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Sechium edule

Sechium edule

Il chayote (Sechium edule (Jacq.) Sw.) è una specie erbacea rampicante della famiglie delle Cucurbitacee.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Violales, Famiglia Cucurbitaceae e quindi al Genere Sechium ed alla Specie S. edule.

Etimologia –
Il termine generico Sechium proviene dal nome vernacolare in uso nelle Indie Orientali per una pianta di questo genere. L’epiteto specifico edule deriva da édo mangiare: commestibile.
Il termine usulae chayote è di origine atzeco (chayutli).

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Il chayote è una specie erbacea originaria del Sud America e coltivata nei paesi dell’area costiera del continente e nelle isole. Viene coltivato anche in Italia.

Descrizione –
Il Sechium edule è caratterizzato dall’avere dei frutti di forma ovoidale che e possono raggiungere i 15 cm di lunghezza; il colore superficiale può andare dal verde scuro (quando il Chayote è acerbo) fino al giallognolo (Chayote maturo e dunque commestibile). La parte più interna del frutto è l’embrione ed il seme (botanico) della pianta, mentre tutta la polpa circostante del frutto costituisce in buona parte sostanza di accumulo e riserva del seme stesso, (condizione di viviparità), il tutto, interno ed esterno, costituisce quindi il seme (in senso orticolo) della pianta.
Presenta alcune volte delle caratteristiche escrescenze aghiformi che la rendono molto riconoscibile e particolare.
La pianta è rampicante e riesce a ricoprire anche spazi di decine di metri quadrati, la fioritura incomincia a fine estate ed i frutti si raccolgono nel periodo tra ottobre e novembre.

Coltivazione –
Per la coltivazione di questa pianta bisogna partire dalla semina che va operata interrando leggermente l’intero frutto (meno della metà), non appena ha emesso il germoglio fogliare (a primavera avanzata). Di fatto il frutto alimenta il seme anche dopo la germinazione.
Questa pianta non ha bisogno di molti apporti idrici e va innaffiata di rado per non causare il marciume del seme. Per non rischiare marcescenze, si può piantare il seme in vaso tenuto al riparo delle piogge nel periodo di germinazione, che dura circa venti giorni. Non appena la piantina raggiunge i 30-40 cm si può procedere al trapianto in terra piena. Per la tecnica di coltivazione si può consultare la scheda seguente.

Usi e Tradizioni –
Il Sechium edule è una pianta commestibile, come anche le sue foglie e le sue radici che alla fine della primavera possono essere trattate come asparagi e quindi anche conservate sott’olio o sott’aceto. I frutti invece si conservano in luogo fresco fino all’inizio della primavera.
Il maggior esportatore mondiale di Chayote è la Costa Rica. È conosciuto anche in Italia, dove è chiamato zucca centenaria, zucchina spinosa, patata spinosa, melanzana spinosa, melanzana americana, lingua di lupo: in realtà è corretto chiamarlo con il suo nome italianizzato dal nome scientifico Sechium edule, quindi Sechio oppure col nome spagnolo chayote.
100 grammi di chayote contengono 19 calorie. Inoltre, per 100 g di questo prodotto, abbiamo:
– Lipidi 0,1 g
– Colesterolo 0 mg
– Sodio 2 mg
– Potassio 125 mg
– Glucidi 4,5 g
– Fibra alimentare 1,7 g
– Zucchero 1,7 g
– Proteine 0,8 g
– Vitamina C 7,7 mg
– Calcio 17 mg
– Ferro 0,3 mg
– Magnesio 12 mg
La polpa e il seme sono soprattutto ricchi di amminoacidi, vitamina C, ma soprattutto vitamina B9, essendone una delle migliori fonti vegetali. Ha buone quantità anche delle vitamine B6, B5 e K, ed è una discreta fonte di molti metalli, primo tra i quali lo zinco. È usato in molte medicine locali per via delle proprietà diuretiche, antinfiammatorie, ipotensive. Nel mondo occidentale è indicato per la pulizia dei reni, nelle diete per diabetici, per la formazione del feto nelle donne in gravidanza, ed è ritenuto un alimento con proprietà antitumorali.

Modalità di Preparazione –
Il chayote è usato in cucina e cucinato come una normale zucchina: di solito viene fritto e condito con un po’ di sale; si può fare stufato o bollito e condito come un’insalata o, ancora, abbrustolito come contorno, specialmente per carni rosse; gustosissimo in agrodolce, lo si può usare addirittura candito per torte e dolci in genere.

Guido Bissanti

Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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