Cocos nucifera
Cocos nucifera
La palma da cocco (Cocos nucifera L., 1753) è una specie arborea appartenente alla famiglia delle Arecacee.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Liliopsida, Ordine Arecales, Famiglia Arecaceae, Sottofamiglia Arecoideae, Tribù Cocoseae, Sottotribù Butiinae e quindi al Genere Cocos ed alla Specie C. nucifera.
Etimologia –
Il termine Cocos proviene dal portoghese coco che significa testa, cranio: per le tre rientranze della noce di cocco che la fanno assomigliare a una faccia; secondo il linguista spagnolo Fernando Diez Losada il termine coco sarebbe stato utilizzato dai marinai di Vasco de Gama ai quali il guscio della noce di cocco ricordava un fantasma o una strega del folklore portoghese, chiamati rispettivamente coco e coca. L’epiteto specifico nucifera viene da nux, núcis noce nocciola e da fero portare:cioè che produce frutti simili a noci o nocciole.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
Cocos nucifera ha una zona di origine alquanto controversa, anche per effetto dell’azione antropica che ha contribuito in tempi remoti alla sua diffusione; le aree di possibile origine sono quelle dell’arcipelago indonesiano e il sud America.
Pianta già diffusa nell’antichità con tutte le sue varietà, attualmente le principali zone di diffusione della palma da cocco sono situate tra il ventiduesimo parallelo nord e il ventiduesimo parallelo sud. L’habitat caratteristico è sulle coste delle regioni tropicali con precipitazioni annue tra 1.300 e 2.000 mm, fino ad altitudini di 600 m s.l.m.
Descrizione –
La palma da cocco si distingue per un fusto colonnare e slanciato, che può raggiungere mediamente un’altezza tra i 20 ed i 40 m, con diametro di 50–70 cm alla base e di 25–35 cm in alto; la superficie ha una colorazione grigia, dove sono evidenti le cicatrici lasciate dalle foglie e dai racemi caduti; il fusto termina con una corona di grandi foglie.
Le foglie sono paripennate, lunghe 4–5 m, con la base dilatata a formare una larga guaina; queste sono erette nei primi due anni di vita e successivamente cadenti, formate da leggerissime foglioline, allungate e brevemente picciolate, divise in due, molto striate e leggermente arcuate.
I fiori sono piccoli e di colore giallastro in in infiorescenze a spadice, ramificate in ami secondari, protette esternamente da una grande spata concava. Ogni pianta produce ogni anno da 6 a 12 infiorescenze.
Cocos nucifera è una pianta monoica a fiori diclini; i fiori femminili sono nella parte basale dei rami dello spadice mentre quelli maschili che sono molto numerosi (circa 300 per ogni ramo dello spadice). L’impollinazione è mista, sia anemofila sia entomofila.
I frutti sono delle drupe (noci di cocco) voluminose di circa 1 kg di peso, con esocarpo (buccia) liscio e sottile generalmente di colore rosso-brunastro, mesocarpo fibroso e leggero a maturità che è strettamente unito all’endocarpo (guscio) legnoso e durissimo.
Il seme è costituito dalla polpa della noce; ha un tegumento sottilissimo di colore bruno, strettamente aderente all’endosperma ricco di grassi (copra), formato da uno strato spesso 1–3 cm che forma una cavità contenente un liquido lattiginoso, detto “acqua di cocco”; l’embrione è avvolto dall’endosperma a un’estremità del frutto.
Coltivazione –
Per quanto riguarda le condizioni pedoclimatiche per la coltivazione della palma da cocco si precisa che, nel clima mediterraneo è possibile la coltivazione in serra calda, con aria confinata ed elevata umidità ambientale, luce solare filtrata, concimando 2 volte al mese nella bella stagione, con fertilizzante liquido medio, frequenti annaffiature senza eccedere nelle quantità e spruzzature alla chioma, evitando il ristagno d’acqua, rinterrando annualmente, sostituendo la terra superficiale dei vasi con terriccio di bosco misto ad erica, arricchito con terricciato organico e alleggerito con sabbia. Si tratta infatti di una specie con particolari esigenze che, al di fuori del suo habitat, non consentono la coltivazione per la produzione delle noci da cocco. Le palme da cocco non sono molto esigenti per quanto riguarda la natura del suolo, mentre l’umidità e l’aerazione sono fondamentali. Per la tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
La palma da cocco era già diffusa, da tempi remoti, in tutta l’area del Pacifico con le sue numerose varietà che si differenziano per il colore, la grandezza e la forma del frutto. Questa coltivazione fu poi scoperta dai portoghesi e dagli spagnoli che esplorarono le coste occidentali dell’America centro-meridionale e nel 1525 cominciarono a coltivarlo diffondendolo anche sulle coste orientali.
