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Come potare il melo

Come potare il melo

Il melo è una delle piante più coltivate ed anche una di quelle con tecniche di potatura diversificate in funzione del sistema di produzione. Per un migliore rispetto dell’ambiente e della salubrità del prodotto vi riportiamo le tecniche più idonee. In questo contributo quindi vediamo come potare il melo nel rispetto di un’agricoltura di tipo biologico e di alcune varianti in merito. I primi interventi di potatura della pianta sono quelli relativi alla potatura di allevamento o di formazione; questa tecnica, che si effettua nei primi 3-4 anni di vita della pianta, serve a dare alla pianta la sua forma. Le forme di allevamento più idonee per il melo sono il vaso basso, meno adottato di un tempo ma raccomandato nelle coltivazioni familiari ed il fusetto che è la forma maggiormente utilizzata nei meleti intensivi. Ovviamente sulla tecnica e forma di allevamento ha la sua incidenza la scelta del portainnesto che può dare maggiore o minore vigore.

Vediamo come si forma il Vaso basso: in questa forma la pianta viene impalcata a circa 50 cm da terra, con 3-4 branche primarie le quali sono dotate a loro volta di varie sottobranche. Questa forma di allevamento è consigliata su portainnesti di media vigoria (tipo M111 ed M7) e con sesti di impianto di 4×5 metri. In questa forma la pianta assume una forma più naturale e la minore intensità e specializzazione colturale richiede un minor intervento di controllo di parassiti. La forma di allevamento a Fusetto è tipica di impianti molto fitti (con sesti 4,5 x 2) e con portainnesti nanizzanti. Questa tecnica inizia subito dopo l’impianto, avendo cura, se l’astone è provvisto di rami, di eliminare quelli troppo bassi e scegliendo quelli che formeranno il primo palco di branche; queste vengono poi inclinate verso il basso. L’anno seguente si procede poi ad eliminare i succhioni e si spunta la cima dell’astone; in questo modo la nuova cima è un ramo appena laterale meno vigoroso. L’anno successivo si procede allo stesso modo, si tolgono sempre i succhioni e rami vigorosi, si spunta la cima ma in direzione opposta rispetto a quella dell’anno prima. In questo momento si iniziano ad effettuare i primi tagli di ritorno sulle branche principali che poi dagli anni successivi cominceranno ad interessere anche le branche superiori.Ritorniamo però ad affermare che nelle tecniche di agricoltura biologica e comunque nelle regole dell’agroecologia, oggi ancora poco conosciute ed applicate, l’eccessiva specializzazione, densità e forzatura sono contrarie ad un buon equilibrio ecologico della coltura, su cui si deve intervenire continuamente con pesticidi, insetticidi e regolatori di crescita a discapito poi della qualità organolettica e nutrizionale del frutto. Inoltre queste forme di coltivazioni richiedono maggiori quantitativi idrici a discapito dell’economicità globale del ciclo dell’acqua. Esistono per questo forme di allevamento che assecondano la naturale crescita del melo come il Taille longue, dove asse centrale e branche vengono lasciati crescere e dove sarà il peso dei frutti, portati in cima alle stesse branchette, che piegandole eliminerà la dominanza apicale favorendo lo sviluppo delle gemme che si trovano nel centro delle branchette. Quando il melo, dopo la potatura di formazione deve entrare nella fase produttiva vera e propria, bisogna applicare la potatura di produzione conoscendo però la varietà. Infatti esistono varietà che prediligono fruttificare sulle lamburde portate da branche di 3 anni e più, con pianta a portamento basitono, cioè che tende a riempirsi di vegetazione in basso. Altre varietà che invece fruttificano più su lamburde portate da branche e branchette, con scarsa formazione di brindilli e piante più vigorose. Varietà che producono indistintamente su lamburde, brindilli e rami misti. Varietà che fruttificano su brindilli e sui rami misti ma con scarsa capacità di rivestirsi, per cui conviene fare una potatura lunga e diradare frutti e lamburde.
Per quanto riguarda l’epoca di potatura del melo, questa può avvenire durante l’intero periodo di riposo vegetativo (periodo invernale). In estate invece si può intervenire con la potatura verde soprattutto sulle piante vigorose per aumentare l’illuminazione della chioma con benefici anche per le condizioni sanitarie della pianta. In questo periodo si diradano anche i frutticini (che diminuisce l’alternanza di produzione e forma frutti di pezzatura più idonea) quando questi hanno la dimensione di una noce lasciandone 1 o 2 per gruppo.
Veniamo ai consigli per la potatura: intanto bisogna sempre evitare di accorciare troppo i rami in quanto questa tecnica, nel melo, produce un eccesso di rigetti; i tagli vanno sempre inclinati nella direzione delle gemme, e trovarsi sopra una di queste, lasciando una certa porzione di legno. Inoltre vanno sempre eliminate la parti secche o danneggiate della pianta utilizzando comunque e sempre attrezzi molto taglienti e disinfettati.




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