Come coltivare il Liquidambar
Come coltivare il Liquidambar
I Liquidambar sono un genere di pianta appartenenti alle Altingiacee, dalle foglie simili agli aceri, che annoverano alcune specie arboree che sono mediamente alte da 8 a 25 m. si tratta di specie originarie del Nord America, coltivate in Italia nelle località a clima mite come piante ornamentali.
In questa scheda vedremo come coltivare il Liquidambar e le indicazioni agronomiche e tecniche più appropriate.
Il liquidambar è una pianta che richiede di essere coltivato in zone a pieno sole o al limite mezzombra (anche se la colorazione autunnale della chioma sarà meno appariscente); il terreno deve essere leggero, con pH neutro o lievemente acido. Solo la varietà L. orientalis può crescere in suoli di natura calcarea. Le altre specie manifestano facilmente un ingiallimento fogliare, dovuto ad un terreno poco acido, che può portare a clorosi ferrica. In questo caso è opportuno intervenire con appositi integratori di chelato di ferro.
La pianta soffre inoltre in presenza di venti salmastri per cui è poco adatta ad ambienti marittimi.
Il liquidambar è un albero di straordinaria bellezza, con colorazione autunnale molto scenografica. A seconda della varietà è adatto a spazi più o meno ampi, anche come esemplare isolato.
La moltiplicazione del Liquidambar avviene solitamente per seme, il che, per la variabilità genetica che si ottiene, rende un’incognita le caratteristiche finali della pianta per quel che concerne la colorazione autunnale delle foglie, che in ogni caso dipende anche dai fattori climatici, edafici e colturali.
Si può partire dalla raccolta delle capsule tondeggianti contenenti i piccoli semi alati subito dopo la caduta delle foglie, in autunno, quando sono ancora verdi e senza i fori da cui potrebbero essere usciti i semi.
Una volta raccolte, le capsule vengono fatte seccare per circa una settimana, nel giro della quale compaiono i fori.
Per fare uscire i semi dalle capsule basterà mettere le capsule in un barattolo chiuso ed agitarlo più volte.
Ottenuti i semi, questi vanno immersi in acqua tiepida per 5-6 giorni, dopodiché vanno asciugati e sparsi a spaglio su una cassetta con torba e sabbia al 50%, arricchite da cornunghia.
Dopo la semina il substrato va mantenuto sempre umido e la cassetta può soggiornare all’aperto in luogo riparato.
La germinazione si avrà nella primavera successiva. Dopo un anno, alla fine dell’inverno successivo, le piantine del semenzaio avranno raggiunto un’altezza di 7-8; queste andranno ripicchettate in vasetti singoli e dopo un altro anno (quando le piante avranno raggiunto i 70 cm di altezza) potranno essere messe a dimora facendo attenzione con tutto il pane di terra per non danneggiare le radici.
Per l’impianto delle piantine vanno realizzate delle buche di 40×40 cm riempite di humus o letame misto a terriccio universale.
Una volta fatto l’impianto le giovani piante vanno irrigate ogni tre-4 giorni facendo arrivare l’acqua in profondità per agevolare l’approfondimento delle radici, soprattutto dove, in prossimità di viali e marciapiedi tenderebbe a danneggiarli.
Per l’allevamento della pianta non sono necessarie potature salvo quelle per eliminare eventuali rami secchi. In ogni caso, data la grandezza della pianta, in alcuni casi, si può intervenire per dare una forma equilibrata all’insieme e per eliminare i rami rovinati. La potatura può essere effettuata in differenti periodi dell’anno.
Nel periodo primaverile è bene intervenire eliminando i rami che hanno subito danni nel periodo invernale. Nel periodo estivo (tra giungo e luglio) è possibile procedere con una potatura che permetta di eliminare i rami più bassi, così da dare alla pianta una forma più ordinata. Nel periodo che va dall’autunno all’inverno, invece, si potano le fronde che si sono allungate e che hanno reso la chioma troppo compatta.
È importante comunque non potare quando il clima è piuttosto freddo con il pericolo di gelate.
Per quanto riguarda la concimazione si può intervenire una volta all’anno, soprattutto per le piante più giovani, con letame maturo od altra sostanza organica ben matura.
Per quanto riguarda avversità e malattie il Liquidambar può essere soggetto all’Armillaria mellea a livello radicale, oppure dal rodilegno rosso Cossus cossus, e da Verticilluim, Hyphantria e Ragnetto rosso. Altri pericoli posso venire, soprattutto nel periodo primaverile, dagli afidi; questi insetti possono provocare dei danni abbastanza gravi alle piante e vanno presi in tempo e combattuti a dovere per evitare che l’attacco si espanda.