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Come coltivare la Phalaenopsis

Come coltivare la Phalaenopsis

Le Phalaenopsis (Phalaenopsis Blume, 1825) sono un genere di orchidee che comprende circa cinquanta specie, originarie dell’Asia e degli arcipelaghi dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano. Si tratta di piante epifite, ovvero in natura crescono sulla corteccia degli alberi, caratterizzate da grandi e carnose foglie e dai fiori multicolori, talvolta di dimensioni notevoli (anche più di 10 cm di diametro), spesso molto duraturi sia sulla pianta che da recisi. Questi fiori sono variamente colorati, hanno aspetti molto differenti fra specie e specie ma possono vantare spesso grandi dimensioni e sempre una notevole bellezza esotica. Sono situati lungo gli steli floreali, i quali si sviluppano dal fusto, e crescono in direzione della luce.
In questa scheda vedremo come coltivare la Phalaenopsis, considerando che è sicuramente l’Orchidea più diffusa e commercializzata in Italia.
Si tratta di piante che, se ben coltivate e posizionate nell’ambiente idoneo, hanno una lunga durata della fioritura, che in alcune specie, come il Cimbidium, può durare anche due mesi; questo perché essendo impollinate per via entomofila (insetti) tendono a restare aperte per il maggior tempo possibile per aumentare le possibilità di impollinazione.
Per le sue caratteristiche fisiologiche, la Phalaenopsis deve essere coltivata in appartamento perché teme il freddo;può crescere anche all’aperto ma solo in estate ed ovviamente con il clima del sud Italia. È una pianta che, inoltre, vuole luce ma senza sole diretto, un ambiente arieggiato ma senza correnti fredde in presenza di una buona umidità atmosferica, per cui in appartamento dobbiamo ricreare le stesse condizioni originarie di crescita di queste piante tropicali che crescono sulla corteccia degli alberi.
Queste orchidee, nei vivai, vengono coltivate su substrati a base di corteccia di abete (chiamato bark), ma si possono utilizzare anche altri materiali porosi, come l’argilla espansa. Si consiglia però di mantenere il substrato di corteccia, per evitare di soffocare le radici che in natura crescono liberamente. Questo substrato è molto drenante ed evita i ristagni idrici che sono letali per le radici delle Orchidee.

In un appartamento le migliori condizioni di umidità si hanno nei bagni, per cui questo è il luogo ideale dove posizionarle; se, ovviamente, vogliamo tenerle anche in altri ambienti dove osservarle più spesso, dobbiamo tenere queste orchidee lontane dai caloriferi che riducono drasticamente l’umidità. Inoltre dobbiamo usare un sottovaso contenente dell’argilla espansa con un dito d’acqua, su cui poseremo il vaso di Orchidea; in questo modo terremo lontane le radici dal ristagno d’acqua. Questo strato va ripristinato man mano che evapora. Soprattutto nei mesi più caldi, è molto importante vaporizzare dell’acqua sul fogliame, senza bagnare i fiori, anche tutti i giorni; l’acqua da usare deve essere deionizzata in quanto esente da cloro molto dannoso per la pianta.
Per quanto riguarda l’irrigazione della Phalaenopsis, la soluzione migliore è di riempire un secchio o un lavandino di acqua e di immergere il vaso con la pianta, facendo attenzione a non far fuoriuscire la corteccia; bisogna lasciare la pianta nell’acqua per 15 minuti, in modo che la corteccia si impregni bene d’acqua, dopodiché bisogna lasciarla scolare per un’ora. Questo procedimento può essere ripetuto una volta ogni 15 giorni, avendo cura in estate di intervenire anche con la vaporizzazione delle foglie e delle radici. Questa operazione va fatta alla mattina, per sfruttare il calore del sole per accelerare l’evaporazione e creare il giusto tasso di umidità.

Per una crescita ottimale è importante anche la tecnica della concimazione. In questo senso, vista la delicatezza della pianta, bisogna utilizzare i fertilizzanti liquidi specifici per Orchidee, che apportano il giusto nutrimento sia per lo sviluppo vegetativo delle foglie, sia per la fioritura. In questo caso è sufficiente diluire il concime liquido in acqua e vaporizzarlo sulle radici. La concimazione va ripetuta una volta ogni 15 giorni. Questa operazione non va mai fatta prima dell’innaffiatura, per evitare di asportare il concime appena somministrato.
Per quanto riguarda il rinvaso; questa operazione si effettua soltanto per gli esemplari adulti e quando necessario. Sono tre i casi in cui è necessario il rinvaso: quando le radici escono dal vaso, quando la corteccia si decompone e deve essere sostituita e nel caso in cui siano presenti parassiti nel vaso. Si consiglia di usare un vaso trasparente dotato di fori di drenaggio (quindi in plastica): le radici delle Phalaenopsis hanno striature verdi che dimostrano un’attività di fotosintesi clorofilliana, che verrà inibita con un vaso non trasparente. Quando si opera il rinvaso ricordatevi di bagnare le radici per renderle più elastiche: la radici sono molto delicate e il rinvaso deve essere eseguito con cura per non danneggiarle. Effettuate questa operazione dopo la fioritura, per evitare che la manipolazione delle radici la inibisca.

La pianta della Phalaenopsis fiorisce nel periodo che va da novembre ad aprile e non è facile farla rifiorire, perché sempre riesce a crescere in condizioni ideali. A differenza delle comuni Orchidee che quando sfioriscono bisogna tagliare il ramo sopra il primo o il secondo “occhiolo” del ramo, cioè le strozzature tipiche del ramo di questa pianta, per stimolare la crescita di un nuovo ramo fiorito l’anno successivo, per la Phalaenopsis può essere mantenuto il ramo, poiché i nuovi fiori possono nascere anche da lì.
Una avvertenza: se i boccioli cadono senza aprirsi significa che dovete spostare la Phalaenopsis in un luogo più luminoso o più umido, se invece fiori e foglie si afflosciano improvvisamente probabilmente la pianta ha preso un colpo di freddo.



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