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Albatrellus pes-caprae

Albatrellus pes-caprae

Il Poliporo Piede di capra, conosciuto anche come Lingua di brughiera (Albatrellus pes-caprae (Pers. : Fr.) Pouzar 1966) è un fungo Basidiomiceto appartenente alla famiglia delle Albatrellaceae.

Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Basidiomycetes, Ordine Russulales, Famiglia Albatrellaceae e quindi al Genere Albatrellus ed alla Specie A. pes-caprae.
Sono Sinonimi i termini Scutiger pes-caprae (Pers. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941 e Scutiger oregonensis Murrill 1912.

Etimologia –
Il termine Albatrellus deriva da albatrello (alberello) nome italiano generico di alcuni funghi. L’epiteto specifico pes-caprae, proviene da pes piede e da capra capra, piede di capra, per la forma del carpoforo.

Distribuzione Geografica ed Habitat –
Albatrellus pes-caprae è un fungo saprofita, lignicolo, e lo si trova in tarda estate-autunno soprattutto in boschi di latifoglie nelle zone umide. Il suo habitat può essere ubiquitario, (ovvero, potrebbe trovarsi ovunque) molto variegato e legato sempre alla buona presenza di substrato organico, anziché al tipo di albero che caratterizza il bosco; è comunque più presente nei boschi radi di faggio (quindi non fitto e buio), ma anche nel bosco di castagno, anzi è più facile rinvenirlo nel bosco misto di castagno con molti pini qua e là. L’ambiente ideale per la nascita degli Albatrellus-pes caprae o Piede di capra sono i boschi di Pino Strobo; è anche comune nei boschi di Pino ma non di Abete. É molto diffuso nei boschi di conifere ad ago lungo, ma non nei più comuni boschi di Abete bianco o Abete rosso, che hanno invece ago corto.

Riconoscimento –
Il Poliporo Piede di capra si riconosce per il cappello di 4–12 cm di diametro x 1,5–2 cm di spessore, con forma irregolare, reniforme, sub circolare e con cuticola colore bruno-scuro, densamente ricoperta da squame; margine sottile, intero, regolare. I tubuli sono dapprima bianchi poi giallo-crema, lunghi circa 5 mm, decorrenti sul gambo. I pori sono bianchi, tendenti al giallo con l’invecchiamento, angolosi e poligonali, larghi 1–2 mm, con contorno spesso lacerato, si macchiano di giallo al tocco. Il gambo ha dimensioni di 3–5 cm x 1,5–3 cm, cilindrico o claviforme, robusto, spesso eccentrico con colorazione da bianco-giallastra e giallo-rossiccia. La carne varia da bianca a giallina ed è compatta, con odore nullo e sapore di nocciola. All’analisi microscopica si notano delle spore di 7,5-9 x 5-7 µm, ellissoidali, bianche, lisce, ialine, monoguttulate, provviste d’apicolo, non amiloidi. I basidi sono di 20-40 x 7,5-12 µm, claviformi, tetrasporici, con presenza di giunti a fibbia basali ed i cistidi assenti.

Coltivazione –
Non sono note coltivazioni o tentativi di coltivazione dell’ Albatrellus pes-caprae.

Usi e Tradizioni –
L’Albatrellus pes-caprae è un fungo commestibili ed apprezzato soprattutto nel nord Italia, in particolar modo in Piemonte, dov’è più diffuso e noto, anche se non ovunque ben diffuso. Tra Centro e Sud Italia in molti ne ignorano completamente l’esistenza salvo in Calabria dov’è noto, apprezzato e pure abbastanza diffuso nei boschi di Conifere della Sila e delle Serre.
Si tratta di un fungo non vistoso e non appariscente, neppure quando il fungo Piede di Capra raggiunge il ragguardevole peso di un chilogrammo perché spesso buona parte del suo piede si sviluppa completamente interrata.
Tra le specie simili ricordiamo l’Albatrellus ovinus.

Modalità di Preparazione –
L’Albatrellus pes-caprae è un fungo che si presta molto bene alla conservazione sott’olio. In Piemonte è ritenuto, a ragione, uno dei migliori funghi da gustare crudo in insalata. Ha un delicato profumo fungino-nocciola che si esalta particolarmente durante la cottura. Se cucinato crudo, va trattato come un carpaccio di carne. Sempre affettato finissimo con la mandolina, così da renderlo meno duro. Lo si condisce quindi come un carpaccio con olio, sale, limone, pepe, opzionali, a proprio gusto, scagliette di Parmigiano.

Guido Bissanti

Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.




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