Eriophyes sheldoni
Eriophyes sheldoni
L’acaro delle meraviglie (Eriophyes sheldoni Ewing, 1937) è un piccolo acaro, invisibile ad occhio nudo, appartenente alla famiglia Eriophydae; è sinonimo il termine Aceria sheldoni.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Animalia, Sottoregno Eumetazoa, Phylum Arthropoda, Classe Arachnida, Ordine Acarina, Famiglia Eriophydae e quindi al Genere Eriophyies ed alla Specie E. sheldoni.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’Eriophyes sheldoni è un acaro diffuso soprattutto nelle aree agrumicole dove attacca soprattutto il limone ed in particolare le varietà interdonato e monachello. Oggi è diffuso in tutto il mondo soprattutto dove gli agrumi vengono coltivati in maniera intensiva.
Morfologia –
La femmina adulta dell’Eriophyes sheldoni ha una forma allungata e di colore crema, presenta dorsalmente un ispessimento del tegumento (scudo), con 3 coppie di linee longitudinali. Le dimensioni di questo acaro sono piccolissime (0,15-0,2 mm circa di lunghezza) e quindi praticamente invisibili ad occhio nudo.
Attitudine e Ciclo biologico –
L’Acaro delle meraviglie vive principalmente sulle piante di limone, ma può attaccare diverse specie di Citrus, quali arancio amaro, mandarino, pompelmo e cedro; durante l’intero arco dell’anno vive protetto all’interno delle gemme, tra le perule o sotto la rosetta dei piccoli frutti, dove gli adulti superano la stagione fredda. Quest’acaro attende poi la stagione più mite per fuoriuscire da questi rifugi e raggiungere i nuovi germogli che nel frattempo si sono formati.
In condizioni climatiche favorevoli può riprodursi tutto l’anno con numerosi cicli biologici che possono oscillare da 20-30 giorni, nei periodi più rigidi invernali, ai 15 giorni nei periodi estivi più caldi. La diffusione di questo acaro si è dovuta soprattutto con gli scambi commerciali e col materiale vivaistico, essendo spesso, nelle fasi in cui non ha ancora arrecato danni, non individuabile.
Ruolo Ecologico –
L’Acaro delle meraviglie si stabilisce sulle gemme quando queste non sono ancora sviluppate a legno o a fiore. Le gemme a legno attaccate dal fitofago vengono accecate e, in condizioni di infestazione continuata, danno origine ad una vegetazione di tipo cespuglioso, a forma di rosetta, che si contraddistingue per avere internodi raccorciati e rami affastellati. Le foglie interessate dal fitofago si presentano spesso incomplete con lembo fogliare ondulato e con consistenza coriacea. In condizioni di attacchi massicci il danno maggiore si manifesta sulle gemme a fiore attaccate con cascola elevata; le gemme che riescono invece ad allegare producono frutti abnormi dall’aspetto tipico di un polpo; tali frutti, per la loro conformazione vengono chiamati meraviglie o frutti delle meraviglie (da cui il termine ordinario dell’acaro).
Il danno è quindi sia di natura quantitativa ma anche qualitativa, in quanto i frutti così deformati non possono essere più commercializzati.
Il contenimento di questo acaro non sempre è efficace perché, quasi sempre, è ben riparato entro le gemme e sotto la rosetta dei frutti; per di più la sua notevole capacità di moltiplicazione crea condizioni di difficile controllo.
La sua proliferazione però è legata, con una funzione quasi diretta, all’eccesso di concimazione azotate di sintesi, a condizioni di stress idrici, alle mancate potature che non permettono la buona penetrazione dei raggi solari. Un buon sistema di contenimento dell’acaro delle meraviglie è quello di effettuare dei trattamenti a base di oli bianchi durante il riposo vegetativo (che va da novembre a gennaio); questi trattamenti andrebbero abbinati alla lotta contro le cocciniglie. L’uso di insetticidi, quasi sempre inopportunamente eseguiti, favorisce questo acaro e danneggia i suoi antagonisti quali i fitoseidi (insetti) e stigmeidi (acari) per cui si intraprende una spirale di impossibile riequilibrio ecologico.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Laffi f., 1983. Acari di interesse agrario. Cooperativa Libraria Universitaria Editrice. Bologna.