Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena
Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena
Il Parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena è un parco geomarino istituito nel 1994. Si tratta di un territorio prevalentemente marino (circa il 78%) e fa parte dell’area denominata Santuario per i mammiferi marini. Insieme alla Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio andrà a costituire il Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio. Il Parco ha una estensione di 5.100 ettari di superficie terrestre e di 15.046 ettari di superficie marina su uno sviluppo costiero di 180 km, estendendosi dalle Bocche di Bonifacio e comprendendo tutte le isole appartenenti all’Arcipelago di La Maddalena, fino a poca distanza dalla costa della Gallura, dove si trovano le isole minori di fronte appartenenti al parco, come l’isola di Mortorio, a protezione integrale.
All’interno del Parco rientrano tutte le isole e gli isolotti appartenenti al comune di La Maddalena in provincia di Sassari, in Sardegna.
L’Arcipelago fa parte della rete europea delle aree naturali di eccellenza ambientale (Sito di Interesse Comunitario e Zona a Protezione Speciale) per la presenza di habitat e forme di vita che offrono uno scenario unico al mondo.
La quasi totalità dell’estensione del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena è un sito di interesse comunitario (SIC) secondo la Direttiva Habitat 92/43 CE ed è caratterizzato dalla presenza di oltre 700 entità vegetali, che rappresentano un terzo della flora sarda e con più di 50 specie endemiche che rappresentano il 25% di quella complessiva della Sardegna e numerose altre specie rare e di interesse fitogeografico, nonché numerosi habitat di importanza comunitaria.
All’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena troviamo una flora ed una fauna quasi uniche al mondo.
Le principali formazioni vegetali sono quelle tipiche della fascia costiera mediterranea: è presente una macchia dove troviamo: ginepro, corbezzolo, fillirea, lentisco, mirto, erica, calicotome, cisto ed euforbia. Procedendo poi verso la costa la vegetazione degrada dalla macchia più bassa alla gariga dove, tra le fitocenosi più caratteristiche, occorre menzionare quelle alofile. Le superfici sabbiose e i luoghi più o meno salsi consentono la presenza di formazioni di alimieti, salicomieti e di vegetazione psammofila. Il paesaggio vegetale delle isole è fortemente condizionato dal fattore vento, dall’insolazione, dall’aridità e dalla povertà dei suoli, dall’altitudine e dalla distanza dalla terraferma.
La tipologia dell’Arcipelago della Maddalena ha dato origine ad associazioni vegetali uniche, rare o comunque, se più comuni, oltremodo ben rappresentate e in condizioni di massima evoluzione come nel caso delle basse formazioni ad Artemisia densiflora a Razzoli e i ginepreti a Juniperus phoenicea di Spargi, Caprera, Budelli, Santa Maria e la stessa La Maddalena; la cui estensione e il relativo dato di conservazione non trova riscontri nell’area mediterranea.
Importante è anche la componente faunistica del Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena che rientra tra le aree più importanti per la fauna vertebratica (Anfibi, Rettili, Uccelli, Mammiferi) e in particolare per gli uccelli marini nidificanti. Dalle ricerche avviate dal Parco Nazionale è emerso che il sistema delle piccole isole tra la Sardegna e la Corsica rappresentano inoltre una tappa importante per la sosta degli uccelli migratori transahariani nel peirodo pre-riproduttivo. La fauna dei vertebrati dell’Arcipelago costituisce un campione rappresentativo della comunità del Mediterraneo centro occidentale, sia per quanto riguarda la sua componente terrestre che quella marina.
Importanti sono i siti che trovano alcune specie di uccelli marini nidificanti nell’arcipelago quali il gabbiano corso (Larus audouinii), unica specie di gabbiano endemico del Mediterraneo; e la sottospecie Mediterranea del Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii) le cui popolazioni all’interno dell’area rappresentano rispettivamente l’1% e il 3% della popolazione mondiale.
Guido Bissanti