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Come combattere il Cossus cossus in maniera biologica

Come combattere il Cossus cossus in maniera biologica

Il rodilegno rosso (Cossus cossus L., 1758) è un lepidottero della famiglia Cossidae, diffuso in tutta Europa. È un lepidottero, considerato un insetto del legno, in quanto vive e si sviluppa ai danni del legno degli alberi che arreca notevoli danni ad alcune colture agrarie.
Il rodilegno rosso allo stadio adulto, si presenta come una grande farfalla, con un’apertura alare intorno ai 70-100 mm, con un colore che ricorda quello della corteccia degli alberi, cosa che permette a questi lepidotteri di mimetizzarsi sui tronchi in modo perfetto. Le ali sono di colore grigio-bruno con fini striature nere. La testa, dalla quale spuntano due lunghe antenne nere, è di colore più marroncino, con striature e macchie regolari (bianche, nere, grigie, marroni).
Le larve assumono colorazioni diverse in funzione delle età.
Da giovani sono rosate, mentre da adulte diventano rosso scure. Il capo è sempre scuro, mentre il ventre è più chiaro, giallo-ocraceo. Quando raggiungono la maturità, le larve di rodilegno rosso hanno notevoli dimensioni, che possono andare dagli 80 ai 100 mm.
La deposizione delle uova avviene negli anfratti delle cortecce degli alberi, di solito alla base; queste sono piuttosto grandi, circa 1,5 mm, e hanno un colore rossastro.
I danni causati dal rodilegno rosso possono essere molto gravi e causati dalle larve che, con la loro attività trofica, ossia la nutrizione, scavano profonde gallerie sia sul tronco che nelle branche secondarie dell’albero. Essendo poi una specie particolarmente polifaga compie danni su numerose colture arboree.
Tra le specie più colpite ricordiamo: le pomacee (melo, pero, nespolo, sorbo domestico, azzeruolo), drupacee (ciliegio, mandorlo, noce, pesco, susino, albicocco); inoltre vengono danneggiate anche alcune piante forestali e d’interesse ornamentale.
Gli alberi colpiti vanno incontro ad un deperimento generale. Nelle piante colpite il legno presenta fori di passaggio e un evidente sgretolamento. Sezionando il tronco si notano le gallerie.
A questo d danno primario, causato dal rodilegno rosso, si possono aggiungere anche danni secondari; infatti le ferite che le larve provocano sono un’ottima via di passaggio per funghi, malattie e altri agenti patogeni.
Il Cossus cossus ha un ciclo biologico abbastanza particolare rispetto alle altre specie di lepidottero d’interesse agrario. Il rodilegno rosso compie (a differenza di altri lepidotteri di interesse agrario) una sola generazione ogni 2 o 3 anni. Lo sfarfallamento avviene a fine primavera e dura per tutta l’estate. Durante questo periodo gli adulti si accoppiano e le femmine depongono le uova. Le piante vengono colpite soprattutto alla base. Le giovani larve hanno un comportamento gregario iniziando a scavare subito le gallerie. La presenza delle larve può essere fatta anche notando la fuoriuscita di linfa dalle piante colpite.

Nel primo anno di vita le larve trascorrono tutto l’inverno nelle gallerie, svernandovi. Nella primavera successiva riprendono la loro attività trofica allargando le gallerie stesse e andando sempre più in profondità nell’albero, trascorrendo tutto l’anno allo stadio larvale. Questo corrisponde al periodo di maggiore danno.
Lo sfarfallamento avviene poi a fine primavera del terzo anno, dopo uno stadio di crisalide che avviene negli strati più esterni della galleria o nel terreno, alla base della pianta colpita. Terminato lo sfarfallamento, riprende un altro ciclo di vita.
In funzione del lungo di ciclo biologico dell’insetto è opportuno operare preventivamente gli accorgimenti necessari per effettuare una efficiente lotta biologica.
Se si tratta di poche piante un sistema è quello caratteristico del filo di ferro. È sufficiente, infatti, far passare all’interno delle gallerie un comune filo metallico, fino a raggiungere le larve, che, colpite, muoiono. Se l’infestazione è allo stadio iniziale, questo può essere un sistema risolutivo. Viceversa, se è avanzata, o in caso di grandi estensioni, il metodo risulta troppo laborioso e spesso inefficace.
I metodi più efficaci, soprattutto per grandi estensioni, sono quelli della cattura massale delle farfalle adulte del rodilegno rosso. Tale sistema va applicato nel periodo dello sfarfallamento, quando vi è l’accoppiamento e l’ovideposizione. In questo senso bisogna utilizzare delle apposite trappole con specifici feromoni di attrazione sessuale che attirano e intrappolano gli esemplari maschili che, in questo modo, non possono più fecondare le femmine, che depongono comunque le uova, ma queste non fecondate; in questo modo si va progressivamente verso la sterilizzazione della popolazione. Queste trappole vanno messe con una densità che varia da 10 a 20 (in funzione della densità di impianto) per ogni ettaro di frutteto.
In aggiunta a questo metodo si può fare ricorso a nematodi entomopatogeni che, nel caso del rodilegno rosso, vengono inoculati direttamente nelle gallerie scavate nell’albero dalle larve. Il nematode la raggiunge e le inocula dei batteri simbionti che ne provocano la morte nel giro di 72 ore.
Tra questi nematodi ricordiamo: Steinenerma feltia e Steinernema carpocapsae, tra l’altro di facile reperimento anche nei punti vendita specializzati.
Altro sistema di difesa microbiologica (consentito in agricoltura biologica) si può adottare con l’uso della Beauveria bassiana che è un fungo entomopatogeno che agisce per contatto; infatti il fungo inocula il micete sulle larve provocandone la morte.
Ricordiamo che il proliferare di questo insetto è legato anche, in maniera considerevole, all’aumento della specializzazione delle coltivazioni ed all’uso di pesticidi che incidono negativamente anche sui nemici naturali del Cossu cossus, tra cui ricordiamo i Ditteri Larvevoridi (gen. Phorocera) ed alcuni Imenotteri parassitoidi. Per questo motivo, bisogna ripristinare nelle coltivazioni agricole e forestali principi di agroecologia senza i quali anche le tecniche di lotta biologica e di contenimento posso diventare aleatori.

Guido Bissanti




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