Liriodendron tulipifera
Liriodendron tulipifera
L’albero dei tulipani, tulipier o tulipifero (Liriodendron tulipifera L.) è una specie arborea della famiglia delle Magnoliaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Ordine Magnoliales, Famiglia Magnoliaceae e quindi al Genere Liriodendron ed alla Specie L. tulipifera.
Etimologia –
Il termine Liriodendron proviene dal greco λείριον leírion, giglio e da δένδρον déndron, albero: albero dei gigli, in riferimento ai grandi fiori biancastri. L’epiteto specifico tulipifera deriva da tulipa, tulipano e da fero, porto: che ha fiori simili a quelli dei tulipani.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’albero dei tulipani è una specie originaria degli Stati Uniti orientali fino agli Stati dell’Indiana, Tennessee e Mississippi, dove forma foreste miste di latifoglie che si estendono dal livello del mare fino a circa 1500 metri di quota. La sua introduzione in Europa si ebbe intorno alla metà del XVII secolo sia come pianta ornamentale che forestale.
Descrizione –
Il Liriodendron tulipifera è un albero con forma conica, che può raggiungere altezze di 20-30 metri con fusto generalmente diritto del diametro di 3 metri. Ha crescita rapida e predilige terreni profondi, ricchi e umidi; le foglie sono decidue di forma quadrata lobata con apici; i fiori sono bisessuali, terminali simili a grandi tulipani, grandi di colore verde molto pallido, raramente bianchi, che compaiono a inizio estate e hanno un’alta concentrazione di nettare. I frutti secchi (samareti) sono lunghi 6-7 cm ed a maturità si staccano portati dal vento.
Coltivazione –
L’albero dei tulipani preferisce terreni umidi, freschi e profondi, possibilmente con pH leggermente acido; tollera comunque svariati tipi di terreno con pH moderatamente alcalini o tendenzialmente acidi, purché freschi e ben drenati. Le giovani piante vanne poste in luoghi soleggiato o semi-ombreggiato; queste piante in genere non temono il freddo, più probabilmente temono le estati eccessivamente calde, per questo motivo gli esemplari giovani possono necessitare di ombreggiatura nei mesi più caldi dell’anno, la siccità può influire causando una precoce defogliazione, specialmente nell’anno del trapianto. In caso di piantagione di più alberi bisogna distanziarli di almeno 9 metri. Per i dettagli della tecnica di coltivazione si può consultare la seguente scheda.
Usi e Tradizioni –
Tutte le parti dell’albero dei tulipani sono tossiche per l’uomo. Nei luoghi d’origine la pianta si presta a svariati usi; viene utilizzato in silvicoltura e per la produzione di legname che è di colore giallo chiaro e che viene impiegato per applicazioni simili a quello dei pioppi. Essendo un albero con tronco alto e dritto fornisce un legname che, con le sue caratteristiche di lavorabilità, stabilità e peso specifico (480 kg/m³ essiccato) lo rendono adatto ad un gran numero di impieghi. Ha colore biancastro, venatura evidente con fiammature scure o verdastre e consistenza tenera. È particolarmente apprezzato, oltre che per l’economicità, per l’ottima reazione ai trattamenti con vernici, mordenti e impregnanti. Il colore chiaro e la compattezza della venatura permettono di riprodurre fedelmente le tinte del noce, del ciliegio e di altre essenze a poro chiuso. In Italia è perlopiù utilizzato a scopo ornamentale.
Da quest’albero, negli Stati Uniti, si ricava del miele grazie all’elevata presenza di nettare nei suoi fiori. Nei tempi passati, gli indiani d’America usavano la scorza di questo albero per le sue qualità toniche e febbrifughe.
Modalità di Preparazione –
Tranne che per la produzione di miele, che si ricava nelle sue zone d’origini, il Liriodendron tulipifera non ha altri utilizzi alimentari non ha più particolari utilizzi alimentari o terapeutici.
Guido Bissanti
Fonti
– Acta Plantarum – Flora delle Regioni italiane.
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.