Particolare importante per la diffusione di questa specie nel globo è la capacità delle noci di cocco di galleggiare sull’acqua marina. Le noci di cocco sono in grado di germogliare dopo 110 giorni di immersione nell’acqua di mare, periodo in cui possono percorrere fino a 5000 chilometri. Questo spiegherebbe, di fatto, la diffusione del Cocos nucifera in vaste aree del globo prima ancora dell’intervento antropico.
La palma da cocco viene coltivata spesso nelle aree temperate anche come pianta ornamentale e da vaso, purché le condizioni di umidità e temperatura lo consentano.
La palma da cocco viene coltivata per moltissime scopi:
– nei paesi d’origine, per la produzione di noci di cocco utilizzate per il consumo fresco;
– per ricavare la copra per la produzione della margarina di cocco, un olio vegetale ad alto punto di fusione utilizzato in pasticceria come succedaneo del burro; per la fabbricazione di saponi, colle e appretti.
– per i sottoprodotti della lavorazione industriale della copra, come il panello di copra, che vengono utilizzati come mangime per gli animali.
– per la produzione di una farina utilizzata a fini alimentari, ricavata dalla copra;
– per la produzione del coir, ricavato dalle fibre del mesocarpo, per ottenere lavori di intreccio, tappeti e cordami;
– per la produzione del vino di palma, dell’aceto di palma, dello zucchero di palma e dell’acquavite di palma, ottenuti dalla linfa ricavata dalla incisione delle giovani infiorescenze;
– la stessa linfa fresca è di consumo comune nelle Kiribati: chiamata karewe, che poi viene cotta per fare uno sciroppo chiamato kamaimai.
– Per le giovani gemme che sono commestibili (cavoli di palma);
– Per la produzione del legno di cocco, ricavato dagli stipiti, per la produzione di mobili, manici d’ombrello, o abitazioni rurali;
– Per la produzione dell’acqua della noce di cocco che, oltre che essere dissetante, dolce e rinfrescante, proprietà che l’hanno reso molto popolare nella stagione estiva, ha pochissimi grassi e calorie ed è priva di colesterolo e ha abbondanti quantità di sodio, potassio, magnesio e calcio. Tutte queste caratteristiche la rendono un ottimo integratore dopo un’intensa attività fisica.
– Per la produzione dell’olio di cocco che è uno dei pochi oli alimentari vegetali naturali completamente saturi per cui l’uso abituale in dieta, anche dei suoi derivati, deve essere attentamente controllato.
Inoltre nelle sue aree di origine le fronde vengono utilizzate come fibre per intrecciare cappelli, stuoie e tetti per le capanne, mentre le donne tamil in Sri Lanka utilizzano l’olio ricavato del latte di cocco, dopo un lungo procedimento per fini cosmetici e per ammorbidire i capelli.
Queste popolazioni bevono anche il latte di cocco mescolato a foglie di pepe finemente tritate come cura dei disturbi della vista.
L’olio della palma da cocco viene inoltre usato nei prodotti per rasatura (crema, sapone e schiuma da barba) e anche negli abbronzanti.
La composizione media di una noce di cocco è: 50% d’acqua, con il restante, formato da fibre, carboidrati, zuccheri e lipidi; a questi si aggiungono i sali minerali, in maggiore concentrazione, che sono: ferro, potassio, rame, zinco, magnesio, fosforo e sodio.
L’Isoleucina, serina, treonina, acido glutammico, arginina, acido aspartico, fenilalanina, glicinae cistina, sono invece gli amminoacidi più abbondanti. L’abbondanza di vitamine B e C aiuta negli stati di debolezza, stanchezza e allevia lo stress.
Modalità di Preparazione –
Oltre a tutti gli utilizzi industriali sia per scopi industriali che alimentari quella che viene maggiormente utilizzata nei Paesi occidentali è la noce di cocco. Della noce di cocco si apprezzano sia la polpa che il liquido contenuto all’interno, che non va confuso con il latte di cocco che viene invece ricavato dalla polpa macinata, unita ad acqua e successivamente filtrata, il latte è così nutriente che alcune popolazioni ancora lo utilizzano come sostituto del latte materno.
Meno diffuso nell’alimentazione del bacino del mediterraneo è il burro di cocco ma questo burro, ricavato dalla polpa essiccata della noce di cocco, ha proprietà sorprendenti, che vanno attenzionate anche se esulano le abitudini della dieta mediterranea; è di fatto ottenuto dall’olio di cocco che si presenta in forma solida, simile alla consistenza del burro, e viene pertanto detto anche burro di cocco; si fonde quando raggiunge la temperature di 24 – 25 gradi e non va conservato in frigo.
Ovviamente ci riferiamo al burro di cocco puro (o vergine), ovvero che non ha subito alcun tipo di intervento artificiale (pastorizzazione, idrogenazione o altra raffinazione) e che mantiene inalterato il profumo e il sapore del cocco, così come il contenuto di antiossidanti e le sue molteplici altre proprietà.
Nelle Filippine dalla fermentazione dell’acqua di cocco viene prodotto il dolce noto come nata de coco.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.