Amanita pantherina
Amanita pantherina
La Tignosa bruna, conosciuta anche come Tignosa bigia, Tignosa rigata o Tignosa panterina (Amanita pantherina (DC.:Fr.) Krombholz) è un fungo velenoso della famiglia delle Amanitaceae.
Sistematica –
Dal punto di vista si sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Fungi, Divisione Basidiomycota, Classe Agaricomycetes, Ordine Agaricales, Famiglia Amanitaceae e quindi al Genere Amanita ed alla Specie A. pantherina.
Etimologia –
Il termine Amanita deriva dal nome del monte Amanos della Turchia asiatica o dal greco ἀμᾱνῖται amanítai, appellativo dato dagli antichi Greci ai funghi in genere. L’epiteto specifico pantherina proviene da panthera pantera: maculato o pericoloso, come una pantera.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’ Amanita pantherina è un fungo ubiquitario ed assai comune. Cresce isolato o fortemente gregario; lo troviamo da luglio a novembre, al margine o nei boschi di aghifoglie e latifoglie. È abbastanza invasivo, tant’è che alcune volte riveste interamente vasti tratti del bosco.
Riconoscimento –
L’ Amanita pantherina si riconosce per avere un cappello di 10–15 cm, di colore bruno, con forma conico-campanulata o emisferica e poi espanso, pianeggiante, liscio, ricoperto da piccole verruche bianche, che risultano essere importanti per il riconoscimento della specie; il margine è nettamente striato. Le lamelle sono di colore bianco, libere al gambo, fitte e con lamellule. Il gambo ha dimensioni di 6–12 cm, di colore bianco, forma cilindrica, prima compatto, poi cavo, ed ingrossato alla base in un bulbo. Ha un anello più o meno ampio, di colore bianco e piuttosto basso. La volva è di colore bianco ed aderente al bulbo. La carne è biancastra, immutabile e soda, con odore sub nullo e sapore dolciastro. Alla microscopia notiamo delle spore bianche in massa, ovoidali, lisce, non amiloidi, di 10-12 x 7-9 µm.
Coltivazione –
Per la sua tossicità non è un fungo coltivato.
Usi e Tradizioni –
L’ Amanita pantherina, nonostante venga considerata una specie semplicemente “tossica”, può provocare la morte se ingerita in quantitativi non trascurabili. Comunemente se ingerita provoca la cosiddetta sindrome panterinica ad impronta psicomotoria, generalmente benigna, che provoca disturbi gastrointestinali (non sempre presenti) e disturbi nervosi a componente psichica come. Questa sindrome si manifesta con eccitazione psicomotoria, vertigini, ebbrezza, euforia, disturbi di fonazione, stato ansioso, depressione, allucinazioni, sonno profondo. In questi casi la terapia consiste in gastrolusi, carbone attivo, solfato di magnesio, infusioterapia e sedativi. Questo fungo contiene Acido ibotenico, muscimolo e muscazone. Per il suo habitat simile a quello dei porcini si rivela una validissima spia per la ricerca di questi ricercati e pregiati funghi.
Modalità di Preparazione –
Fungo da non ingerire e preparare in alcun modo.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Cetto B., 2008. I funghi dal vero, Saturnia, Trento.
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.