Leccinum versipelle
Leccinum versipelle
Il Porcinello aranciato (Leccinum versipelle (Fr. & Hök) Snell) è un fungo basidiomicete appartenente alla famiglia delle Boletaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Boletales, Famiglia Boletaceae e quindi al Genere Leccinum ed alla Specie L. versipelle.
Sono sinonimi i termini: Boletus floccopus Rostk. e Boletus rufescens Pilát.
Etimologia –
Il termine Leccinum proviene da (i)líceus, derivato da ílex, -icis leccio: del leccio, attinente al leccio. L’epiteto specifico versipelle viene da vérso rigirare, mutare, modificare e da péllis pelle.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il Leccinum versipelle è un fungo che cresce solitario o gregario sia su terreni sabbiosi, un po’ silicei, che argillosi, dove si trova più facilmente in ambiente montano fino ai 2000 metri. Forma micorrize con la Betulla.
Riconoscimento –
Il Porcinello aranciato si riconosce per il cappello sodo e carnoso in giovane età e poi molle, di 8-18 cm di diametro, emisferico da giovane, da convesso a piano-convesso una volta maturo. Il margine è involuto, particolarmente nei carpofori giovani, con frange eccedenti i tubuli fino a 4 millimetri, talvolta assenti negli esemplari maturi. La cuticola è di colore bruno-giallastra, a volte biancastra con sfumature color albicocca o rosate. I tubuli sono annessi, da segmentiformi a venticosi, lunghi 8-22 mm, da bianco-giallastro a grigio-brunastro, violacei-grigiastri alla pressione.
I Pori sono piccoli (0,5 mm di diametro), rotondi, concolori ai tubuli, virano al bruno se pressati. Il Gambo è pieno, sodo, ingrossato alla base e, a volte, ricurvo, di colore bianco-grigiastro con fini ed evidenti squamature grigio nerastre, macchiato di azzurro verdognolo alla base. La Carne è bianca, soda negli esemplari freschi; fibrosa nel gambo, vira al rosa con sfumature viola-nerastro, con odore lieve, grato e sapore dolciastro.
Al microscopio si notano delle spore di 11,5-16,5 x 3,6-4,0 µm, fusiformi, color marrone pallido-violaceo in massa, con apice conico e una evidente depressione soprailare. I basidi sono di 22-34 x 6,5-11 µm, clavati, generalmente tetrasporici. I cistidi misurano 22-45 x 7-11 µm, spesso lageniformi, utriformi o clavati, a volte con un apice ottuso e acuminato. I caulocistidi sono di 39-70,5 x 8,5 µm, fusiformi, utriformi, a volte conici o clavati, con apice solitamente ottuso.
Coltivazione –
Il Porcinello aranciato non è un fungo coltivato.
Usi e Tradizioni –
Il Leccinum versipelle è un fungo di buona commestibilità ma a cui si consiglia di eliminare il gambo in quanto fibroso e di qualità mediocre e di scartare anche l’imenoforo in quanto viscido.
Modalità di Preparazione –
Come la maggior parte dei leccini, una volta raccolti bisogna scartare il gambo in quanto fibroso e stopposo ed anche l’imenoforo in quanto viscido. Inoltre i leccini più vecchi tendono a scurirsi soprattutto nei tubuli, ed è perciò consigliato non raccoglierli e tenere solo quelli più giovani. Inoltre per il loro consumo richiedono necessariamente un’adeguata cottura. Prima di qualsiasi utilizzo dunque è importante lasciar abbondantemente bollire i funghi leccini nel loro brodo. Non c’è da preoccuparsi se dopo averli tagliati, oppure dopo la cottura essi cambiano colore. Infatti, per loro caratteristica, tendono ad avere un colorito più scuro ed è quindi un fenomeno assolutamente normale. Possono essere normalmente conservati nel congelatore dopo cottura oppure tagliati ed essiccati, ciò non esclude però che essi debbano essere successivamente cotti quando vengono utilizzati.
I funghi leccini vengono bene trifolati in padella, ovvero saltati con un filo d’olio, aglio e qualche erba aromatica che esalti l’odore già abbastanza profumato ed il loro sapore dolciastro. Tali funghi avendo un cappello grande sono ottimi per essere imbottiti, nel fare ciò si possono utilizzare le verdure, il formaggio, la carne macinata, la salsiccia e persino il pesce; la scelta del ripieno dipende esclusivamente dal gusto personale. A loro volta possono anche essere un ingrediente per insaporire il ripieno di altre verdure come ad esempio i cavoli. Un altro modo per cucinare i funghi leccini ed ottenere un secondo piatto eccezionalmente buono è la frittura. Dopo avergli dato la giusta impanatura passando nella farina, nell’uovo e nel pan grattato, si lasciano friggere in una padella con l’olio bollente ed il risultato sarà croccante e delizioso. Non si esclude poi neanche la possibilità di preparare degli ottimi sughi oppure delle zuppe che vanno a nozze con le basse temperature di stagione, ed infine non si può dimenticare il solito primo piatto, ossia il risotto.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.