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Come coltivare l’Edera

Come coltivare l’Edera

L’edera comune (Hedera helix L., 1753) è una specie rampicante sempreverde della famiglia delle Araliaceae. In questa scheda vediamo come coltivare l’Edera, le tecniche e gli utilizzi di questa pianta. Con questa pianta si possono creare pergolati, archi in parchi e giardini, coperture murarie e, siccome cresce sui tronchi d’albero, particolari composizioni. In certi casi piante di edera possono raggiungere i 25 metri di altezza se trovano edifici o alberi su cui arrampicarsi. La propagazione più semplice dell’edera è quella per talea, considerando anche la proprietà della pianta di emettere numerose abbozzi radicali sui rami. Per preparare le talee basta tagliare una porzione di ramo di 15-20 cm, togliendo le foglie basali e porlo nel terreno per 7-10 cm. Questa operazione va fatta nel periodo primaverile e, se necessario, bisogna irrigare fino ad attecchimento della talea. L’edera è una pianta che trova il suo habitat ottimale con clima caldo temperato ed inverni con temperature non inferiori ai 5-7 °C.

L’edera comune è una pianta che cresce poi anche a mezz’ombra ma preferisce le esposizioni luminose e soleggiate, per cui la sua collocazione va studiata attentamente, anche in funzione del luogo dove crescere e sostenersi. L’edera è inoltre una pianta che si adatta molto bene su moltissimi suoli ma, se volete avere uno sviluppo rapido è consistente è opportuno apportare una buona dotazione di sostanza organica nell’area di impianto. Una volta attecchita è importante “seguirla” nelle prime fasi della sua crescita per darle l’impalcatura e la forma che si desidera. Bisognerà potarla quindi sia per darle la forma che per eliminare rametti secchi o meno vigorosi. Per quanto riguarda l’irrigazione si consiglia di apportare volumi idrici costanti, soprattutto nel periodo estivo, con cadenze giornaliere su suoli piuttosto sabbiosi e ogni due tre giorni su substrati più argillosi. È opportuno che l’adacquamento sia abbondante (evitando però ristagni), soprattutto nei terreni sabbiosi, per consentire lo sviluppo in profondità delle radici. La pianta di edera fiorisce per la prima volta intorno ai 10 anni di età. L’edera svolge un importante ruolo ecologico perché, arrampicandosi e crescendo in aree impervie (rocce, muri, alberi, ecc.) rappresenta un ottimo rifugio per la piccola fauna, con le sue bacche fornisce cibo invernale per gli uccelli ed, in più, è una pianta mellifera, il cui fiore è bottinato intensamente dalle api. Dall’edera si può ottenere un miele, anche se difficilmente di tipo monofloreale. La presenza dell’edera nell’ecosistema è importante perché è tra le ultime piante a fornire quantità cospicue di nettare e polline prima dell’inverno, fiorendo a settembre-ottobre. Una peculiarità di questo miele che ne rende difficile l’estrazione è dovuto alla cristallizzazione rapida, spesso già nei favi dentro l’arnia, rendendo inutile la normale centrifugazione. per cui spesso si lascia come ultimo rifornimento per le scorte invernali dell’alveare. Inoltre, per il periodo autunnale, tende ad avere troppa umidità il miele. L’edera comune trova inoltre uso ed applicazione in cosmetica per le proprietà tonificanti e drenanti; i suoi estratti vengono utilizzati contro gli inestetismi della cellulite, ritenzione idrica e gonfiori, ma anche per la cura dei capelli e piccole irritazioni o scottature. Per antonomasia l’edera è il simbolo della fedeltà che ha ispirato anche alcune canzone e detti “dove si attacca muore”. Nei tempi antichi si pensava che l’edera rappresentasse un antidoto contro gli effetti degli eccessi del vino e per questo motivo era la pianta sacra a Bacco.




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