Cynodon dactylon
Cynodon dactylon
La Gramigna rossa o Gramigna nostrana o Erba canina (Cynodon dactylon (L.) Pers., 1805) è una specie erbacea e perenne della famiglia delle Poaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Liliopsida, Ordine Poales, Famiglia Poaceae, Sottofamiglia Chloridoideae, Tribù Cynodonteae e quindi al Genere Cynodon ed alla Specie Cynodon dactylon.
Etimologia –
Il termine Cynodon proviene dal greco κύων, κυνός cyon, cynòs cane e dal greco ionico ὀδών odón dente: dente di cane. L’epiteto specifico dactylon è anch’esso di derivazione greca, δακτυλοϛ dáctylos dito: riferimento alla forma digitata dell’infiorescenza.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La Cynodon dactylon è una specie molto probabilmente originaria dell’India, da dove si è diffusa in tutto il mondo. Cresce dal livello del mare fino a circa 2200 m s.l.m. in suoli per lo più sabbiosi, secchi ma ricchi di sostanze nutritive ed in Italia è molto diffusa in Italia nei campi e negli orti. È una specie che tollera mediamente la salinità e molto resistente al freddo.
Descrizione –
La Gramigna rossa è un’erba infestante con rizoma nodoso, grosso (3-4 mm) con internodi lunghi 3-6 cm., squame grandi, corteccia più sottile del cilindro interno, fusto prostrato, foglie distiche, lineari e persistenti. Spighe sono inserite in numero da 3 a 7 sull’apice del culmo con disposizione digitata.
Coltivazione –
La Cynodon dactylon è una specie che viene coltivata spesso per i tappeti erbosi li dove è più difficile utilizzare altre essenze come la Poa pratensis, il Lolium perenne ed altre specie simili. La pianta predilige climi temperati caldi e tropicali, essendo la sua temperatura ottimale di crescita pari a circa 35 °C. cresce bene nei suoli secchi, poveri di humus ma ricchi di elementi minerali e, trovando buone condizioni nei terreni sabbiosi o di scarsa consistenza. Può essere coltivata anche in terreni mediamente salmastri e la sua diffusione accidentale, soprattutto come erba infestante, è favorita dalle concimazioni nitriche e dalle lavorazioni del terreno con organi rotanti che contribuiscono a diffondere incredibilmente la pianta, attraverso i rizomi.
Si impianta facilmente per via vegetativa anche su terreni preparati grossolanamente; la semina è più rara e, comunque, va fatta su letto ben affinato con almeno 10 Kg di seme per ha.
Usi e Tradizioni –
La Cynodon dactylon è una specie molto competitiva con un esteso apparato radicale. Viene anche utilizzata nei tappeti erbosi con clima caldo, vista la sua elevata resistenza al calpestamento, ed è considerata una pianta infestante di prati e campi. Nonostante sia una graminacea, le proprietà allergeniche dei suoi pollini si distinguono dalle altre piante della famiglia. Ha notevoli proprietà diuretiche ed è un’erba officinale e medicinale.
Della Gramigna rossa si raccoglie il rizoma tutto l’anno (meglio, però, in settembre-ottobre, o in marzo-aprile). Per l’utilizzo si pulisce dalla terra e si eliminano le radichette laterali, poi si essiccano al sole o si appendono in mazzetti e si conservano in sacchetti di carta o di tela.
La gramigna è molto apprezzata dai maiali. Se volete sbarazzarvi di questa pianta infestante, utilizzate questi animali, che, scavando nel terreno, estirpano i rizomi. Inoltre la qualità come foraggio è buona e di ottima appetibilità.
I principi attivi del Cynodon dactylon sono: fruttosano, triticina, mannitolo, inositolo, acido malico, mucillagini, saponina, vanilligloside, amigdalina, agropirene in olio essenziale, acido silicico, sali di potassio e di ferro, vitamine A, B.
Le sue principali proprietà sono: diuretiche, depurative, antiinfiammatorie, rinfrescanti, dissetanti. Viene usata come decotto per depurare l’organismo nel periodo primaverile, è utile per le infiammazioni dei reni e dell’apparato urinario in generale e per eliminare i piccoli calcoli.
Nell’uso interno viene utilizzata per aumentare la diuresi, rinfrescare, dissetare.
Ma la gramigna ha anche antichi utilizzi in cucina; un tempo veniva usata come ingrediente da unire alla farina per la panificazione; la gramigna fu impiegata anche nella preparazione della birra. Le foglie tenere possono essere mangiate in insalata. I germogli, biancastri e teneri, vanno lessati e conditi con buon olio. Sono un piatto nutriente e gustoso, nonché curioso e insolito.
Modalità di Preparazione –
La Gramigna rossa può essere molto utilmente utilizzata in cucina; i germogli, biancastri e teneri, si possono bollire e condire e sono una pietanza nutriente. I rizomi freschi sono commestibili. In passato, come detto, soprattutto in periodi di carestia sono stati utilizzati, dopo essiccazione e macinatura, mescolati alla farina, per produrre pane. Si è prodotto anche un surrogato del caffè, dopo triturazione e tostatura.
Di questa pianta si può preparare un ottimo decotto. Basta far bollire due manciate di rizoma di gramigna in un litro d’acqua per un minuto circa, filtrate e gettate l’acqua di cottura.
Lavate e pestate bene il rizoma, fatelo bollire nuovamente in un altro litro d’acqua per 10-15 minuti e dolcificate con zucchero o miele.
Si può preparare anche la tintura: 20 g di rizoma in 100 ml di alcool a 20 gradi (a macero per 10 giorni). Uso: tre-quattro cucchiaini al giorno.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.