Platycladus orientalis
Platycladus orientalis
La tuia orientale, chiamato anche albero della vita (Platycladus orientalis (L.) Franco 1949) è una specie arborea di piccole dimensioni della famiglia delle Cupressacee.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Sottoregno Tracheobionta, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Pinophyta, Classe Pinopsida, Ordine Pinales, Famiglia Cupressaceae e quindi al Genere Platycladus ed alla Specie P. orientalis.
Etimologia –
Il nome del genere Platycladus deriva dal greco “platýs” ampio, largo e da “kládos” = ramo, ramoscello o, riferendosi ai ramoscelli appiattiti. L’epiteto specifico orientalis indica l’est, l’area di origine.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
La tuia orientale è una specie arborea di piccole dimensioni originaria dell’Asia Orientale (Manciuria, Corea). In Estremo Oriente rappresenta un elemento paesaggistico fondamentale dell’antica tradizione del giardino sacro, mente in Europa, dove è stata introdotta nel 1752, viene impiegata a scopo ornamentale e si è naturalizzata in alcune regioni. Viene coltivata in parchi e giardini, cresce spontanea su rupi calcaree e muri dove ha grande adattabilità all’inquinamento atmosferico, alla siccità ed al clima rigido.
Descrizione –
Platycladus orientalis è un piccolo albero che può raggiungere qualche metro, spesso a portamento cespuglioso, strettamente a piramide, con fronde piatte a ventaglio e chioma di colore verde brillante. Il fusto è diritto, ma spesso diviso già alla base in diversi fusti ascendenti; la scorza è rosso-bruna, con solchi longitudinali. Le foglie sono squamiformi e triangolari, ad apice acuto, opposte, appressate ai rametti e provviste di piccole ghiandole, con colorazione verde vivo, più chiara nei giovani germogli. I coni maschili sono di colore giallo, piccoli e ovoidali, posti all’apice dei ramuli; quelli femminili sono invece di colore verde e globosi. Il frutto è un galbulo ovoidale lungo fino a 2 cm, prima con colorazione verde-bluastra e successivamente bruna; presenta inoltre delle squame che terminano ad uncino.
Coltivazione –
Albero della vita o Tuia orientale è una pianta che si adatta a molti tipi di situazioni pedo-climatiche prediligendo terreni freschi e umidi, l’esposizione a pieno sole. La sua crescita però non è molto veloce; è comunque una specie rustica e, nelle varietà nane, può essere messa a dimora nei vasi. Per la sua coltivazione si ricordi di irrigarla soprattutto nei primi due anni di crescita fino a quando l’apparato radicale non sarà formato ed approfondito. Numerose sono le varietà coltivate a scopo ornamentale, è specie molto rustica e adatta a formare siepi.
Usi e Tradizioni –
Il Platycladus orientalis, nel Giappone, dopo che la richiesta del suo legno per l’edilizia aumentò, a metà del secolo XVII vennero emanate leggi severe circa l’abbattimento di questo albero che venne utilizzato solamente dall’imperatore e per scopi religiosi. In Italia, è utilizzata principalmente a scopo ornamentale sia per formare siepi o barriere vista la sua adattabilità alla potatura.
La tuia orientale è l’unica specie del genere Platycladus Tipica ed è caratterizzata da un legno, duro, è molto resinoso. È una pianta simile a Thuja occidentalis L. originaria del Nord America e Canada, in precedenza era classificata nello stesso genere, ma da studi genetico-molecolari è emerso che Thuja orientalis, all’interno delle Cupressaceae, appartiene a una propria discendenza assieme ad altri 3 generi: Calocedrus Kurz, Microbiota Komar e Tetraclinis Mast.
All’interno possiamo annoverare le seguenti varietà:
– Thuja orientalis “pyramidalis aurea”; distribuita in Italia intorno al 1960, con forma conica, stretta, che tende ad allargarsi. Il suo fogliame giallo-verde persiste anche in inverno.
– Thuja orientalis “Compacta nana aurea”; cultivar con un’altezza massima di 60 cm, con aghi giallo-verdi che diventano color bronzo in inverno. Venne ottenuta nel 1865 da Henk & Hochst. Purtroppo gli esemplari di questa varietà, piantati all’Orto botanico di Ome, nel 1996 sono andati perduti.
La tuia orientale possiede, come la specie simile Thuja occidentalis, proprietà fitoterapiche. Le foglie contengono oli eterei con proprietà medicinali. Il contatto con le foglie può causare dermatiti in soggetti sensibili.
L’Olio essenziale di Thuya possiede proprietà dermopurificanti, dermoprotettive, diuretiche, antireumatiche, espettoranti.
Modalità di Preparazione –
Da questa pianta, come dalla simile Thuja occidentalis, si possono estrarre oli essenziali per fini terapeutici. Non esistono invece utilizzi alimentari di questa specie.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
Buongiorno.
Considerato che avete copiato e incollato il testo di Antonio De Matola condiviso liberamente sul sito
http://www.ortibotanicoome.altervista.org, sarebbe serio e corretto citare l’opera tra le fonti
Buongiorno,
considerato che la bibliografia dell’articolo è in calce allo stesso, che non conoscevamo nemmeno questo sito e che l’articolo è del 2019 ma proveniente dal presedente sito (ex http://www.ecosostenibile.org, poi divenuto http://www.antropocene.it) trasferito nel 2017. Siamo poi andati a controllare ed alcune frasi sono a loro volta prese da altri testi, a cui facciamo riferimento anche noi.
Poi visto che il nostro testo tratta molto più diffusamente l’argomento sembra alquanto incredibile che nel copiare e “incollare” si abbia un’espansione del testo.
Tuttavia se ciò fosse avvenuto (come riportato nelle bibliografie) l’avremmo citato.
I ricercatori spesso riportano frasi intere di altri autori (citandoli in bibliografia) e questo non è un copiare ed incollare ma da più certezza al testo stesso.
Comunque sia, ripetiamo, non abbiamo utilizzato quel testo per il nostro articolo che (ripetiamo) tratta più diffusamente l’argomento.
Se l’avessimo utilizzato lo avremmo citato (la bibliografia non costa nulla, anzi maggiore bibliografia da più valore).
Dal tono della sua comunicazione sembra di essere tornati all’epoca dell’inquisizione, bastava semplicemente chiedere se avessimo dimenticato di citarlo e avremmo risposto con altrettanta chiarezza.
Distinti saluti