.
Altra operazione importante è quella dell’eliminazione dei succhioni (rami che crescono verticalmente sul dorso delle branche) e dei polloni che si formano dal portainnesto. Tale parti legnose vanno eliminate in qualunque momento avendo però cura, soprattutto nei periodi di maggior possibilità di fitopatologie, di usare attrezzi taglienti e disinfettati.
Le forme di allevamento più utilizzate per il Susino sono: vaso basso (sesti 5,5 x 3 m), palmetta irregolare (4,5 x 3 m), e Palmetta libera (4,5 x 3 m).
La potatura di allevamento consigliata per il susino è il vaso, in cui il tronco principale si dirama, dal tronco principale, a 70-100 cm da terra, con tre branche aperte (a 120°) rivestite di rami laterali. In questo modo le piante di susino raggiungono un’altezza di circa 3 metri (variabili a seconda del portainnesto, che di solito è vigoroso), hanno buona espansione laterale e un’ottima intercettazione della luce all’interno della chioma.
La potatura di allevamento, che conduce a questa conformazione, ha bisogno di almeno 3 anni dall’impianto. Durante questa fase è importante essere delicati nell’apertura delle branche, perché il legno dei susini è piuttosto delicato e potrebbe “scosciarsi”.
Gli accorgimenti utili, infine per effettuare buone pratiche di potatura sono:
– L’eliminazione delle parti secche, di quelle colpite da patologie o danneggiate dal vento;
– la manutenzione e la pulizia degli attrezzi da potatura; è infatti essenziale disinfettare le lame sempre;
– i tagli vanno eseguiti netti, inclinati e con decisione, senza lasciare sfibrature nel legno, inoltre bisogna lasciare una corta porzione di legno per favorire la cicatrizzazione del taglio.
– equilibrio nell’intensità di taglio; infatti piante potate energicamente reagiscono emettendo una forte vegetazione a discapito dell’equilibrio vegeto-produttivo. Per questo motivo si deve potare regolarmente ogni anno, equilibrando la produzione legnosa vecchia con quella nuova;
– infine, i rami malati devono essere allontanati dal frutteto e se possibile bruciati, o altrimenti compostati.