Macrosiphum rosae
Macrosiphum rosae
L’ Afide della rosa o afide grande o pidocchio della rosa (Macrosiphum rosae L.) è un piccolo insetto appartenente alla famiglia Aphididae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Ramo Bilateria, Phylum Arthropoda, Subphylum Tracheata, Superclasse Hexapoda, Classe Insecta, Ordine Hemiptera, Famiglia Aphididae e quindi al Genere Macrosiphum ed alla Specie M.roseae.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Macrosiphum rosae è un afide con distribuzione in tutto il mondo ove si coltiva la rosa, come suggerisce il nome, l’afide si trova su vari tipi di rose e colonizza principalmente boccioli di fiori teneri, giovani germogli e la superficie inferiore delle foglie giovani. È il tipico “pidocchio” della Rosa presente ovunque, sia nelle coltivazioni intensive che nei giardini e parchi.
Morfologia –
L’ Afide della rosa è un piccolo insetto di qualche mm, di colore verdastro o rosato a seconda delle forme; che possono essere attere o alate. Per l’inndividuzaione si tenga conto che, normalmente vive in colonie, soprattutto sui giovani germogli e sui boccioli fiorali ancora chiusi.
Attitudine e Ciclo biologico –
Macrosiphum rosae sverna come uovo, anche se in certi ambienti o in annate con inverni particolarmente miti si possono trovare, sulle piante, forme adulte anche in inverno (femmine partenogenetiche) che continuano il ciclo autunnale. Le infestazioni massicce si hanno però dall’inizio della primavera inoltrata, soprattutto in annata molto umide, e proseguono per tutto l’anno, con un accavallarsi di generazioni fino all’autunno; a volte il ciclo continua fino all’anno successivo.
Il contenimento di questo afide è stato effettuato spesso con trattamenti di tipo chimico. Gli interventi vengono effettuati alla comparsa delle infestazioni, questa tecnica ha però notevoli pecche e controindicazioni. Infatti la presenza dei numerosi nemici naturali del Macrosiphum rosae può essere drasticamente ridotta con tali trattamenti fino a creare un boomerang ecologico di difficile ripristino. È opportuno pertanto, prima di effettuare l’intervento, valutare l’effettiva consistenza del fitofago e delle popolazioni dei predatori o parassito idi, tra i quali ricordiamo:
– Ditteri Sirfidi e Cecidomidi, Coleotteri Coccinellidi, Neurotteri Crisopidi, gli Acari Trombididi e gli Imenotteri Afididi.
Per la lotta contro questo afide, come di altri consimili, si consigliano alcuni accorgimenti:
– Diminuzione drastica o eliminazione di concimi nitrici di sintesi;
– Predisposizioni di siepi con specie che possono ospitare l’afide ed i predatori;
– Maggiore arieggiamento del sistema di potatura della rosa;
– Uso di sapone di Marsiglia, mescolato con preparati a base di quassia, e la cenere;
– Lancio di coccinelle;
– Uso di insettici di estrazione naturale, quali Piretroidi o Piretrine naturali, onde salvaguardare maggiormente entomofauna utile e pronubi.
È, inoltre, in fase di sperimentazione l’uso di preparati microbiologici a base del fungo Verticillium lecanii che dimostra una certa attività su questo e su altri Afidi.
Ruolo Ecologico –
L’afide rosa di solito sverna come uovaosui cespugli di rose, sebbene negli inverni miti alcuni adulti possano continuare a riprodursi partenogeneticamente. In primavera si ha la prima colonizzazione dei nuovi germogli della rosa e si hanno un gran numero di forme alate. In questo stato L’afide della rosa migra principalmente verso i loro ospiti secondari che sono essenzialmente piante della famiglia delle Dipsacaceae (come il Dipsacus ferox) e piante della famiglia delle Valerianaceae (come Centranthus, Nardostachys grandiflora, Valeriana e Valerianella). Tuttavia, le colonie, se non hanno ospiti secondari, possono essere trovate per tutta l’estate sulla rosa o di altre orticole.
Inoltre la loro infestazione viene agevolata dalle formiche che li “alleva” e li trasporta per via della secrezione zuccherosa (melata) che produce che imbratta le foglie ed i fusti, con successiva produzione di fumaggini (funghi saprofiti) che imbrattano e deprezzano ulteriormente le coltivazioni.
Il danno è determinato dalle punture di nutrizione che provocano:
– deformazione dei germogli, con arresto del loro sviluppo;
– deformazione dei boccioli fiorali che non si aprono, oppure fioriscono in modo irregolare
Inoltre questo Afide produce abbondante melata che imbratta la vegetazione, provocando sia conseguenze indirette (ustioni, asfissia, instaurazione di fumaggini) sia una deturpazione delle piante e dei fiori, con conseguenti danni estetici, funzionali ed economici.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Russo G., 1976. Entomologia Agraria. Parte Speciale. Liguori Editore, Napoli.
– Tremblay E., 1997. Entomologia applicata. Liguori Editore, Napoli.