Leontopodium alpinum
Leontopodium alpinum
La Stella alpina (Leontopodium alpinum Cass., 1822) è una specie erbacea perenne cespitosa della famiglia delle Asteraceae, tipica delle alte quote alpine.
Sistematica –
Dal punto di vista sistematico appartiene al Dominio Eukaryota, Regno Plantae, Superdivisione Spermatophyta, Divisione Magnoliophyta, Classe Magnoliopsida, Sottoclasse Asteridae, Ordine Asterales, Famiglia Asteraceae, Sottofamiglia Asteroideae, Tribù Gnaphalieae e quindi al Genere Leontopodium ed alla Specie L. alpinum.
Etimologia –
L’epiteto generico deriva dal greco λέων léon leone e da πούς, ποδός, cioè piede o gambo: per la forma dei capolini, che ricordano una zampa di leone; il termine specifico proviene da Alpes Alpi, cioè alpestre, alpino.
Distribuzione Geografica ed Habitat –
L’origine di questa pianta è relativa alle zone montuose calde e aride degli altopiani desertici dell’Asia Centrale e poi distribuitasi in Europa durante le ultime glaciazioni. In Italia la troviamo solamente nelle Alpi ed è considerata rara a causa soprattutto della sua raccolta indiscriminata. Il suo habitat è quello dei pascoli alpini e dei luoghi rocciosi e pendii franosi, da 1500 fino ad un massimo di 3000 m s.l.m., preferibilmente su suoli calcarei.
Descrizione –
Il Leontopodium alpinum è una pianta alta intorno ai 15 cm, emicriptofita scaposa (H scap); si tratta infatti di una pianta perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette generalmente dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso con poche foglie. Pianta lanosa per limitare l’eccessiva traspirazione in quanto è originaria di habitat aridi. Ha radici secondarie da rizoma, fusto ascendente, eretto e semplice con poche foglie; queste sono di due tipi: quelle radicali e quelle caulinari. Le infiorescenze sono composte da alcuni capolini (3 – 7) con fioritura nei mesi di giugno e luglio. I frutti sono degli acheni granulosi con pappo.
Coltivazione –
La Stella alpina è una pianta di facile coltivazione; impiego principale è quello del giardinaggio roccioso e alpino; potrebbe trovare altre motivazioni per la coltivazione per le proprietà terapeutiche di alcuni suoi estratti.
Usi e Tradizioni –
Nei tempi passati si riteneva che il Leontopodium alpinum avesse proprietà astringenti ma anche per curare la tosse e lenire i dolori reumatici. Da tempo è noto che contiene sali, tannini e qualche altra sostanza ma solo di recente si sono individuate meglio queste “altre sostanze”. Dall’estratto della radice della Stella alpina si possono ricavare acido clorogenico e leontopodico, flavonoidi, fitosteroli e sitosteroli, aminoacidi e polisaccaridi. Questi possono essere utilizzati in azioni terapeutiche o in cosmesi. Nelle zone tedesche questo fiore viene chiamato “Edelweiss”. Secondo una leggenda il Leontopodium alpinum, una tempo, era una fanciulla, bella ma difficile da amare, per cui alla sua morte venne trasformata in una “Stella alpina” fra le nevi, le rocce e i ghiacciai. Per questo motivo solo un ardimentoso e puro d’animo poteva cogliere questo fiore. Il termine “Edelweiss” significa appunto “nobile, bianco e puro”. Per la sua raccolta indiscriminata oggi, in molte zone, ne è vietata il prelievo. La stella alpina è raffigurata sulle monete da 2 centesimi di euro dell’Austria.
Modalità di Preparazione –
Dall’estrazione dei flavonoidi, fitosteroli e sitosteroli, aminoacidi e polisaccaridi, contenuti nel Leontopodium alpinum si possono ricavare prodotti di interesse nel campo terapeutico e della cosmesi.
Guido Bissanti
Fonti
– Wikipedia, l’enciclopedia libera.
– Treben M., 2000. La Salute dalla Farmacia del Signore, Consigli ed esperienze con le erbe medicinali, Ennsthaler Editore
– Pignatti S., 1982. Flora d’Italia, Edagricole, Bologna.
– Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.