Un Mondo Ecosostenibile
Glossario Ecologico

Xerofite

Xerofite

Le xerofite (o piante xerofile)sono piante adattate a vivere in luoghi secchi e che sono organizzate a resistere alla siccità. Il termine xerofita proviene dal greco “ξηρος”: secco e “φυτον”: pianta. gli ambienti dove appunto vivono queste piante vengono definiti genericamente xerici. Tra le xerofile si potrebbero pure inserire le piante alofile che sono quelle piante che presentano particolari adattamenti a vivere su suoli ad elevato accumulo di salinità; in questo caso le piante possono colonizzare anche ambienti umidi, ma per l’elevata tensione osmotica, causata dalle concentrazioni saline, presentano prerogative morfologiche e funzionali simili a quelle degli ambienti xerici. Le xerofite, vivono in suoli generalmente asciutti o salmastri e in presenza di un’atmosfera secca. Per poter sopperire a queste condizioni che generano elevata traspirazione senza un sufficiente assorbimento idrico da parte delle radici, per non andare incontro all’appassimento ed infine alla morte, queste piante hanno dovuto sviluppare degli adattamenti che vengono definiti, per l’appunto, xerofitici.
Gli adattamenti xerofitici sono sia di natura morfologica che fisiologica.

 

• Gli adattamenti morfologici hanno lo scopo di limitare l’impatto del deficit di umidità, rallentando la traspirazione e le perdite d’acqua per evaporazione dai tessuti.
• Gli adattamenti fisiologici permettono la sopravvivenza in condizioni critiche per tempi anche molto lunghi.
L’adattamento delle piante xerofite non necessariamente è un adattamento alle alte temperature. Esistono climi in cui la siccità non è legata ad alte temperature, ma sono soprattutto queste ultime che hanno interferito con gli adattamenti xerofitici. In questo caso le piante sono dette anche termoxerofite o termo xerofile (come i vari Thymus spp., l’Opuntia ficus-indica, ecc.).
Tra gli adattamenti morfologici ricordiamo: la riduzione della superficie fogliare traspirante; l’aumento della resistenza al passaggio del vapore acqueo nell’atmosfera con il mantenimento di un gradiente di umidità fra fillosfera e atmosfera; l’aumento dell’efficienza delle radici nella nutrizione idrica; la costituzione di riserve d’acqua all’interno dei tessuti per far fronte alle perdite per evaporazione.
Tra gli adattamenti fisiologici ricordiamo: riduzione del ciclo biologico, per cui alcune piante (soprattutto quelle dette effimere) completano rapidamente il ciclo biologico anche dopo una pioggia. Dove poi le condizioni sono maggiormente proibitive la vegetazione arborea e arbustiva lascia lo spazio a quella erbacea, che in generale è in grado di adattarsi meglio alla stagione secca, specialmente nelle zone temperate a clima continentale, che alternano una stagione calda e secca ad una fredda.
Sono particolari adattamenti fisiologici: l’estivazione, per cui la pianta svolge tutto il suo ciclo vegetativo nella stagione più fresca; sistemi di regolazione attiva delle aperture stomatiche; innalzamento dell’efficienza di assorbimento dell’acqua; la fotosintesi CAM (acronimo di Crassulacean Acid Metabolism) che permette ad alcune specie di svolgere la fotosintesi anche con gli stomi chiusi; la capacità di disidratare e reidratare i tessuti quando le condizioni ridiventano favorevoli.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *